Crescono i costi sociali della diabesità, il binomio diabete-obesità: dimagrire l’unica soluzione

Crescono le persone sovrappeso, obese o con diabete in tutto il mondo. In Italia, secondo le più recenti stime, è sovrappeso 1 persona su 3 (34,2%), obesa 1 su 10 (9,8%), diabetica 1 su 20 (5%). In pratica, sono sovrappeso circa 20 milioni di Italiani, obesi 6 milioni, diabetici oltre 3 milioni, considerando che a questi ultimi ne vanno aggiunti circa 1 milione che sono diabetici senza saperlo. Inoltre, secondo i dati degli Annali 2008 dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD), due terzi delle persone con diabete di tipo 2 sono anche obesi (BMI o indice di massa corporea superiore a 27), e meno del 20% risulta di peso normale. Tra i diabetici di tipo 1 è obeso “solo” un quarto delle persone.

“Questi numeri ci fanno capire come diabete e obesità si sostengano a vicenda, e il perchè, in combinazione fra loro, siano considerate la vera epidemia dei nostri tempi – spiega Antonio Pontiroli, Direttore Divisione Medicina 2a, Ospedale San Paolo, Università degli Studi di Milano e Presidente dell’8° Congresso Nazionale “Diabete-Obesità”.

L’associazione diabete e obesità, per la quale è stato coniato il termine diabesità, costa molto al Sistema Sanitario. Lo studio SPESA, condotto all’inizio degli anni 2000 dal Centro di Farmacoeconomia dell’Università degli Studi di Milano, indicava in circa 23 miliardi di euro il costo diretto per ospedalizzazioni e cure mediche di sovrappeso, obesità e malattie collegate.
Un terzo circa di questi costi è assorbito dal diabete, che ha una progressione allarmante. “Nel 1998, il costo del diabete per le casse dello stato si stimava in circa 5 miliardi di euro, pari al 6,7% della spesa totale per la sanità – dice Antonio Nicolucci, Capo Dipartimento Farmacologia Clinica ed Epidemiologia del Consorzio Mario Negri Sud. – Nel 2006, a fronte di un quasi raddoppio, dal 3 al 5%, del numero di persone con diabete siamo passati a oltre 8 miliardi, circa l’8% della spesa sanitaria. Per il 2010, l’anno prossimo, il numero di diabetici si ipotizza in crescita al 7%, con un costo che supererà gli 11 miliardi di euro: più che raddoppiato in meno di 15 anni”.

“Ma non sono evidentemente solo i costi a preoccupare – interviene Pontiroli – Del binomio diabete-obesità si muore, con un rischio che raddoppia ogni 5 punti di crescita di BMI: un diabetico in sovrappeso ha rischio doppio di morte nell’arco di 10 anni rispetto a un normopeso; uno obeso doppio di uno soprappeso. Dimagrire è quindi una misura fondamentale, per curare il diabete, prevenire le complicanze e incidere positivamente sui costi della malattia. Una misura più importante anche dell’impiego dei farmaci”.
La dimostrazione viene da diversi studi di chirurgia dell’obesità (chirurgia bariatrica) che dimostrano come la perdita di peso della persona con diabete sia addirittura più efficace, nella riduzione del rischio di morte, dello stesso trattamento farmacologico intensivo. Spiega ancora Pontiroli: “Mettendo a confronto una serie di studi come UKPDS, Steno 2 e Proactive, che prevedono l’utilizzo intensivo dei farmaci, con lo studio McDonald che
analizza il comportamento della chirurgia bariatrica in diabetici fortemente obesi, si nota che l’importante dimagrimento prodotto dall’intervento chirurgico riduce il rischio relativo di mortalità di quasi il 70% a fronte di una riduzione ottenuta dai soli farmaci antidiabete del 30-40%.”

“La morale – conclude Pontiroli – è che dimagrire, nelle persone soprappeso e obese non diabetiche, è importante per prevenire il diabete malattia. In quelle diabetiche e obese, è fondamentale per combatterlo”.

 

da SaluteEuropa