Mattia, il bimbo costretto a non andare all’asilo

Volla (Napoli). È stata una battaglia lunga due anni, ma alla fine il bambino di cinque anni e tanta forza, ha raggiunto un bel traguardo. Il piccolo, che chiameremo Mattia, affetto da diabete mellito aggravato da un forte scompenso metabolico, si è scontrato a lungo contro il muro delle istituzioni che gli hanno negato di andare a scuola per la mancanza di assistenza infermieristica nelle ore scolastiche. 

Oggi Mattia va scuola, frequenta entusiasta l’ultimo anno di asilo perché nell’orario prestabilito riceve l’assistenza sanitaria che gli è dovuta. Alle 12 in punto Mattia deve misurare la glicemia e fare un’iniezione di insulina (solo la seconda della giornata). A svolgere il tutto non è un infermiere: il Comune infatti non ha la copertura finanziaria necessaria ma una persona della sua famiglia capace di assistere il piccolo, individuata dall’Asl competente. 
Un risultato ottenuto dopo due anni di nulla di fatto, «da parte della scuola e della scorsa amministrazione comunale», dice Maria, la mamma del piccolo. Solo quest’anno, infatti il caso del suo bambino è arrivato per la prima volta sulla scrivania dell’Unità Diabetologica della Asl territoriale che ha attivato l’iter previsto in questi casi, riunendo l’équipe multidisciplinare per stabilire l’assistenza adeguata. Una battaglia portata avanti con forza dalla sua mamma che non si è mai arresa. 

Quest’anno Maria è tornata più agguerrita per far valere i diritti del piccolo che l’anno prossimo andrà in prima elementare: ha rifatto di nuovo richiesta di assistenza anche al Comune dove ha finalmente ricevuto risposta. «A differenza del passato – spiega Maria – l’assessore attuale della Pubblica istruzione, Simona Mauriello ha attivato la pratica con il Distretto sanitario territoriale che affrontando le difficoltà, ha infine stabilito l’assistenza sanitaria per mio figlio garantendogli in tal modo una vita scolastica normale». 

Nel corso della discussione medica anche per fronteggiare le difficoltà economiche, l’équipe ha individuato in una persona di famiglia, l’assistente più adeguato per il piccolo. 

«Per il mio bambino è vitale osservare gli orari di merenda per evitare sbalzi glicemici – spiega Maria – ma non tutti riescono a seguire il bimbo prestandogli le dovute attenzioni, così nel passato, per evitare scompensi che una volta lo hanno portato al coma diabetico, ho dovuto tenerlo a casa negandogli la scuola».

 

di Patrizia Panico

da Il Mattino.it