Diamo una mano a Babbo Natale?

Caro Babbo Natale, guarda, se fosse stato per me quest’anno non t’avrei manco scritto, ma so che te l’ aspetti la mia letterina diabetica, come da 30 anni a questa parte. Che secondo me, non per mancarti di rispetto, ma ciò che io desidero me l’avresti potuto realizzare PRIMA. So che tu ballonzoli e trottoli, so che sei in sovrappeso e i camini sono stretti, però te prego, cerca di non prendertela troppo comoda, che mo’ c’ho una certa fretta. Vorrei che tu intervenissi PRIMA, prima che troppi ragazzini provino nel corso della vita ciò che ho provato io, la glicemia alta in discoteca per l’adrenalina, l’insuccesso del calcolo dei carboidrati durante le cene con amici, l’iperglicemia negli esami universitari. Vorrei che intervenissi prima, prima della constatazione dei limiti dell’insulina, prima che qualcuno possa sentirsi disarmato.
Intervieni prima dei fallimenti, ti prego, datti una mossa. Intervieni nelle vite di tutti noi prima che sia tardi. Non mi regalare libertà quando villeggerò canuta e inconsapevole al ricovero per anziani, intervieni prima. Intervieni nelle vite di tutti noi quando ancora la fetta d’esistenza col diabete di tipo 1 può essere considerata “un’esperienza”, dopo la quale si apre qualcos’altro. Intervieni prima che la vita col diabete sia l’ intera vita.
Te lo vorrei fare io un regalo caro Babbo, quest’anno: una clessidra. Guardala e pensa a noi, guardala e lavora per noi, guardala e muoviti.
La tua fan di sempre, Lu.
Ps: se Babbo non ce la fa gli si può dare una mano con offerte per la ricerca scientifica sul diabete 1, che so, al San Raffaele, alla FID…

 

Luisa Lu Codeluppi