Succhi di frutta dannosi per la salute quanto le bevande zuccherate

È stato ampiamente dimostrato che le bevande dolcificate con zuccheri aggiunti sono dannose per la salute, ma lo sono in egual misura anche i succhi di frutta, secondo i risultati di un ampio studio pubblicato sulla rivista JAMA Network Open. In sostanza il problema è lo zucchero, non la sua origine, naturale o artificiale.

In un’indagine su oltre 13mila adulti di età pari o superiore a 45 anni provenienti da tutti gli Stati Uniti, ogni porzione (340 grammi) giornaliera aggiuntiva di succo di frutta è risultata associata a un aumento del 24% del rischio di mortalità per tutte le cause, hanno rilevato il primo autore dello studio Lindsay Collin della Emory University di Atlanta, in Georgia e i colleghi. Invece ogni porzione aggiuntiva di una qualsiasi bevanda zuccherata era associata a un aumento dell’11% del rischio di mortalità per tutte le cause.

I risultati suggeriscono che «un maggiore consumo di bevande zuccherate, compresi i succhi di frutta naturalmente dolci, è associato a un aumento della mortalità per tutte le cause tra gli adulti statunitensi più anziani» hanno concluso gli autori. ««Anche se vi sono molti programmi e iniziative politiche incentrati sulla riduzione del consumo di bevande zuccherate da parte dei consumatori, i nostri risultati suggeriscono che questi sforzi dovrebbero essere estesi anche ai succhi di frutta».

Un ampio studio statunitense

I ricercatori hanno analizzato i dati dello studio REGARDS (Reasons for Geographic and Racial Differences in Stroke), che valutava i fattori che contribuiscono a un aumentato rischio di ictus tra gli adulti statunitensi di almeno 45 anni di età al basale.

I volontari sono stati reclutati tra il febbraio 2003 e l’ottobre 2007 e i dati di follow-up sono stati raccolti fino al 2013. Al basale ognuno di loro ha completato un questionario relativo al consumo abituale di 110 prodotti alimentari nel corso dell’anno precedente. Gli outcome di interesse erano la mortalità per tutte le cause e quella correlata alla malattia coronarica (CHD).

La coorte finale dell’analisi comprendeva 13.440 individui, il 49,5% del campione totale di REGARDS. Avevano un’età media di 63,6 anni, il 59,3% erano uomini, il 68,9% erano bianchi e il 70,6% erano sovrappeso o obesi. Quasi tutti (97,4%) hanno riferito di consumare una qualche bevanda zuccherata. Il consumo medio totale di bevande zuccherate rappresentava l’8,4% dell’assunzione giornaliera di energia, suddiviso nel 4,4% di bevande con zucchero aggiunto (senza succhi) e nel 4% di succo di frutta.

 

Succhi di frutta non meno dannosi delle bibite zuccherate

Durante il periodo di follow-up si sono verificati 1000 decessi per qualsiasi causa, tra cui 168 per cause correlate alla malattia coronarica. Rispetto ai partecipanti che hanno consumato meno del 5% delle loro calorie giornaliere sotto forma di bevande zuccherate (bibite più succhi), coloro che hanno consumato il 10% o più delle loro calorie giornaliere come bevande zuccherate avevano un hazard ratio (HR) di 1,44 per la mortalità per CHD e di 1,14 per tutte le cause, dopo gli aggiustamenti per i fattori di rischio cardiovascolare (socioeconomici, demografici, qualità della dieta e attività fisica).

Dopo ulteriori aggiustamenti per l’assunzione totale di energia, i maggiori consumatori di tutti i tipi di bevande zuccherate avevano un rischio del 31% più alto di mortalità per malattia coronarica rispetti ai minori consumatori (HR 1,31).

Quando il consumo di zucchero da bevande è stato valutato come variabile continua, gli autori hanno scoperto che ogni porzione aggiuntiva di 340 grammi di bevande zuccherate era associata a un HR di 1,15 per la mortalità per malattia coronarica e di 1,11 per tutte le cause.

Una volta suddivisi i dati in base alla tipologia di bevanda, il rischio associato alla mortalità per malattia coronarica ogni 340 grammi aggiuntivi di bibita era di 1,11 per le bevande zuccherate e di 1,28 per i succhi di frutta, mentre il rischio di mortalità per tutte le cause è risultato rispettivamente di 1,06 e 1,24.

I limiti dello studio includono il numero relativamente piccolo di decessi verificatisi durante il follow-up, l’impiego dell’autovalutazione per stimare il consumo di alimenti e bevande, l’incapacità di distinguere tra diversi tipi di bevande zuccherate e la possibilità di altri fattori confondenti non misurati, hanno scritto gli autori.

Zucchero naturale come quello aggiunto

«Per quanto ne sappiamo, questo è uno dei primi studi che esaminano le associazioni tra bevande zuccherate e succhi con il 100% di frutta con i risultati di mortalità in una coorte multietnica», hanno commentato in un editoriale Marta Guasch-FerréFrank Hu, entrambi della Harvard T. H. Chan School of Public Health di Boston, in Massachusetts. «Anche se si tratta di evidenze solo indicative, lo studio richiama l’attenzione sui potenziali effetti avversi delle bibite con zuccheri aggiunti e dei succhi di frutta».

«Ci sono prove convincenti che un’elevata assunzione di bibite zuccherate è associata a una vasta gamma di conseguenze sulla salute, come carie, aumento di peso, diabete di tipo 2, malattia del fegato grasso e malattie cardiovascolari» hanno aggiunto. «Molte persone considerano i succhi di frutta un’alternativa più salutare alle bibite zuccherate, anche se spesso contengono una quantità simile sia di zucchero che di calorie. Anche se nei succhi con il 100% di frutta lo zucchero è quello già presente in natura negli ingredienti, piuttosto che aggiunto, una volta metabolizzato la risposta biologica del nostro organismo è essenzialmente la stessa».

L’American Academy of Pediatrics e le Dietary Guidelines for Americans, per i bambini di età compresa tra 1 e 6 anni raccomandano di limitare il consumo di succo di frutta a un massimo di 115-170 grammi al giorno, e dai 7 anni in su di non superare i 225 giorni giornalieri. I succhi dovrebbero essere al 100% di frutta e non altre bevande alla frutta con aggiunta di zucchero.

In sintesi, i due editorialisti hanno concluso che «gli effetti dannosi delle bevande zuccherate sono ormai ben consolidati e richiedono sforzi sia individuali che politici per ridurne il consumo. Nonostante i succhi di frutta incidano meno sulla salute, la loro assunzione andrebbe limitata nei bambini e negli adulti, specialmente nelle persone che desiderano controllare il loro peso corporeo. Sono necessarie ulteriori ricerche per esaminare i rischi per la salute e i potenziali benefici dei diversi tipi di succhi di frutta».

 

BIbliografia

 

Collin LJ et al. Association of Sugary Beverage Consumption With Mortality Risk in US Adults. A Secondary Analysis of Data From the REGARDS Study. JAMA Netw Open. 2019;2(5):e193121.

 

Leggi

 

da PHARMASTAR