Il caffè a giuste dosi contrasta il diabete

La bevanda pare diminuire il rischio di sviluppo del diabete di tipo 2.

Gradevole bevanda e, alle giuste “misure”, interessante medicamento, l’intrigante caffè che, in tempi meno recenti, fu molto apprezzato dagli Arabi; e sembra che il primo caffè pubblico sia stato aperto a La Mecca nel XV secolo. Nonostante la raffinata e colta marchese Madame de Sevigné (XVI secolo) avesse profetizzato che l’uso del caffè sarebbe tramontato tanto presto quanto la gloria di Racine, grande poeta e drammaturgo la cui grandezza è tutt’ora apprezzata, il caffè consolida e conferma la sua fama di bevanda e medicamento.

Indispensabile premessa è ricordare che consumare caffè con tranquillità, per sfruttarne gli aspetti salutari (salvo controindicazioni), è la metodologia di preparazione e la moderazione nel suo consumo.

Soddisfatta questa ripetizione, necessaria e importante, di questioni già enunciate rammento le possibilità del caffè di diminuire il rischio di sviluppo del diabete di tipo 2 non-insulino dipendente.
La testimonianza viene da diversi lavori scientifici e, tra questi, quello degli studiosi giapponesi dell’Università di Fukoka che. confermando altre ricerche, avevano dimostrato che il consumo di caffè può inibire l’iperglicemia post-prandiale. Diabetes Care (febbraio 2006), autorevole rivista scientifica, pubblica uno studio scientifico condotto presso il Dipartimento di Nutrizione della Harvard School of Public Healthdi Boston (Usa) che confermano quei dati che associano al consumo di caffè un più basso rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.

L’esperienza. condotta su 88.259 donne americane tra i 26 ed i 46 anni che non presentavano una “storia” di diabete, ha valutato gli effetti del consumo (moderato) del caffè sia normale che decaffeinato.
La diminuzione del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 non insulino-dipendente fu del 13% nelle donne che consumavano una tazza di caffè al giorno e di circa il 47% in quelle che ne bevevano quattro o più tazze al dì.
La riduzione del rischio era però limitato, secondo l’esperienza in questione. al consumo dì caffè filtrato o a quello istantaneo piuttosto che a quello espresso o preparato con il percolatore che non provocavano significative riduzioni.

I risultati dello studio suggeriscono che il moderato consumo di caffè, compreso il decaffeinato, potrebbe ridurre il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 in donne giovani e mezza età.

Mi associo con vigore a quanto dichiarato dal dottor Van Dam, uno degli autori dello studio, che il caffè moderatamente consumato non desta preoccupazione sugli effetti negativi sulla salute, non va raccomandato alle persone di bere indiscriminatamente caffè per ridurre il rischio di sviluppare diabete di tipo 2.

 

 

ROBERTO SUOZZI

da: “Salute” supplemento de La Repubblica” del 02.03.06