Cafoni

Con la presente, intendo mettere in rilievo alcune problematiche che ritengo offensive e gravemente onerose per tutti, ma soprattutto per coloro che con diagnosi di diabete ne hanno a che fare:

1) per le attività che richiedano il Libretto di navigazione, il medico fa riferimento al Regio Decreto Legge n. 1773 del 14/12/1933, quando la glicosuria si diagnosticava assaggiando le urine. A questi ragazzi con diagnosi di diabete, si nega il diritto al lavoro;

2) la scuola materna ed elementare, troppe volte e troppo spesso, discrimina i bambini e i ragazzi con diagnosi di diabete;

3) resistenze all’imbarco con il bagaglio a mano di siringhe e insulina salva vita sull’aereo;

4) l’assistenza integrata tarda ad essere applicata per interesse di parte, di baronie e di casta;

5) la Legge 104 spesso viene applicata scorrettamente da parte delle istituzioni e dei datori di lavoro;

6) esistono ancora oggi problemi per conseguire o rinnovare la patente di guida;

7) siamo tra i primi a essere licenziati dal lavoro appena si presenta un’emergenza;

8) spesso i Giudici minorili assegnano bambini o ragazzi non particolarmente fortunati a Comunità di recupero (???) che ignorano le più elementari pratiche di cura e di terapia del diabete.

Se va male non azzannano nessuno, maturano solo complicanze.

Si utilizzano i cafoni diabetici per triplicare la produzione di rifiuti speciali per la stessa quantità di farmaco. I cafoni cittadini pagano per lo smaltimento.

Il boccone avvelenato arriva da chi meno te l’aspetti, chiedono i soldi per la ricerca ma poi si spendono per illuminare i monumenti, stampare libri con fotocopie di giornali che parlano dell’avvenimento e produrre calendari con i monumenti illuminati.

Cronaca recente che purtroppo si ripete da sempre, gravissima e monotona.

Allora mi chiedo e chiedo quale ruolo debba assumere chi ha seriamente deciso di fare volontariato attraverso le centinaia di associazioni, in questo sistema che tutti pesantemente paghiamo:
– dalla scuola all’Università;
– dalla sicurezza alla sanità;
– sistema questo che ahimé, riferito al diabete, produce solo cafoni.

Anche se umanamente doveroso, è troppo poco esprimere solo solidarietà alla famiglia per lo sgarbo ricevuto.

Il volontario non può essere dunque cafone, come il sistema che lo circonda;
– non deve ignorare la materia per cui ha deciso di mettersi a disposizione degli altri
– non deve essere una partita di giro, è da loschi
– ma deve contrastare tutto quello che crea disagio e confusione nelle persone, anche solo momentaneamente deboli.
– Lo deve fare senza tentennamenti.

Cordiali saluti
Michele Calvisi

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