Sí, le condizioni sono infinite.

Al mio bambino più piccolo è stato diagnosticato il diabete di tipo 1 quando aveva due anni e quattro mesi.
È da allora che sento che qualcuno ne parla come di una condizione.
Ecco le condizioni che ci ha dettato il diabete:
*mio figlio vive costantemente attaccato ad un microinfusore e ad un sensore (grazie SSN).
(Condizione di dipendenza dell’insulina ).
*dove c’è lui c’è sempre zucchero in buona scorta e glucagone (grazie glucagone che da iniettabile sei diventato in puff).
(Condizione di dipendenza da zuccheri e salvavita).
* quando Pietro ha iniziato la scuola dell’infanzia non mi commuovevo per il distacco come è avvenuto con i fratelli, lacrimavo per l’ansia e per la preoccupazione che nessuno si accorgesse che stesse male.
(Condizione della preoccupazione costante ).
*quando gli altri miei figli hanno fame e non è il momento giusto, vedo che frugano e, per non farsi vedere dal fratello, vanno in camera loro.
(Condizione della sopravvivenza dei siblings, nessuno pensa mai a loro ).
*lo ammetto, l’ho fatto qualche volta anche io di non farmi vedere che trangugiavo cibo nel momento in cui lui non poteva (e infatti ho preso dieci chili di disperazione).
(Condizione di non farsi venire la depressione perché ci manca ancora quella).
*si lo so, grazie alla conta dei cho, chi ha il diabete può mangiare tutto e infatti Pietro mangia tutto ciò che desidera. Va da se che quando “viaggia alto”  debba aspettare e quando sia “basso” debba trangugiare zucchero, che magari non vuole,
(Condizione di “con il diabete fai tutto, ma le regole le detta comunque il diabete, accettale e farai una vita comunque meravigliosa” )
*A Pasqua l’uovo si mangia a colazione e poi si va ai giardinetti quando l’onda dei grassi arriva (il gioco spontaneo … cosa è questa cosa? Ora si calcola!).
(Condizione di “si calcolano ogni movimento e ogni attività“).
*le colle dei presidi hanno fatto ulcerare la pelle del mio cucciolo (abbiamo fatto degli accrocchi e ora la sua pelle è liscia e perfetta: pouff di cortisone sulla pelle, cerotto con buchino per l’ago e poi sopra sparo il sensore).
(Condizione eventi avversi e come si sopravvive con l’esperienza).
*di notte si dorme a ritmo di samba (grazie allarmi che esistete).
Ad esempio stanotte dopo un sabato di nuoto /bici /giardinetti in camera nostra c’è stato il carnevale di Rio.
Ho comprato più correttori di occhiaie in due anni che nel resto della mia vita
(Condizione prendi tutto con ironia, che si affronta tutto meglio )
*lavoro? Certo che si lavora: di notte e nei festivi come capodanno e Pasqua, così di giorno posso stare nei dintorni di dieci km per quando gli insegnanti hanno bisogno di me in classe (sensore spanato, cannula penzolante varie ed eventuali).
(Condizione no, l’accompagnamento no, perché i nostri bambini sono sani).
*Non so se capita a tutti, ma a me dopo l’esordio è sembrato che mio figlio fosse stato toccato al gioco di Fulmine. E così nella mia mente viaggiava il pensiero: e ora se fulmine prende Matilde?
Se fulmine tocca a Nicolò? Se tocca i miei nipoti? Se toccherà i figli dei miei figli quando sarò nonna?
E se i miei figli decidessero di non diventare genitori perché nel mio DNA c’era il gioco di Fulmine ed io non lo sapevo?
(Condizione cervello troppo pensante: a chi non capita?)
*Non sto più ad elencare perché forse potrei andare all’infinito.
(Condizione delle infinite variabili del diabete ).

Sí, le condizioni sono infinite .

Ps: io ci credo nella cura: quando Piemonti ha detto al Diabethon 2020 “Il bambino che guarirà definitivamente dal diabete di tipo 1 è già nato“ ho pensato parlasse a me.
Mi addormento ogni notte con questa speranza e atto di fede verso la scienza (non è vero, non mi addormento, chiudo gli occhi ).

Ma nel frattempo viviamo la nostra vita sorridendo chiamando il diabete per quel che è: malattia.

Pps: poi possiamo anche affrontare il paradosso che con la tecnologia che c’è ora, mio figlio ha una malattia ma non è malato, ma questo è un altro discorso (bel discorso tra l’altro )
di Tania C. C.