Il diabete e i lavori “non consentiti”. Discriminazione o tutela dell’incolumità?

Posso fare il poliziotto, il carabiniere, il vigile del fuoco, il vigile urbano o il pilota di aereo?

L’esclusione della mia domanda e la selezione per attitudine psico-fisica è discriminatoria?

Partiamo dal principio affermato dalla legge 115/1987, art. 8, e analizziamo la portata e gli effetti di questa norma rispetto alle altre norme che disciplinano l’accesso a particolari lavori.

La legge 115 del 16 marzo 1987 ha inteso tutelare il diabetico nel luogo di lavoro e prevenire qualsiasi discriminazione, tanto è vero che l’art. 1, lett. D) – che ne costituisce il prologo – mira ad “agevolare l’inserimento del diabetico nella scuola, nelle attività sportive e nel lavoro”.

Fondamentale è l’art. 8 comma 1, secondo cui la malattia diabetica priva di complicanze invalidanti non costituisce motivo ostativo per l’accesso al lavoro pubblico e privato, salvo i casi per i quali sono richiesti specifici e particolari requisiti attitudinali.

Dunque, la norma-quadro contiene in sé (“salvo i casi….”) una eccezione, che non possiamo ignorare, e cioè che altre leggi possono regolare l’accesso a (quel) lavoro in cui viene richiesto uno specifico e particolare requisito attitudinale.

La norma cardine e regolatrice è il D.M. 198/2003 che, pur valendo ed essendo stata emanata per la Polizia di Stato, rimane la norma di riferimento anche per altri corpi simili o ad essa equiparati.

E’ considerata causa di inidoneità la sindrome dipendente da alterata funzione delle ghiandole endocrine, quale il diabete, e ciò vale anche per la Polizia Penitenziaria, i Carabinieri, l’Esercito, ecc. e taluni corpi di Polizia Municipale, e i Vigili del Fuoco che dipendono dal Ministero degli Interni.

Generalmente, le cause di inidoneità al concorso vengono allegate al bando e richiamano tutte la normativa generale di riferimento, cioè il D.M. 30.6.2003 n. 198 su richiamato.

Anche se trattato adeguatamente e ancorché compensato, il diabete é comunque considerato una patologia invalidante.

A differenza degli altri corpi militari o di Polizia o dei VV.FF. dove il bando è nazionale, in genere i concorsi da VV.UU. sono banditi a livello prima regionale e poi comunale.

Ogni Regione adotta norme di indirizzo in materia di polizia locale e poi ciascun Comune un proprio nel regolamento, con norme specifiche.

Dunque, dipende sempre ed esclusivamente dal tipo di lavoro, e in particolari casi, come il pilota di aeromobili, è vietato addirittura l’accesso in presenza di patologie quali il diabete.

Il principio dell’incolumità non può essere considerato solo dalla parte del prestatore di lavoro diabetico (tanto è vero che, come nel caso della patologia sopravvenuta, il lavoratore diabetico può essere chiamato a svolgere anche mansioni diverse); ma va sempre considerato con riguardo alla collettività, secondo il principio costituzionale in tema di diritto alla salute (art. 32, Cost. “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.”).

Analogamente, vigendo il divieto di licenziamento nel caso in cui il diabete si manifestasse durante l’esecuzione del rapporto di lavoro (questo sì, sarebbe discriminatorio), è dovere del datore pubblico e privato adibire il lavoratore a mansioni compatibili col suo stato di salute, avuto riguardo alla sua qualifica e alla disponibilità dei posti.

La circostanza di non poter oggettivamente ambire a lavori e mansioni che comportino pericolo per sé e per gli altri, o che richiedano particolari attitudini psico-fisiche, non può suonare come discriminazione.

Anzi, il non poter affatto svolgere alcune mansioni salvaguarda la nostra vita, prima che quella altrui.

Siamo “uguali”, ma pur sempre “differenti” e dovremmo ricordarlo sempre, senza alcuna autocommiserazione.

Possiamo fare molto, ma non possiamo fare tutto, e questo lo sappiamo già.

O dovremmo saperlo.

 

Avv. Umberto Pantanella