Ma il diabete ci cambia?

Mi ritrovo a lavorare, a guidare gli alunni, a parlare e parlare con i genitori sempre con la glicemia a 300 (o più)…micro che smette di funzionare proprio nel periodo della morte di mio padre, ritorno alla terapia insulinica, assestamenti e aggiustamenti e controlli e buchi e buona volontà.
Anni di alti bassi alti bassi alti bassi e soluzioni sempre provvisorie. Ora valori nuovamente impossibili e la vita che deve andare avanti ed essere gestita…..ripenso a quella domanda che girava qualche giornio fa in mailinglist: ma il diabete ci cambia?
E mi chiedo: ma come si fa a porre una domanda simile? Se un maratoneta venisse bendato e gli venissero legati mani e piedi ci si potrebbe chiedere se la sua gara la correrebbe al pari degli altri e, soprattutto, in modo corrispondente alle sue possibilità? …scusate l’amarezza, ma venti anni di diabete mi pesano sulle spalle e la mia stanchezza è davvero profonda.

 

Lu

 

 

 

Cara Lu, mi spiace sentirti così giù e mi piacerebbe tanto riuscire a confortarti, anche se per far questo non posso far altro che spendere qualche parola….
Ma credo che condividere serva  a qualcosa… Domanda famigerata e “strana”: il diabete cambia? La mia visuale parte da uno sguardo simile, ma anche leggermente diverso…

La malattia CAMBIA? Che si chiami diabete, o si chiami tumore, o si chiami Lupus (LES…che a me è altro compagno non voluto.,..), o altro…inevitabilmente ogni malattia seria – di quelle che non passano in un amen e non hanno il percorso provvisorio delle influenze – influisce profondamente sulla vita di chi ne è colpito, e quindi in qualche modo ci cambia… Sta però tanto a noi far sì che questo “cambiarci” non sia solo un’avvenimento negativo e preludio di scoramento e avvilimento.

La mia esperienza personale, purtroppo (come molti tra noi…) densa di anni e anni, decenni e decenni di lotte per conquistare un briciolino di equilibrio fisico, sempre labile, è però l’esperienza di chi continua a lottare comunque e a sperare che prima o poi queste malattie così cronicamente pesanti saranno un giorno sconfitte…

L’essere “cambiata” a causa di queste due gravi malattie che mi hanno colpito, ha portato con sè anche dei cambiamenti che io ritengo positivi… Lo so che sembra la consolazione dei poveracci…ma non è così…è aver imparato a cogliere della vita i lati più nascosti, a volte scaturiti dalle ceneri di sofferenze molto intense, di momenti bruttissimi attraversati, affrontati, a volte superati..a volte no…ma sempre “bagaglio” della vita da cui cogliere anche una sensibilità maggiore verso le bellezze della vita, verso i momenti belli (anche quelli ci sono, pur in mezzo a tanto soffrire..), una maggior attenzione agli altri, a coloro che come me e te soffrono, una fonte di amicizia disinteressata…un sapere che insieme siamo una “cordata” collegata da momenti no e momenti sì, ma dove l’indifferenza è bandita, dove nulla ci scivola sopra senza averci interpellato…e dove alla fine…ci si arricchisce…

Non so se quello che ti ho scritto potrà farti un pò risollevare….ma una cosa ti sia certa: non sarai mai sola, anche quando a te sembrerà così… La nostra ML ne è un esempio… Pur non conoscendoci ci vogliamo bene, a modo nostro….

Un caro abbraccio

     

Danielina

 

 

…parli di cambiamenti positivi apportati dal diabete…..se dovessi riassumere i cambiamenti in positivo che il diabete mi ha procurato forse direi…………

1) …. mi ha obbligato (insegnato?) a guardare molto dentro e molto nel profondo (ho forse perso un pò lo “sguardo di superficie” e quello che gira intorno, lo sguardo a 360 gradi…) 

2)…mi ha resa estremamente organizzata, perchè nella mia giornata ho voluto sempre far stare tutto: tutto ciò che ritengo obbligatorio per la mia salute e tutto ciò che ritengo importante per la mia persona (studi, lavoro, amicizia, amore, attenzione alla famiglia)

3)…mi ha resa forte, perchè a volte ho percepito la voluttà del lasciarsi andare e ho pensato che con una malattia cronica se si cade si può cadere davvero troppo in basso…quindi ho visto bene di scartare questa possibilità….

Ps: nella prossima vita voglio essere meravigliosamente superficiale, incredibilmente disorganizzata e pigramente debole… :-))

Grazie mille per la risposta, ciao

 

Lu

 

 

La tua mail non mi ha dato l’impressione di una persona depressa o in preda alla disperazione. Hai espresso il tuo momento di stanchezza ma so che hai avuto e avrai anche momenti di autentica gioia. La vita e’ cosi’. Non ti scrivo, quindi, per tirarti su, cara Lu.
Non ti scrivo neanche per dirti che c’e’ di peggio (frase che, piu’ passa il tempo, meno la tollero).

Continuo a ripetertelo: pur conoscendoci poco, frequentandoci ancor meno, a volte leggo le tue mail e rivivo le cose che ho vissuto anch’io.
Scrivo solo per dirti che, empaticamente, ti sento molto vicina.

Il tuo diabete, come il mio, non sono “facili”. Forse non lo e’ nessuno ma il nostro e’ un po’ peggio.

Perche’? Non lo so, magari me lo spiegassero. So che nel mio caso, oltre a tener conto dell’insulina, del cibo, del moto, DOVEVO tener conto anche delle mie emozioni, dell’ansia, dello stress, positive o negative che fossero. E c’erano momenti, giorni, a volte anche settimane, in cui “giravo a vuoto”.
Era inutile: lo stato psicologico era piu’ forte di qualsiasi insulina, di qualsiasi calcolo dei carboidrati, di qualsiasi micro.

E allora, in quei momenti, cerchi il perche’ di queste glicemie alte e, dato che fai tutto a regola d’arte, inizi a guardarti dentro, a cercare dentro di te la causa del 300 che ti porti dentro da giorni. E sai che quel 300 ti sta danneggiando ma non sai come fare per abbassarlo.

La ricerca interiore porta a una maggiore conspevolezza ed e’ difficile vivere spensieratamente quando non si vive in superficie. Vivere troppo in profondita’ contrasta con quella voglia di leggerezza che tutti abbiamo.
E’ un circolo: quando riuscivo a restare leggera, anche le glicemie andavano meglio. Ma, con la glicemia a 300 e la consapevolezza che avevo io, che hai tu, e’ difficile restare leggeri.

Io ero meno forte di te e, anziche’ parlarne e aspettare che arrivassero anche i momenti di gioia, cercavo quella leggerezza di cui avevo un tremendo bisogno nella non accettazione del diabete, nella fuga in un mondo distorto e irrazionale: Li’, per qualche ora, per mezza giornata, mi facevo ancora piu’ male fisicamente ma, almeno, ero piu’ leggera, paradossalmente.

Tu sei piu’ forte di me e sono sicura che troverai il tuo modo di essere leggera pur vivendo in profondita’

Ciao

 

Silvia

 

 

Grazie Silvia. Come al solito ci hai azzeccato: nè depressa nè disperata.

Costantemente consapevole e a tratti stanca, desiderosissima di godermi i momenti “leggeri” appena arrivano. Un’ora di benessere fisico o di glicemie che vanno come dovrebbero e la vita me la assaporo e la amo fino alle briciole…..

Un abbraccio

 

Lu