Prediabete e diabete, quale dieta è più adatta tra la chetogenica e quella mediterranea?

Nei pazienti con prediabete o diabete di tipo 2 sia la dieta chetogenica che quella mediterranea hanno ridotto con successo i livelli di zucchero nel sangue, secondo i risultati di un piccolo studio crossover randomizzato pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition.

Non è stato raggiunto un consenso su cosa costituisca una dieta ottimale nei soggetti con prediabete e diabete di tipo 2, hanno premesso gli autori. Nel 2018-2019, sia Diabetes UK che l’American Diabetes Association (ADA) hanno pubblicato delle linee guida nutrizionali per la prevenzione e la gestione del diabete, approvando un approccio personalizzato e concordando su diverse raccomandazioni nutrizionali chiave, tra cui incorporare nella dieta delle verdure non amidacee e ridurre al minimo gli zuccheri aggiunti e i cereali raffinati.

Diabetes UK ha anche considerato i modelli alimentari in base alla composizione dei macronutrienti e ha assegnato il punteggio più alto alla dieta mediterranea per i pazienti con e a rischio di diabete di tipo 2. Al contrario l’ADA non ha raccomandato un modello dietetico specifico, ma ne ha raccomandati diversi, tra cui la dieta mediterranea e le diete a contenuto di carboidrati basso e molto basso. Inoltre, per la prima volta, l’ADA ha suggerito di ridurre l’assunzione complessiva di carboidrati per diminuire i livelli ematici di glucosio, facendo presente che in adulti selezionati con diabete di tipo 2 gli schemi alimentari a contenuto di carboidrati basso o molto basso erano approcci praticabili.

Dieta chetogenica vs dieta mediterranea
Per confrontare gli effetti di due regimi alimentari, lo studio ha coinvolto 33 adulti con prediabete (HbA1c 5,7%-6,4% o glicemia a digiuno da 100 a 125 mg/dl) o diabete di tipo 2 (HbA1c di almeno il 6,5% o glicemia a digiuno di almeno 126 mg/d o superiore). I 33 soggetti reclutati sono stati randomizzati in modo uniforme a seguire una delle due diete per 12 settimane.

Pur non scoraggiando la perdita di peso, i ricercatori non hanno comunque applicato una particolare restrizione calorica ai partecipanti, che hanno consumato da 250 a 300 calorie in meno al giorno rispetto al basale.

Ai pazienti assegnati a una dieta chetogenica ben formulata (WFKD) è stato chiesto di sostenere la chetosi nutrizionale limitando i carboidrati a 20-50 g al giorno e le proteine ​​a circa 1,5 g per kg di peso corporeo al giorno, assumendo le restanti calorie attraverso i grassi. È stato anche detto loro di consumare più di 3 porzioni al giorno di verdure non amidacee e di mantenere un’adeguata assunzione di minerali e liquidi per lo stato chetogenico, con circa 3-5 g di sodio e 3-4 g di potassio al giorno.

Alle persone assegnate alla dieta mediterranea plus (Med-Plus) è stato detto di evitare semplicemente gli zuccheri aggiunti e i cereali raffinati, dato che questo regime è già principalmente a base vegetale.

Vantaggi con entrambe le diete
La dieta chetogenica ha comportato una riduzione del 9% dei valori di emoglobina glicata (HbA1c) dopo 12 settimane, mentre quella mediterranea un calo del 7%, hanno riferito il primo autore Christopher Gardner e colleghi della Stanford University in California. Entrambi i tipi di dieta hanno anche portato a diminuzioni del peso corporeo (8% vs 7%, rispettivamente), senza differenze significative tra i gruppi

Entrambi regimi alimentari sono considerati “a basso contenuto di carboidrati” e si basano sulla limitazione dell’assunzione di zuccheri aggiunti e dei cereali raffinati, privilegiando il consumo di verdure non amidacee. Una delle differenze principali è che la dieta chetogenica evita legumi, frutta e cereali integrali intatti che sono invece inclusi nella dieta Med-Plus.

«L’unica cosa che tutti hanno fatto abbastanza bene è stata limitare lo zucchero aggiunto e i cereali raffinati. Questo era il messaggio principale per entrambe le diete» ha spiegato Gardner. «Per alcune persone la dieta chetogenica risultava però troppo restrittiva e non sono state in grado di seguirla».

Nei confronti dei parametri cardiometabolici, le persone sottoposta al regime WFKD hanno ottenuto una maggiore riduzione dei trigliceridi, ossia un calo del 16% rispetto al basale rispetto al solo 5% con la dieta Med-Plus (P=0,02). Il colesterolo LDL è invece aumentato del 10% con la dieta WFKD ed è diminuito del 5% con Med-Plus, mentre il colesterolo HDL è cresciuto rispettivamente dell’11% e del 7% con i due approcci alimentari.

Tuttavia, per via della minore assunzione di fibre rispetto alla dieta mediterranea, quella chetogenica non ha apportato una serie di sostanze nutritive come tiamina, vitamine B6, C, D ed E e fosforo, mentre i livelli di vitamina B12 erano più elevati.

«Più si riducono i carboidrati, più vengono esclusi interi gruppi di alimenti che sono considerati molto nutrienti e sani» ha detto Gardner. «Per quale motivo bisognerebbe rinunciare ad alcuni di quei principi fondamentali della salute e della nutrizione? L’obiettivo dovrebbe essere limitare gli zuccheri aggiunti e i cereali raffinati e sottolineare l’importanza di un maggior consumo di verdure».

Sono stati segnalati un totale di quattro eventi avversi, di cui uno solo, un livello elevato di alanina transaminasi con la diate WFKD, è stato considerato probabilmente correlato allo studio.

Bibliografia

Gardner CD et al. Effect of a ketogenic diet versus Mediterranean diet on glycated hemoglobin in individuals with prediabetes and type 2 diabetes mellitus: The interventional Keto-Med randomized crossover trial. The American Journal of Clinical Nutrition, 2022;, nqac154. 

Leggi

 

da PHARMASTAR

 

FOTO