Piemonte definisce la rete territoriale endocrino-diabetologica per prevenzione e diagnosi precoce

In Piemonte, sono circa 280.000 le persone che soffrono di diabete, oltre il 5% della popolazione. Il 91% di questi sono adulti con diabete di tipo 2, gli altri sono persone con diabete di tipo 1- età pediatrica (circa il 5%), diabete gestazionale, diabete secondario e altri tipi di diabete. Il dato è costante crescita: nel 2011 i pazienti diabetici iscritti al Registro regionale del diabete erano 268.200, di cui l’88% con diabete di tipo 2, con aumento del 10% in quattro anni.
Per quanto riguarda  le fasce di età: 1,5% ha un’età inferiore ai 30 anni, il 33,5%  un’età comprese fra il 30 e i 60 anni  e il 65% un’età superiore ai 60 anni.

È sulla base di questi dati che la Regione Piemonte ha deciso di istituire la Rete territoriale endocrino-diabetologica approvando nei giorni scorsi, con una delibera proposta dall’assessore alla Sanità, Antonio Saitta, gli indirizzi per la riorganizzazione dell’assistenza diabetologica ed endocrinologia.

L’obiettivo, spiega la Regione in una nota, è “garantire a questi pazienti  una sempre migliore assistenza attraverso l’omogeneità e la condivisione dei percorsi di cura fra tutti i servizi competenti e coinvolti in ciascuna area del territorio regionale, l’analisi e la soluzione collegiale dei problemi, l’appropriatezza clinica ed organizzativa, la formazione comune”.
Quella del Piemonte, assicura la Regione, sarà “una rete all’avanguardia in Italia” il cui modello si configura in quattro quadranti con centri hub di riferimento:
•    Area metropolitana di Torino: Asl To1, To2, To3, To4, To5, con centri hub di riferimento gli Ospedali Mauriziano, Città della Salute, Maria Vittoria (To2) e San Luigi Gonzaga di Orbassano;
•    Piemonte nord-est: Asl Biella, Vercelli, Novara e Vco, con centro hub Ospedale Maggiore di Novara;
•    Piemonte sud-est: Asl Asti e Alessandria, con centro hub Ospedale di Alessandria;
•    Piemonte sud ovest: Asl Cn1 e Cn2, con centro hub Ospedale di Cuneo

Nella fase transitoria, la Rete si svilupperà su 2 aree di coordinamento interaziendale:
•    Piemonte orientale: (Aree Nord Est e Sud Est)
•    Piemonte occidentale (Area Metropolitana di Torino e Sud-Ovest).

La rete, secondo le indicazioni dell’Assessorato alla sanità, dovrà essere strettamente correlata con tutte le forme organizzative della medicina generale (medici di famiglia e pediatri)  per la gestione integrata dei percorsi di salute: “E’ dai medici di famiglia che passa la sensibilizzazione verso i pazienti sullo stile di vita corretto (alimentazione sana ed esercizio fisico) che insieme al mantenimento costante di un buon compenso metabolico è in grado di ridurre l’incidenza delle complicanze del diabete”, evidenzia la Regione nella nota.

Il modello di assistenza è basato su alcune priorità:
•    personalizzazione della terapia ovvero agire in modo personalizzato sia sullo stile di vita,  sia sulle prescrizioni farmacologiche, sui tempi e sulle dosi di somministrazione;
•    ottimizzazione del percorso diagnostico-terapeutico per adattarlo e renderlo appropriato a seconda delle esigenze e della situazione clinica del paziente;
•    inserimento del paziente al centro di un  “team  integrato” costituito dal  suo medico di famiglia, dal diabetologo e dagli altri operatori sanitari coinvolti nel processo di cura (infermieri, dietisti, ecc).

La nota ricorda che l’Assessorato ha scelto di approvare l’istituzione della rete endocrino diabetologica in prossimità della Giornata mondiale del Diabete, che si celebra il prossimo lunedì 14 novembre: saranno numerose in tutto il Piemonte le iniziative organizzate dalle Aziende sanitarie e dalle associazioni dei pazienti per promuovere la prevenzione e la diagnosi precoce.

 

da quotidianosanità.it