Metformina scarsamente prescritta ai pazienti con prediabete

La metformina, pur essendo notoriamente sicura ed efficace per la prevenzione del diabete, è prescritta di rado ai soggetti adulti in età lavorativa con prediabete. Lo evidenziano i risultati di uno studio retrospettivo di ricercatori americani, pubblicato di recente sugli Annals of Internal Medicine.

“Lo studio Diabetes Prevention Program (DPP) del 2002 ha dimostrato che sia gli interventi sullo stile di vita sia la metformina riducono il rischio di sviluppare diabete franco rispetto al placebo, ma poco si sa sugli sforzi fatti tradurre l’uso della metformina nella prevenzione del diabete” ha dichiarato la prima firmataria dello studio, Tannaz Moin, della University of California di Los Angeles, in un’intervista. “Il nostro studio mostra che la metformina è prescritta raramente per la prevenzione del diabete, pur essendo un’opzione terapeutica sicura ed evidence-based”.

L’autrice ha detto che lei e colleghi sono rimasti molto sorpresi nel trovare percentuali di prescrizione del farmaco così basse, specie tra gli individui a rischio più alto, che sono quelli in cui le evidenze a supporto dell’impiego della metformina sono più forti. 

La Moin e gli altri autori hanno effettuato un’analisi retrospettiva su una coorte di 17.352 soggetti adulti di età compresa tra i 19 e i 58 anni, coperti dall’’assicurazione United Healthcare (la più grossa assicurazione sanitaria privata americana) nel periodo tra il 2010 e il 2012, con l’obiettivo di determinare la percentuale di prescrizioni di metformina in questa popolazione.

Nell’arco dei 3 anni considerati, la metformina è stata prescritta solo al 3,7% del campione (647 pazienti).

Nei sottogruppi con un BMI superiore a 35 kg/m2 (391 pazienti) o con un diabete gestazionale (121 pazienti), la percentuale di prescrizione della metformina è risultata un po’ superiore, ma comunque bassa, e pari al 7,8%. Questi sono “i gruppi per i quali le linee guida dell’American Diabetes Association insistono maggiormente sul trattamento del prediabete con la metformina” scrivono gli autori. Cionondimeno, il dato indica che meno di un paziente su 12 in questo gruppo ad alto rischio, identificato in modo specifico nelle linee guida nazionali, è stato trattato con metformina, osservano la Moin e i colleghi.

Dopo che gli autori hanno aggiustato i dati in base all’età, al reddito e il grado di istruzione, la probabilità prevista di vedersi prescrivere la metformina è risultata quasi doppia tra le donne (4,8%) rispetto agli uomini (2,8%; P < 0,001) e tra gli obesi ( 6,6%) rispetto ai soggetti non obesi (3,5%; P < 0,001)

Inoltre, la probabilità di prescrizione della metformina è risultata quasi 1,5 volte più alta tra i pazienti con due o più patologie concomitanti (4,2%) rispetto a quelli senza alcuna comorbilità (2,8%; P = .001).

“I nostri risultati mettono in luce un’opportunità concreta per migliorare la traduzione degli sforzi nazionali per la prevenzione del diabete per ampi segmenti della popolazione adulta degli Stati Uniti con prediabete, in particolare tra i soggetti a più alto rischio, cioè quelli con meno di 60 anni di età, con una storia di diabete gestazionale o con un BMI superiore a 35 kg/m2” ha detto la Moin.

“I pazienti con prediabete dovrebbero essere istruiti su tutte le opzioni terapeutiche evidence-based per la prevenzione del diabete e il relativo rapporto rischio-beneficio, al fine di prendere le decisioni terapeutiche che meglio si allineano con le loro preferenze e i loro livelli di rischio” ha aggiunto la ricercatrice.

Inoltre, ha ribadito la Moin, “la metformina rappresenta l’occasione ideale per esaminare criticamente questi temi, e speriamo che il nostro studio possa metterne in luce l’importanza”.

L’autrice e i colleghi scrivono che le ragioni per cui l’impiego della metformina nei pazienti con prediabete è così scarso non sono del tutto chiare e i prossimi studi dovrebbero indagare i molteplici fattori che potrebbero contribuire a questo sottoutilizzo.

“Per quanto riguarda i prescrittori, le barriere potrebbero essere legate alla mancata conoscenza dei risultati dello studio DPP o delle evidenze correlate. Anche in caso di una piena conoscenza delle evidenze fornite dagli studi randomizzati, ci sono poche indicazioni per l’applicazione di questi dati nella pratica clinica quotidiana” osservano gli autori.

Inoltre, aggiungono, la metformina non è approvata dalla Food and Drug Administration (Fda) per il trattamento del prediabete, il che può aumentare la titubanza nel prescriverla “off label” in questo setting.

A questo proposito, la Moin ha detto di ritenere improbabile che l’Fda approvi la metformina per i pazienti con prediabete perché questo ipoglicemizzante è ormai disponibile come generico e per l’azienda titolare del brevetto originario potrebbe essere troppo costoso presentare una richiesta supplementare per questa nuova indicazione. Negli Usa, infatti, solo i detentori del brevetto originale possono presentare all’agenzia del farmaco richiesta di autorizzazione per nuove indicazioni.

Alessandra Terzaghi

T. Moin, et al. Metformin Prescription for Insured Adults With Prediabetes From 2010 to 2012: A Retrospective Cohort Study. Ann Intern Med. 2015; doi:10.7326/M14-1773.
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da PHARMASTAR