Colesterolo e diabete, accoppiata pericolosa

A leggere le cifre c’è di che preoccuparsi. Secondo i dati del Progetto Cuore dell’lstituto Superiore di Sanità in Liguria il 24 per cento degli uomini e il 33 per cento delle donne ha valori di colesterolo eccessivamente elevati.

Se per tutti è necessario temere sotto controllo questo fattore di rischio cardiovascolare, particolare attenzione va prestata da quanti soffrono di diabete, così come da chi ha già avuto problemi legati alla cattiva circolazione del sangue come infarti o ictus. Per i diabetici far scendere il colesterolo cattivo o Ldl diventa quindi un obiettivo fondamentale, ed ovviamente spesso diventano necessari i farmaci. Un’ulteriore dimostrazione di questa realtà viene dallo studio Lead, condotto in numerosi centri italiani (In Liguria hanno partecipato le diabetologie dell’ Ospedale La Colletta e dell’ Università di Genova).

“Per chi ha già avuto un infarto oppure soffre di diabete le linee guida indicano obiettivi di livelli di colesterolo estremamente bassi che possono essere raggiunti con medicinali appropriati — spiega Carlo Maria Rotella, docente di Endocrinologia all’Università di Firenze e coordinatore della ricerca -. La sostanza della differenza tra diabetico e non diabetico è che il diabete, agli effetti del rischio cardiovascolare, è considerato una malattia di “peso” simile a un precedente infarto miocardico.

In altre parole, II diabetico come lo stesso rischio di avere un primo – infarto cui è esposto il soggetto non diabetico di averne un secondo: in entrambi i casi, molto più elevato”. Per questo per tutti i diabetici, compresi quelli che non hanno avuto precedenti problemi coronarici importanti (episodi anginosi ripetuti, angina instabile o infarto), valgono in genere per il colesterolo Ldl i medesimi obiettivi terapeutici che si adottano per chi ha già avuto un infarto. E si tratta di valori davvero bassi.

“La popolazione diabetica pertanto molto interessante, perché rappresenta un modello sperimentale diverso dalla popolazione “normale”, ma questa sua stessa particolarità rende necessario dare al paziente spiegazioni su misura. Capita spesso, infatti, che il diabetico esibisca al medico esami ematochimici valori di colesterolo “nella norma”, ma il medico ha l’obbligodi spiegargli che, nel sue caso, Ia “normalità” è tale solo in apparenza e che, per abbattere in misura significativa il rischio cardiovascolare, dovrà scendere a livelli ben inferiori perché Ia prevenzione per cuore e vasi sia davvero efficace.

Nello studio Lead, che ha considerato esclusivamente malati reclutati in Italia e quindi con le caratteristiche della nostra popolazione, abbiamo dimostrato che aggiungere una sostanza chiamata ezetimibe ad una statina (simvastatina) consente di arrivare — e in tempi brevi – all’obiettivo desiderato di valoti di colesterolo Ldl in un’elevata percentuale di pazienti, ben più alta di quella ottenuta tra quanti assumono una dose doppia della stessa statina. In particolare il raggiungimento del “target” di colesterolo desiderato è di una volta e mezza superiore rispetto a quanto ottenuto raddoppiando la dose di statina.

 

 

Tratto da Il Secolo XIX