Se il problema e’ nella donna

Le donne con il diabete mellito, soprattutto se mal controllato e di lunga durata, raggiungono più raramente l’orgasmo e hanno più spesso rapporti sessuali non soddisfacenti o dolorosi. Le cause? Più o meno le stesse della disfunzione erettile, ma la cura passa al momento solo attraverso un miglioramento del compenso glicemico.

Anche nella donna il diabete più provocare disfunzioni sessuali. Però non se ne parla, né tra i pazienti né tra i medici. «Questa è probabilmente la complicanza meno spesso riportata e meno studiata del diabete», afferma Luciano Improta, che ha coordinato il primo studio italiano e probabilmente europeo su questo tema.
«Per la prima volta abbiamo chiesto a un campione di nostre pazienti se provavano riduzione del desiderio sessuale, se soffrivano di vaginismo e se raggiungevano raramente o mai l’orgasmo» racconta Improta. Il risultato? Le donne con il diabete (il campione comprendeva circa 400 soggetti, sessualmente attivi, di età compresa tra i 18 anni e la menopausa) hanno un desiderio eguale o appena più basso di quello di donne non diabetiche, ma soffrono due volte più spesso delle altre di vaginismo (contrazione dei muscoli della vagina che rende impossibile o doloroso il rapporto), e di anorgasmia (mancanza di orgasmo). Questi dati sono stati ottenuti ponendo alle pazienti domande molto semplici e comprensive, ma soprattutto «con tutte le cautele e il tatto del caso».
«Siamo ricorsi a medici donne o a incontri nei quali oltre al medico uomo era presente una operatrice sanitaria o una sessuologia», spiega Improta; «una volta rotto il ghiaccio abbiamo però constatato che la donna parla con più tranquillità e con meno resistenza del maschio di disfunzioni sessuali».

Insomma le donne sembrano avere un rapporto più tranquillo con la sessualità…
La disfunzione erettile è palese e può colpire l’immagine che il maschio ha di sé. La difficoltà a raggiungere l’orgasmo può essere o meno condivisa ed è vissuta dalla donna più tranquillamente. Per antico retaggio non la considera un handicap, una complicanza che merita un intervento medico. In compenso se il Team pone il problema, la risposta è attenta e interessata.

Cosa consigliare alla donna diabetica che ha una disfunzione sessuale?
Di migliorare il compenso glicemico, correggere l’insulinoresistenza se c’è e l’eventuale ipertensione. La causa principale dell’anorgasmia è infatti molto simile a quella della disfunzione erettile: il clitoride contiene corpi cavernosi che si ingrandiscono esattamente come accade al pene, sotto l’influsso dell’eccitazione sessuale, collaborando a garantire la soddisfazione e l’orgasmo. Il meccanismo di inturgidimento del clitoride è simile ed è colpito allo stesso modo sia dalla vasculopatia periferica sia dalla neuropatia periferica, complicanze spesso causate da un diabete mal compensato, soprattutto se di lunga durata.

Quindi i farmaci inibitori della fosfodiesterasi che tanti risultati hanno ottenuto per la cura della disfunzione erettile maschile dovrebbero funzionare anche nella donna?
Teoricamente sì. La ricerca sul ‘viagra rosa’, come è stato definito dalla stampa, non sembra ancora arrivata a chiari successi. Invece otteniamo buoni risultati nella femmina come nel maschio ottimizzando il controllo glicemico: la neuropatia e/o la vasculopatia possono arrestarsi e forse anche regredire.

Il vaginismo invece?
Sappiamo che il diabete danneggia le mucose: conosciamo per esempio le gengiviti. Lo stesso vale per la vagina, la cui flora batterica interna diventa ‘troppo ospitale’ se il diabete è mal compensato: il sangue, l’urina e le secrezioni ricche di zucchero ospitano batteri e funghi contro i quali il sistema immunitario del diabete, meno efficiente, ha difficoltà a combattere. Da qui una percentuale assai alta di infezioni locali, soprattutto micosi difficili da trattare e che evolvono in uretriti, cistiti e in un’infiammazione generale la quale può essere una delle cause di vaginismo.

In questo caso come si interviene?
Micosi e vaginiti in genere vanno curate con medicine specifiche che si applicano sulle mucose genitali: ovuli, candelette, lavande… È assolutamente indispensabile che il trattamento sia effettuato da entrambi i partner, anche se solo uno dei due ha sintomi, altrimenti il rischio di continuare a infettarsi è alto. Ovviamente bisognerà anche agire sulla glicemia altrimenti il problema si ripresenta.

Il vaginismo ha anche cause psicologiche?
Sì, è una risposta di ‘difesa’ che troviamo anche nella popolazione generale. È superiore nella donna con il diabete perché questa ha più spesso un cattivo rapporto con il suo corpo e può difendersi così dall’idea di essere soggetto o oggetto di desiderio sessuale.

Il diabetologo non invade il campo del ginecologo quando indaga sulle disfunzioni sessuali della donna?
Forse in teoria sì, e sicuramente alcuni interventi, per esempio in caso di serie infezioni batteriche e micotiche, vanno coordinati con lo specialista. In realtà, però, poche delle donne con diabete che hanno affermato di avere disfunzioni sessuali ne avevano mai parlato con il ginecologo. Questa è una cosa che fa riflettere.

Ma la paziente di rado apre il discorso su questo tema…
Se è per questo anche il paziente maschio. A volte però lo fa in maniera indiretta. Forse quando viene a riferire di sintomi locali, come bruciori e pruriti, la paziente lo fa sperando che sia il suo interlocutore a portare il discorso sulla sessualità.

 

 

di LUCIANO IMPROTA,
laureato a Napoli, specializzato in Medicina Interna ed Endocrinologia dirige il Centro Territoriale di Diabetologia di Sorrento. Coordina il Gruppo di studio sulle disfunzioni sessuali e il diabete mellito della AMD Campania.

da www.modusonline.it

10 giugno 2006