Anoressia under 13: una clinica per loro

È partita dal Kuwait per farsi curare in Italia. Ha undici anni, occhi scuri e a volta assenti perché prigionieri di un’unica ossessione: il cibo. Da qualche giorno è ospite del “Centro per la riabilitazione dai disturbi alimentari” di Todi (Perugia). Nato nel 2003, è il primo centro pubblico che accetta minori di 13 anni per curare anoressia, bulimia e disturbi da alimentazione incontrollata. La presenza di pazienti molto giovani ha spinto i responsabili a puntare sulle medicine non convenzionali. “Siamo ancora l’unica struttura extraospedaliera che accoglie minori di 13 anni e evitiamo di usare psicofarmaci. Per questo agopuntura, omeopatia e tutte le terapie non convenzionali sono un nostro strumento quotidiano di lavoro”, spiega Laura Dalla Ragione, psichiatra e responsabile del Centro.

La sede è all’interno di un antico edificio, Palazzo Francisci. Un luogo bello, con stanze luminose e un giardino per riportare equilibrio dove c’è dolore. Gli ospiti, a volte molto giovani, restano in media tre mesi. Il tempo necessario per un recupero del proprio peso e per riuscire a superare la patologia.

In questa piccola clinica dove si cura corpo e spirito, i posti letto sono 15 e in un anno sono state curate 90 persone. Seguono un programma dettagliato che prevede l’intervento di psichiatri, psicologi, pediatri, nutrizionisti, dietisti, infermieri e fisioterapisti. In ogni fase le medicine non convenzionali sono la soluzione per evitare i farmaci.
Le patologie legate al cibo sono cresciute del 300% in dieci anni. Molte bambine vittime di questa malattia, ma anche ragazzini e ora aumentano i casi di quarantenni che si ammalano per la prima volta.

Anoressia e bulimia sono le patologie più conosciute, ma esiste anche il disturbo da alimentazione incontrollata. “In questo caso il paziente si sottopone ad abbuffate, senza il metodo di compensazione, il vomito, che interviene nei casi di bulimia e anoressia”, dice Dalla Ragione, “In casi estremi la persona può arrivare a mangiare sette colombe di Pasqua, mettendo a rischio i propri organi. Per questo è importante lavorare sia sull’alimentazione che sul pensiero costante e in questo tecniche di meditazione ed agopuntura ci aiutano molto”.

Sedute di mindfulness aiutano, ad esempio, a liberare la mente dai pensieri ossessivi. L’agopuntura viene utilizzata invece per bloccare le abbuffate. “Si usa l’auricoloterapia”, spiega Dalla Ragione, “Gli aghi vengono posti nel padiglione auricolare. È un sistema che si è già rivelato utile nei casi di alcolismo e per smettere di fumare. Ma l’agopuntura viene usata anche contro l’ansia, i dolori e nei casi di insonnia. Infine, per evitare gli psicofarmaci, usiamo l’omeopatia e i Fiori di Bach”.

Todi accoglie persone da tutt’Italia, ma esiste una struttura pubblica che utilizza lo stesso metodo in Basilicata: è il Cenro Giovanni Gioia di Chiaromonte, nato nel 2006 e coordinato sempre dalla dottoressa Dalla Ragione.

 

 

da Repubblica.it, Supplemento Salute