Militare Usa salvato da un trapianto record: una vicenda dall’impronta italiana nel paese a stelle e strisce

Francesco Porfirio, aviere statunitense di 21 anni di origine italiana, ha rischiato di morire dopo essere stato  vittima di un attentato in Afghanistan; diversi proiettili gli avevano distrutto metà pancreas e le condizioni del giovane erano davvero critiche.

Il destino, prima beffardo, ha mostrato poi la sua benevolenza e ha voluto che a salvarlo fosse l’italiano Camillo Ricordi.

Francesco Porfirio aveva bisogno di un nuovo pancreas da trapiantare di cui, però, non c’era disponibilità; l’unica soluzione era rivolgersi al luminare Camillo Ricordi, creatore di un apparecchio capace di individuare le isole pancreatiche permettendo così di trapiantare solo le cellule pancreatiche e non l’intero organo. Il 26 novembre i medici dell’ospedale Walter Reed Army Medical Center di Washington hanno spedito il pancreas del paziente all’Università Miami, dove opera il ricercatore italiano, per un disperato tentativo di salvare il giovane aviere. L’organo è arrivato a Miami alle 23 e nelle sei ore successive le cellule produttrici di insulina sono state isolate e purificate. Dopo, con grande urgenza, sono state rispedite a Washington in una sacca a forma di cono che prende il nome di Ricordi Infusion bag. Il lavoro del professore non si è pero esaurito qui, infatti, grazie a un collegamento internet ha aiutato i medici dell’ospedale militare a eseguire il trapianto.

Trapianti simili erano stati eseguiti dal professor Ricordi più volte ma solo su pazienti diabetici e con organi prelevati da donatori diversi dal ricevente; la strategia di trapiantare le isole pancreatiche evita l’utilizzo di farmaci immunosoppressori. Era, però, la prima volta che un trapianto di cellule produttrici d’insulina venisse eseguito su un organo rimosso d’urgenza. Inoltre, era una corsa contro il tempo, bisognava trasportare il pancreas senza danneggiarlo ulteriormente: immerso in una soluzione speciale e alla temperatura di 4 gradi sono riusciti a conservare l’organo fino a 8 ore senza problemi.

Questa esperienza, secondo Ricordi, apre nuove prospettive: “aumenta la consapevolezza che, ogni volta che si prelevano gli organi da un donatore, il pancreas deve essere sempre rimosso. Non va mai buttato via perché è sempre possibile prelevare le cellule che producono insulina”.

Dopo 15 giorni le cellule già funzionavano e a 6 settimane le isole pancreatiche trapiantate si sono alimentate da nuovi capillari e hanno iniziato a produrre una quantità di insulina sufficiente. Ora il giovane è uscito dalla terapia intensiva e sta bene.

Francesco Porfirio ricorderà il giorno del Ringraziamento con maggiore enfasi e sarà uno speciale  ringraziamento dedicato a Camillo Ricordi per avergli concesso l’opportunità di vivere ancora.

 

Carmelo Molfetta

Periodico Italiano