Diabete: diminuisce il rischio mortalità con i DDP-4 inibitori. Società di diabetologia invita Aifa a revisione indicazioni prescrittive

Nel trattamento del diabete di tipo 2, la somministrazione di DDP-4 inibitori si associa ad una riduzione di mortalità per tutte le cause e dei MACE (Major Adverse Cardiovascular Events), rispetto al trattamento con sulfoniluree. Lo dimostra uno studio inglese che ha esaminato oltre 40 mila pazienti con diabete, già disponibile online e di prossima pubblicazione su ‘Diabetes, Obesity and Metabolism’Morgan e collaboratori hanno analizzato la vasta banca dati inglese UK Clinical Practice Research Datalink (CPRD), selezionando i pazienti con diabete di tipo 2 che avevano iniziato una terapia di associazione DDP inibitori-metformina (7.864) o sulfoniluree-metformina (33.983).  

Il rischio di mortalità per tutte le cause è risultato significativamente inferiore nei pazienti trattati con DPP-4 inibitori; un similetrend è stato registrato anche per gli eventi cardiovascolari maggiori. In particolare, il beneficio dei DPP-4 inibitori risultava particolarmente evidente nella popolazione di età superiore ai 63 anni. Gli autori concludono che, nello scegliere di somministrare una terapia, andrebbero prese in seria considerazione le evidenze a lungo termine, relative a mortalità e morbilità
“Questi risultati – commenta il professor Stefano Del Prato, presidente della Società Italiana di Diabetologia – si sommano a quelli che finora hanno definito la sicurezza dell’uso degli inibitori DPP-4 nelle persone ad alto rischio cardiovascolare (come dimostrato dagli studi SAVOR e EXAMINE) per fornire evidenze di beneficio rispetto alle sulfoniluree. Le Società scientifiche hanno da tempo sottolineato i potenziali vantaggi di questa classe di farmaci all’Agenzia del Farmaco (AIFA), che invece ha recentemente introdotto elementi di restrizione della rimborsabilità (e quindi di uso) degli inibitori DPP-4. L’Agenzia di fronte ai punti di criticità sollevati – prosegue Del Prato – ha informato che avrebbe riesaminato la documentazione scientifica. C’è da augurarsi che informazioni come queste, derivanti dalla pratica clinica e ottenute in un numero consistente di soggetti (oltre 40.000 in totale) vengano prontamente acquisite e adeguatamente valorizzate. E’ ormai tempo che si prendano adeguate misure a favore di trattamenti più sicuri ed efficaci, rispetto a trattamenti che hanno il vantaggio di essere di costo limitato, ma lo svantaggio di non fornire adeguata protezione alla persona con diabete”.

Maria Rita Montebelli

 

da quotidianosanità.it