Tiroide. Umore nero, pelle lucida e bilancia impazzita sono campanelli d’allarme

Addio spiagge, monti, colline. Le ferie volgono al termine per la maggior parte degli italiani, alle prese in queste ore con lo stress del rientro. Ma un umore nero, insieme ad altri segnali come la pelle che diventa più lucida del solito, disturbi del ciclo e variazioni del peso corporeo, può essere ‘spia’ anche di problemi alla tiroide. Disturbi sempre più diffusi soprattutto fra le donne.

Nell’ambito del programma di prevenzione “Pass rosa”, solo nell’ultimo anno “abbiamo visitato oltre 1.200 donne, scoprendo che  l’80% di loro soffre di disturbi della tiroide: non vere e proprie patologie di distiroidismo, ma disomogeneità del parenchima tiroideo.  L’80% del totale significa 3 donne su 4 in età fertile, un numero elevatissimo su un campione preso a caso di lavoratrici tra i 25 e 50 anni, chiamate ad eseguire questo screening”, spiega Adriano Redler, prorettore Università di Roma “La Sapienza”,  preside della Facoltà di Medicina e Odontoiatria e direttore  del Dipartimento Assistenziale Integrato di Chirurgia Generale “R. Paolucci” del Policlinico Umberto I di Roma,  che ogni anno esegue oltre 250 interventi  di tiroidectomia totale.

Una piccola ghiandola delicata a forma di farfalla il cui volo ‘inceppato’ può provocare un’ampia gamma di disturbi. Spesso, infatti, la tiroide può funzionare troppo o troppo poco, dando vita a problemi di varia natura. “Soprattutto nella vita di relazione, nei rapporti con gli altri”, sottolinea l’esperto. Problemi che negli ultimi 20 anni sono diventati un’insidia per un numero sempre maggiore di persone.

Secondo Redler, sono molteplici i motivi che hanno portato i disturbi della tiroide ai primi posti fra quelli al femminile nell’ultimo ventennio: “Le nostre nonne soffrivano anche loro di tiroide, ma all’epoca il problema veniva diagnosticato tardivamente e con molta difficoltà. Per questo le donne delle passate generazioni a 40 anni erano già piu’  ‘in carne’, meno in forma di quanto siano oggi. Il loro fisico – continua Redler – subiva delle trasformazioni a causa dei problemi tiroidei senza che il medico potesse rendersene conto e intervenire per evitare questi cambiamenti e che la salute della paziente venisse compromessa. Oggi, grazie alle nuove tecniche di immagine ed allo studio citologico ed ematochimico, che ha permesso una diagnosi precoce delle malattie della ghiandola, individuiamo facilmente il disturbo e possiamo contare su una terapia che può far convivere serenamente il paziente con la patologia anche tutta la vita”.

Purtroppo  però, sono subentrati a fare da contrappeso una serie di elementi, inquinamento atmosferico,una dieta abnorme, che hanno contribuito ad aumentare il numero dei malati, “così come sono aumentate in maniera esponenziale le tiroiditi autoimmuni, – spiega l’esperto- quelle che formano anticorpi che aggrediscono la propria tiroide. In genere si può affermare che una donna su 5 presenta una tiroidite autoimmune (tra il 15 e il 20 per cento)”.  In percentuale le donne malate di tiroide sono più degli uomini, sottolinea l’esperto, ma la patologia più seria e più pericolosa, in proporzione, colpisce il sesso maschile.

Per quanto riguarda gli ipertiroidei, cioè i pazienti in cui la tiroide funziona troppo, “bisogna sempre tenere conto che l’assunzione di iodio moltiplica l’attività di questa ghiandola. Il paziente ipertiroideo, quindi, andando al mare e respirando iodio ‘getta benzina sul fuoco’. Questo provoca eccitazione, porta a soffrire di più il caldo, a sviluppare un senso di allerta continuo – continua Redler – di panico e angoscia, e il cuore batte più forte. Insomma, per un ipertiroideo la vacanza al mare può diventare un vero stress. Questo genere di paziente, dunque, è meglio che per le ferie si rechi in collina o in montagna, dove domina il verde, colore più tranquillo e rilassante dell’azzurro del mare e del cielo”. A tavola invece , gli ipertiroidei devono tenersi alla larga il più possibile dal pesce, soprattutto crudo, proprio per il suo alto contenuto di iodio.

“L’ipotiroideo invece – consiglia invece il presidente della Facoltà di Medicina e Odontoiatria – deve andare al mare, svolgere attività sportiva moderata. Deve prendere il sole, consumare cibi ricchi di iodio, appunto la ‘benzina’ per far produrre l’ormone tiroideo, quindi bene il pesce. A pranzo e a cena è necessario infine evitare abusi di carboidrati come pizza e pane, bere tanta acqua naturale”.
Pelle lucida, nervosismo, aumento o diminuzione del peso corporeo: ecco i campanelli d’allarme. “Chi non sa di soffrire di tiroide e una volta rientrato in città dalle ferie accusa nervosismo, intolleranza, senso di panico, stanchezza o disturbi del ciclo – conclude l’esperto -, deve recarsi da uno specialista. Curando e regolando la tiroide , si migliora il rapporto con gli altri, con se stessi e con il proprio fisico”.

 

 

da Quotidianosanità.it