Obesità fortemente correlata a gravi di problemi di salute e morte prematura. Lo dice uno studio su quasi 3 milioni di adulti

Secondo un nuovo studio britannico, anche una lieve obesità è legata all’insorgenza di gravi problemi di salute come il diabete di tipo 2 o l’insufficienza cardiaca rispetto a un peso nella norma. Le nuove stime su oltre 2,8 milioni di adulti rappresentativi della popolazione del Regno Unito sono state presentate all’European Congress on Obesity (ECO) 2019 che si è da poco concluso a Glasgow, UK.

Gli adulti gravemente obesi avrebbero una probabilità addirittura 12 volte superiore di ammalarsi di diabete di tipo 2 e un rischio 22 volte maggiore di soffrire di apnee notturne rispetto a chi è normopeso, ma è sufficiente anche una lieve obesità per quintuplicare le probabilità di sviluppare il diabete e di avere un rischio del 70% superiore di soffrire di insufficienza cardiaca. 

Gli autori tengono a precisare che sul rischio che insorgano gravi problemi di salute incide molto la presenza o meno di comorbidità all’inizio dello studio. Per fare un esempio, una storia pregressa di un qualsiasi evento cardiovascolare ha raddoppiato il rischio di angina instabile/infarto, ictus e insufficienza cardiaca.

La dimensione di questo analisi, così come la capacità di considerare 12 diversi gravi esiti legati alla salute in una coorte rappresentativa della popolazione del Regno Unito – affermano i ricercatori -, rende questa ricerca diversa da quanto realizzato in precedenza.

Un campione enorme di popolazione
Gli autori hanno analizzato i dati di indice di massa corporea (Bmi), salute e mortalità di oltre 2,8 milioni di adulti (età media di 51 anni) tra gennaio 2000 e luglio 2018 provenienti dal database UK Clinical Practice Research Datalink, che è rappresentativo della popolazione demografica britannica complessiva per età, sesso e distribuzione geografica.

I soggetti presi in esame sono stati suddivisi in cinque gruppi in base al loro Bmi: 18,5-25 kg/m2 per il peso normale (gruppo di riferimento), 25-30 per il sovrappeso, 30-35 per obesità di classe I, 35-40 per obesità di classe II e 40-45 per obesità di classe III. Per poter fare una stima della comparsa di 12 gravi problemi di salute, i dati sono stati collegati a quelli dell’Hospital Episode Statistics, e i risultati sono poi stati aggiustati per età, sesso e fumo.

Forti aumenti del rischio di future malattie gravi
Rispetto agli individui con peso normale, gli adulti con obesità di classe I avevano una probabilità cinque volte maggiore di sviluppare diabete di tipo 2 e apnea notturna, rischi che nei soggetti con obesità di classe II erano rispettivamente quasi 8 e 12 volte più alti.

L’obesità di classe III ha triplicato il rischio di insufficienza cardiaca, ipertensione e dislipidemia (livelli anormali, solitamente alti, di colesterolo e altri grassi nel sangue), oltre che comportare un rischio maggiore del 50% di morte prematura, sempre rispetto ai normopeso.

La presenza di comorbidità all’inizio dello studio aveva un notevole impatto sulle probabilità di insorgenza di gravi problemi di salute. L’ipertensione iniziale è risultata fortemente associata allo sviluppo di dislipidemia, malattia renale cronica e diabete di tipo 2. Un precedente evento cardiovascolare ha raddoppiato il rischio di angina instabile/attacco cardiaco, ictus/attacco ischemico transitorio e insufficienza cardiaca.

«Confrontando il rischio legato all’indice di massa corporea in numerosi esiti nello stesso ampio campione di popolazione, i livelli di rischio sono diversi a seconda delle patologie: nel caso di un peso corporeo eccessivo sono particolarmente elevati per il diabete di tipo 2 e per l’apnea notturna», ha commentato dice l’autrice dello studio Christiane Haase di Novo Nordisk, che ha finanziato lo studio.

«Se consideriamo che il numero di persone che convivono con l’obesità è quasi triplicato in tutto il mondo negli ultimi 30 anni (da 105 milioni di persone nel 1975 a 650 milioni nel 2016), le nostre scoperte hanno gravi implicazioni per la salute pubblica. L’indice di massa corporea rappresenta un importante fattore di rischio modificabile che può consentire di ridurre l’insorgenza di una vasta gamma di gravi problemi di salute nella popolazione generale». 

Gli autori riconoscono che il loro studio ha delle limitazioni. Non fornisce conclusioni definitive sulla causa dei problemi di salute, ma piuttosto si concentra sull’osservazione del loro legame con l’aumento di peso, inoltre altri potenziali fattori confondenti non misurati potrebbero avere influito sui risultati.

Victoria Taylor, responsabile della nutrizione presso la British Heart Foundation, ha dichiarato che «è un fatto ben noto che l’obesità sia uno dei fattori che possono seriamente aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiache e circolatorie, così come il diabete di tipo 2. Nonostante questo, più di un quarto degli adulti del Regno Unito (il 28%) sono obesi ed è qualcosa su cui abbiamo urgentemente bisogno di intervenire».

«Compreso apportare dei cambiamenti che rendano più facile per tutti noi fare scelte alimentari più sane ed essere più attivi, oltre a un’attenzione continua alla riformulazione degli alimenti, in modo che la nostra spesa quotidiana sia più sana. Anche una pubblicità e un marketing più responsabili sugli alimenti destinati ai bambini dovrebbero essere parte della soluzione» ha aggiunto.

 

da PHARMASTAR