Prevenzione del diabete di tipo 2, metformina si conferma sicura ed economica nel lungo periodo

La metformina si conferma un farmaco sicuro, efficace e poco costoso per ridurre il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 in una valutazione durata oltre 15 anni, in particolare nei sottogruppi di pazienti con glicemia basale più alta e nelle donne con una storia di diabete gestazionale. Sono i risultati di un follow-up a lungo termine dei partecipanti al Diabetes Prevention Program (DPP) appena pubblicati sulla rivista Diabetes Care

Il beneficio della metformina nella prevenzione il diabete riguardava la riduzione del rischio sia relativo che assoluto e indipendentemente dal fatto che la diagnosi fosse effettuata mediante test orale di tolleranza al glucosio, glicemia a digiuno o HbA1c. 

«Qualunque sia il metodo diagnostico utilizzato, con la metformina si ottiene un beneficio persistente e duraturo. A mio avviso il messaggio più importante è questo», ha detto l’autore principale David Nathan del Massachusetts General Hospital di Boston. «E non per 3 o 10 anni come si sapeva fino a oggi, ma si mantiene per 15 anni e quindi è un effetto piuttosto potente». 

Economico e ben tollerato, ideale per la prevenzione 
«La metformina si conferma un farmaco incredibilmente sicuro, poco costoso e ben tollerato dalla maggior parte dei pazienti. È davvero uno dei pochi farmaci al mondo che ha senso utilizzare per la prevenzione del diabete, proprio perché l’abbiamo usato a lungo e lo conosciamo molto bene», ha spiegato Nathan. 

La nuova analisi ha inoltre identificato due gruppi di pazienti ad alto rischio nei quali il farmaco ha determinato una riduzione del rischio ancora maggiore, ovvero quelli con glicemia basale più alta e le donne con una storia di diabete gestazionale. «Questo non significa che gli altri prediabetici non ne traggano beneficio, ma solo che in alcuni sottogruppi i benefici sono maggiori», ha osservato Nathan. 

Ha tuttavia sottolineato che l’uso di metformina a scopo preventivo è off-label e, dal momento che è da tempo fuori brevetto, è improbabile che un’azienda farmaceutica si adoperi perché ottenga una nuova indicazione. Di contro, il suo basso costo e la sua sicurezza la rendono un’opzione auspicabile in aggiunta agli interventi sullo stile di vita. 

Prevenzione del diabete indipendentemente dal metodo di diagnosi 
Nello studio Diabetes Prevention Program originale, 3234 partecipanti di età pari o superiore a 25 anni ad alto rischio di diabete di tipo 2 sono stati randomizzati a modificare in modo intensivo il loro stile di vita, oppure a ricevere metformina 850 mg due volte al giorno o placebo. 

Una volta terminato lo studio nel 2001, i partecipanti sono entrati in una fase di follow-up osservativo, il DPPOS (Diabetes Prevention Program Outcomes Study). A tutti è stata offerta una versione a intensità ridotta dell’intervento sullo stile di vita e i soggetti sottoposti a metformina hanno continuato ad assumerla. Chi ha sviluppato il diabete in questa fase è stato indirizzato al proprio medico personale e a molti di questi pazienti è stata nuovamente prescritta la metformina. 

Nel corso del follow-up di 15 anni, quando la diagnosi di diabete era basata su un test di tolleranza al glucosio a digiuno e/o a 2 ore, l’incidenza dello sviluppo della malattia è risultata del 17% inferiore nel gruppo originale trattato con metformina rispetto al gruppo placebo, con una differenza di frequenza di 21,25 casi/100 anni-persona. 

Quando invece la diagnosi si basava sulla HbA1c, la metformina è stata associata a una riduzione del rischio relativo del 36%, con una differenza di frequenza di 21,67 casi/100 persona-anno (risultati statisticamente significativi in entrambi i casi). 

L’effetto della metformina non differiva dal placebo nei soggetti con HbA1c al basale inferiore al 6%, mentre ha prevenuto un numero significativamente maggiore di casi di diabete nei pazienti con HbA1c dal 6,0% al 6,4% rispetto a quelli con HbA1c inferiore al 6% (-3,88 vs -1,03 casi/100 anni-persona; p=0,001). 

Nelle donne con una storia di diabete gestazionale, il farmaco ha comportato una riduzione significativa del 41% nello sviluppo del diabete rispetto al placebo (p=0,03), non significativa in assenza di diabete gestazionale. 

Allo stesso modo non sono emerse differenze nell’effetto della metformina sull’indice di massa corporea e i benefici sono stati inferiori nei gruppi di età più avanzata. 

Quali speranze per una nuova indicazione? 
Nathan ha fatto presente che un altro trial in corso nel Regno Unito sta valutando se la metformina previene gli esiti cardiovascolari nelle persone ad alto rischio di diabete di tipo 2, con risultati attesi a fine 2024. 

Nonostante questo, ribadisce l’assenza di un interesse economico per le aziende nel sostenere una nuova indicazione della metformina nella prevenzione del diabete di tipo 2. Ritiene che esista una possibile strada alternativa negli Usa, ossia una petizione da parte dei cittadini rivolta alla Fda, che in passato ha ottenuto qualche successo. 

«Il costo dei farmaci è sulle prime pagine dei giornali ogni giorno. Ecco un prodotto generico e incredibilmente economico che potrebbe essere ideale per un nuovo utilizzo. Se dovessero emergere altri dati, potrebbe diventare quello che le compagnie farmaceutiche di solito non apprezzano, ossia un farmaco che costa 10 centesimi a compressa». 

Bibliografia 

Diabetes Prevention Program Research Group. Long-term Effects of Metformin on Diabetes Prevention: Identification of Subgroups That Benefited Most in the Diabetes Prevention Program and Diabetes Prevention Program Outcomes Study. Diabetes Care. 2019 Apr;42(4):601-608

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Da PHARMASTAR