Il diabete collegato al rischio di Alzheimer

Una ricerca condotta presso la Columbia University, Medical Center, Usa, ha posto nuovamente l’attenzione al legame tra il diabete e il rischio di sviluppare una malattia altamente invalidante come l’Alzheimer. Che il diabete potesse essere l’anticamera di disturbi cardiaci e renali è un dato acquisito, ma questo nuovo studio suggerisce che la patologia oltre a predisporre verso il rischio di Alzheimer aumenterebbe la velocità di deterioramento cognitivo dopo un ictus.

Il dato inquietante è che il rischio di danneggiare i vasi sanguigni del cervello può iniziare già prima che al paziente sia diagnosticato il diabete. Questo fatto ha delle implicazioni a più vasto raggio e anche se la linea di demarcazione tra una demenza vascolare e la malattia di Alzheimer è piuttosto sottile, tutto ciò non esclude che si debbano prendere provvedimenti per prevenire i danni a cuore e cervello.

Gli scienziati dicono che, anche se al momento non si riesce ancora a fare molto nei confronti dell’Alzheimer, la possibilità di controllare le condizioni dei vasi sanguigni per tempo potrebbe rallentarne il decorso. Poiché le statistiche suggriscono che i casi di diabete sono in costante aumento, alimentati anche dall’epidemia di obesità diffusa a livello mondiale, è necessario intervenire per tempo per non aggiungere alla lista delle patologie collegate anche l’Alzheimer.

“Non fatevi prendere dal panico se siete diabetici” – sottolinea il dr. Ralph Nixon della New York University e vice presidente della Associazione Alzheimer – “i fattori genetici sono ancora il principale fattore di rischio per la demenza. Questo non significa quindi che dobbiate sviluppare la malattia come è vero che molte persone con l’Alzheimer non hanno il diabete”. Tuttavia, lo studio suggerisce che essere diabetici può far aumentare di due volte il rischio di Alzheimer. Il dottor Nixon suggerisce poi che chi è ancora sano prevenga queste malattie adottando uno stile di vita corretto supportato da una dieta adeguata e un buon esercizio fisico.

 

 

di Luigi Mondo e Stefania Del Principe

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