L’epidemia di diabete 2 continuerà fino a quando non ci si concentrerà sulla prevenzione

Negli Usa novembre è il mese del diabete, un’occasione per sensibilizzare sull’importanza della prevenzione, dello screening e della gestione della malattia, secondo l’American Diabetes Association.
I Centers for Disease Control and Prevention (CDC) stimano che il 34,5% degli adulti statunitensi abbia il prediabete e il 10,5% degli americani soffra invece di diabete, che così diventa la nona malattia cronica più comune nel paese. Inoltre al 21,4% dei diabetici, la malattia non è stata diagnosticata. La condizione rappresenta anche un notevole onere finanziario per gli Usa, pari a circa $ 327 miliardi nel 2017.

Un nuovo studio pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine indica che negli Stati Uniti non sono state sfruttate le opportunità di prevenzione del diabete. I ricercatori guidati da Arch Mainous III, professore nel dipartimento di ricerca, gestione e politica dei servizi sanitari presso l’Università della Florida, hanno analizzato le cartelle cliniche elettroniche di 21.448 pazienti all’interno di un grande centro sanitario che soddisfacevano i criteri della U.S. Preventive Services Task Force (USPSTF) per lo screening del prediabete tra il 1 agosto 2019 e il 31 ottobre 2020.

Ne è emerso che il 62,8% dei soggetti è stato sottoposto a screening in modo coerente con le raccomandazioni dell’USPSTF e, di questi, il 25,5% soddisfaceva i criteri per il prediabete. Tuttavia solo al 5,4% di questi ultimi era stato formalmente diagnosticato il prediabete e nessuno di loro aveva ricevuto un trattamento appropriato per gestire la condizione.

«I nostri risultati sono in linea con quelli delle precedenti ricerche e suggeriscono che l’epidemia di diabete continuerà» ha affermato Mainous. «Anche se abbiamo milioni di persone con prediabete che si raccomanda di sottoporre a screening e trattamento per la prevenzione del diabete, in pratica non stiamo facendo un lavoro adeguato. Il nostro obiettivo dovrebbe essere prevenire la malattia, non solo gestirla una volta che si è sviluppata».

Guida aggiornata dell’USPSTF per lo screening 
Lo scorso agosto la task force ha pubblicato la sua guida finale sullo screening del prediabete e del diabete di tipo 2, abbassando a 35 anni l’età raccomandata negli adulti asintomatici, non gravidi e in sovrappeso o obesi. Invece l’età consigliata per interrompere questo controllo rimane di 70 anni. Nella guida si consiglia ai medici di sottoporre a screening i pazienti idonei ogni 3 anni e di suggerire o indirizzare i prediabetici a interventi preventivi efficaci.

La precedente raccomandazione rilasciata nel 2015 indicava di iniziare lo screening degli adulti asintomatici non gravidi e in sovrappeso o obesi all’età di 40 anni. Tuttavia, gli studi pubblicati negli anni seguenti hanno indicato che con questi parametri sarebbero stati individuati solo la metà degli americani con prediabete e diabete di tipo 2 non diagnosticato.

«La nuova raccomandazione di grado B dell’USPSTF farà un’enorme differenza nella battaglia per tenere sotto controllo prediabete e diabete negli Stati Uniti ha dichiarato Chien-Wen Tseng, membro della task force e direttore della ricerca nel dipartimento di medicina di famiglia e salute della comunità presso la University of Hawaii John A. Burns School of Medicine. «Molti statunitensi non sono consapevoli del loro stato di diabete, compresi quelli che hanno un BMI di almeno 25 kg/m2. Quasi il 20% delle persone non sa di avere il diabete e quasi l’85% non sa di avere il prediabete. Uno dei maggiori fattori di rischio per queste due condizioni è il sovrappeso o l’obesità, che al momento interessano quasi i tre quarti degli americani. Quindi aveva perfettamente senso abbassare l’età 40 a 35 ani».

In un editoriale, Edward Gregg, professore nel dipartimento di epidemiologia e biostatistica presso l’Imperial College di Londra, e Tannaz Moin della David Geffen School of Medicine all’UCLA, hanno affermato che sono tre le principali aree fonte di preoccupazione che devono essere affrontate per combattere l’epidemia di diabete:

  1. Occuparsi della stagnazione della cura del diabete, in particolare tra le popolazioni sottorappresentate e gli adulti di età compresa tra 18 e 44 anni. Tra gli adulti con diagnosi di diabete, i livelli complessivi di controllo glicemico non sono migliorati tra il 2007 e il 2018, meno della metà (48,2%) ha raggiunto gli obiettivi di pressione sanguigna e solo il 21,2% ha raggiunto gli obiettivi combinati per emoglobina glicata, la pressione sanguigna e lipidi.
  2. Superare gli ostacoli che impediscono di tenere sotto controllo i fattori di rischio glicemico e cardiovascolare tra i giovani adulti con diabete di nuova diagnosi. Questa popolazione ha fatto registrare il più grande aumento relativo della prevalenza del diabete, la più bassa fruizione dei servizi di prevenzione e controllo dei fattori di rischio e un apparente aumento dei tassi di complicanze legate alla malattia.
  3. Aumentare il numero di partecipanti idonei impegnati in programmi di prevenzione del diabete. Nella National Health Interview Survey 2016-2017, che ha coinvolto 51mila adulti, solo il 5% con diagnosi di prediabete ha riportato di aver fatto riferimento a un programma di prevenzione del diabete o a un programma di perdita di peso e, di questi, il 40% ha riferito di avervi partecipato.

«La più grande trasformazione nei risultati relativi al diabete può essere ottenuta se il problema viene affrontato con una prospettiva a lungo termine, così che il successo venga misurato durante tutto il processo e non all’inizio o alla fine» hanno scritto i due autori.

Bibliografia

Davidson KW et al. Screening for Prediabetes and Type 2 Diabetes: US Preventive Services Task Force Recommendation Statement. JAMA. 2021 Aug 24;326(8):736-743. 
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Gregg EW, Moin T. New USPSTF Recommendations for Screening for Prediabetes and Type 2 Diabetes: An Opportunity to Create National Momentum. JAMA. 2021 Aug 24;326(8):701-703. 
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da PHARMASTAR