Con il monitoraggio remoto si cura meglio e Ssn risparmia

Migliorare parametri e qualità di vita dei pazienti cronici, ottimizzare il tempo dei medici, alleggerire la pressione su ospedali e ambulatori e far risparmiare il Servizio Sanitario. Sembrano miraggi in tempi di spending review e tagli alla spesa sanitaria e invece sono risultati concreti raggiungibili attraverso il monitoraggio remoto che, grazie a un kit di dispositivi medici certificati, permette ai pazienti cronici di tenere sotto controllo la patologia automisurandosi i valori direttamente a casa e inviandoli al medico.

La conferma arriva dal più importante studio di Telemedicina mai realizzato in Italia che ha coinvolto per 12 mesi circa 300 pazienti diabetici monitorati attraverso Doctor Plus®, innovativo servizio telematico di monitoraggio remoto dedicato ai pazienti cronici con diabete, BPCO e scompenso cardiaco realizzato da Vree Health, società di MSD Italia specializzata in servizi di healthcare. 

I primi risultati dello studio sui pazienti diabetici sono incoraggianti: miglioramento dei valori glicemici, riduzione di complicanze, minor ricorso a prestazioni sanitarie e visite specialistiche, con significativi risparmi per il Servizio Sanitario Nazionale. 

Anche in Italia, quindi, tra ostacoli e resistenze si fa strada la rivoluzione della sanità digitale che offre una via di uscita alle grandi sfide, in particolare quella delle patologie croniche il cui crescente impatto sul Servizio Sanitario non appare sostenibile: nel nostro Paese per l’assistenza e la cura delle persone con diabete, BPCO e insufficienza cardiaca si spendono ogni anno 18 miliardi di euro, il 13% di tutta la spesa sanitaria pubblica.

Si stima che in Italia siano circa 7,5 milioni i pazienti affetti da patologie croniche che possono essere gestiti in monitoraggio remoto. «L’incremento dell’età media della popolazione comporta un inevitabile aumento della diffusione delle patologie cronico-degenerative, della complessità in medicina, delle pluripatologie e della comorbilità, afferma Gianfranco Gensini, Presidente della Società Italiana di Telemedicina e Sanità Elettronica. «La maggior parte di queste patologie non richiede ricovero ospedaliero, ma un attento e costante controllo clinico che può essere fatto sul territorio o direttamente al domicilio dei pazienti, andando così incontro alla loro preferenza di essere curati a casa piuttosto che in ospedale».

Il servizio Doctor Plus viene offerto ad aziende sanitarie pubbliche e private, che possono adottare un modello flessibile a seconda delle figure sanitarie coinvolte nel monitoraggio.

«Per mettere a punto il servizio Doctor Plus® siamo partiti dalle esigenze dei medici, dei pazienti e delle famiglie, degli amministratori: obiettivo di questo servizio è anche quello di aiutare le aziende sanitarie nel supportare in modo innovativo la gestione dei pazienti cronici e a implementare nuovi modelli organizzativi per la presa in carico», afferma Gianluca Gala, Vree Health Italia Director.

Ma come funziona in concreto Doctor Plus?
Le misurazioni dei valori effettuate a domicilio dai pazienti vengono inviate in bluetooth a una centralina che raccoglie i dati clinici e li manda a una piattaforma in cloud a cui hanno accesso il medico, lo specialista e la centrale infermieristica, attiva 12 ore su 24, 6 giorni su 7. La centrale operativa non sostituisce le emergenze, per le quali bisogna rivolgersi in ogni caso al 118 o alla guardia medica. Gli infermieri della centrale servizi, specificamente formati, si attivano caso per caso sulla base di un sistema di triage. Se un valore supera una determinata soglia si alzano bandiere di allarme di colore bianco e giallo e il personale infermieristico contatta il paziente offrendo consigli e suggerimenti. Qualora invece la bandierina sia rossa, gli infermieri contattano il medico curante che a sua volta chiama il paziente o si mette in contatto tramite e-mail o sms. 

Che tutto questo si traduca in vantaggi per pazienti e Servizio Sanitario lo dimostra lo studio condotto dalla Fondazione Mario Negri Sud su 300 persone affette da diabete, paradigma di tutte le patologie croniche, che richiede una gestione 24 su 24 ore della propria condizione da parte dei pazienti, specie per quanto riguarda il monitoraggio dei valori glicemici. 

«Nel gruppo monitorato a distanza si è evidenziato un importante miglioramento del profilo metabolico, una riduzione significativa del numero di visite specialistiche, ma anche un miglioramento evidente nella percezione della malattia e dello stato di benessere fisico e psicologico», afferma il coordinatore dello studio, Antonio Nicolucci, Direttore del Laboratorio di Epidemiologia Clinica, Fondazione Mario Negri Sud, Santa Maria Imbaro. 

Impressionanti i risparmi che si potrebbero ottenere attraverso un uso esteso della sanità digitale agli ambiti chiave del Servizio Sanitario Nazionale: secondo proiezioni dell’Osservatorio ICT in Sanità del Politecnico di Milano si possono stimare almeno 6,8 miliardi di euro annui di risparmi potenziali per la strutture sanitarie. 

«L’attivazione di questi servizi richiede un investimento iniziale, ma quando l’investimento è fatto con cognizione di causa prelude a una razionalizzazione e quindi a un risparmio e a un miglioramento delle prestazioni. I primi dati relativi al servizio Doctor Plus® lo confermano», afferma Vincenzo Panella, Direttore Regionale Assessorato Sanità Regione Umbria e Componente del Direttivo Nazionale di Federsanità – ANCI.

Con una minore pressione sulle strutture ospedaliere, protagonisti del Servizio Doctor Plus® sono il medico di medicina generale, destinatario delle informazioni, e i pazienti cronici che attraverso l’automonitoraggio diventano attori della propria salute. 

«Il medico di famiglia è la figura professionale più evoluta dal punto di vista tecnologico-informatico in ambito sanitario e oggi almeno l’85% della sua attività è rivolta al paziente cronico: questo tipo di tecnologia migliora la comunicazione con i pazienti ma, se come medici siamo culturalmente pronti, non sempre le infrastrutture lo sono, basta pensare al problema della banda larga», afferma Walter Marrocco, Responsabile Scientifico FIMMG.

Per il successo del monitoraggio in remoto è fondamentale anche un diverso modo di lavorare: «La sperimentazione del servizio Doctor Plus dimostra che è possibile integrare tutte le capacità della ASL, dei medici di medicina generale e degli infermieri del distretto, riuscendo così a seguire i pazienti a casa, senza soluzioni di continuità, nell’arco delle 24 ore», aggiunge Pierluigi Bartoletti Segretario regionale FIMMG Lazio.

«I sistemi di monitoraggio in remoto, senza sostituire le visite dal medico e il rapporto coi professionisti sanitari, possono fornire risposte ad alcuni bisogni che emergono dalle segnalazioni dei cittadini e dalle Associazioni di pazienti, quali ad esempio le difficoltà per le persone non autosufficienti di muoversi e accedere alle strutture», afferma Sabrina Nardi, Vice Coordinatore Nazionale Tribunale per i diritti del malato – Cittadinanzattiva.

La realizzazione del servizio Doctor Plus®, attraverso la consociata Vree Health, conferma il ruolo di MSD Italia come capofila dell’innovazione digitale in sanità. Una strategia che ha portato MSD Italia ad essere recentemente insignita come Best Digital Company nel panorama sanitario italiano, nella prima edizione degli About Pharma Digital Awards.

«Il miglioramento della comunicazione tra medici e pazienti attraverso le risorse digitali è un tema costante nella nostra storia e oggi lo stiamo sviluppando attraverso le più recenti innovazioni nel campo della tecnologia digitale», afferma Pierluigi Antonelli, Presidente e Amministratore Delegato MSD Italia. «Il crescente utilizzo del web e della tecnologia rappresenta una sfida che deve essere raccolta per essere efficacemente al fianco di tutti gli attori del sistema sanitario: Si tratta di una grande opportunità non solo teorica ma ormai basata anche sulle evidenze e sulle esperienze. Se la soluzione Doctor Plus® fosse applicata a tutti i pazienti diabetici con co-morbidità in Italia, sovrapponibili a quelli dello studio e pari a circa 1,5 milioni, si potrebbe ottenere un risparmio potenziale superiore a 1 miliardo di euro. Per esempio nella sola Regione Lazio – conclude Antonelli –  il risparmio sarebbe pari a circa 140 milioni di euro. Il problema è che tutto questo grande impegno per mettere a punto un nuovo e più efficiente modello organizzativo imperniato sulla sanità digitale rischia di non avere effetti concreti sulla sostenibilità del sistema se non viene fatto proprio dal Servizio Sanitario a livello nazionale e regionale attraverso l’inserimento nei LEA o una formalizzazione a livello di DRG. Il monitoraggio remoto dovrebbe essere considerato dalla Sanità pubblica una prestazione ormai essenziale per la salute dei pazienti cronici e i risparmi delle aziende sanitarie e come tale remunerata».

 

 

da PHARMASTAR