Il business delle fake news alimentari: fanno male alla salute e al portafoglio

Promettono tutte la stessa cosa: di farci vivere più a lungo, di aiutarci a perdere peso in fretta, e di contribuire a renderci più belli e felici. I risultati sono assicurati. E a testimoniarlo ci sono spesso star della tv, vip e influencer che contribuiscono alla causa postando ogni giorno sui propri profili social immagini in cui consumano questi prodotti. Il messaggio – accompagnato spesso da un codice sconto per invogliare i consumatori ad acquistare – è chiaro: puoi diventare così a patto di seguire questa dieta, comprare quel libro, assumere un certo tipo di integratori o bere tutti i giorni almeno due tazze di tè.

Peccato, però, che di scientifico non ci sia proprio niente, se non un accurato business plan, come hanno denunciato recentemente diverse associazioni di medici e di pazienti tra cui l’Associazione di dietetica e nutrizione clinica (Adi), la Società italiana di diabetologia e l’Associazione nazionale specialisti in scienze dell’alimentazione (Ansisa). Scopriamo quali sono le fregature più diffuse in fatto di diete e quanto ci costano.

Life 120: vivere più a lungo costa caro. L’ultima dieta che in ordine di tempo è finita sotto l’attenzione di medici ed esperti è quella inventata dal giornalista Adriano Panzironi. Si tratta di “Life 120”, un regime alimentare che, eliminando i carboidrati, assicura di allungare la vita fino a 120 anni e persino di guarire l’Alzheimer e il diabete. Una promessa quest’ultima che ha spinto persino la Società scientifiche di diabetologia e le associazioni di pazienti diabetici a denunciare il presunto esperto puntando il dito sia sul rischio per la salute che sui costi, come recita una nota diffusa recentemente: “C’è anche chi, per evidenti interessi commerciali, può permettersi di promettere indisturbato di guarire le malattie più disparate, dall’Alzheimer, al diabete tipo 1, grazie ad una dieta miracolosa corredata da ‘integratori’ dal costo non irrilevante”.

Per seguire il regime di Panzironi nel migliore dei modi è, infatti, necessario acquistare il suo libro, in vendita su diverse piattaforme tra cui Amazon e Ibs a 16,80 euro o a 19,90 se lo si acquista sul sito dello stesso Panzironi. Non solo.Per chi vuole davvero “contrastare le malattie degenerative e vivere in salute”, sempre online sono in vendita anche 10 integratori il cui costo va da 14,90 euro fino a 39,90.

L’industria Lemme. È invece autore di ben tre libri – in vendita a prezzi che vanno da circa 15 euro a oltre 40 euro – Alberico Lemme, il farmacista che ha inventato il metodo chiamato “Filosofia alimentare”. Anche in questo caso si tratta – come ha denunciato l’Ordine dei medici di Roma in un comunicato – di un sistema privo di basi scientifiche che promette grandi dimagrimenti in breve tempo. Secondo Giuseppe Lavra, presidente dell’Ordine capitolino, il farmacista “pubblicizza benefici e terapie mediche attraverso metodi non riconosciuti (o meglio sconosciuti) dalla letteratura scientifica” e sui quali invece il farmacista ha costruito un business. Lemme ha infatti creato un vera impresa fatta di corsi di cucina “a numero chiuso altamente selettivi”, un’accademia di filosofia alimentare, una franchising di ristoranti e un’app per ricevere dei menù “personalizzati” dopo aver sottoscritto un abbonamento mensile.

Via la depressione e l’artrite reumatoide: le false promesse di Mozzi. Nel 2016 i suoi libri hanno superato le vendite di un romanzo di Andrea Camilleri, conquistando così le classifiche dei best seller più letti. A spingere gli italiani ad acquistare in massa i volumi del dottor Mozzi, è stata la promessa di guarire una serie di patologie – tra cui persino l’artrite reumatoide (una malattia cronica per la quale la scienza non ha scoperto una cura) – grazie alla sua dieta dei gruppi sanguigni. Si tratta di un regime alimentare mai riconosciuto dalla comunità scientifica che anzi ne ha più volte denunciato i pericoli visto che eliminando interi gruppi di alimenti, questa dieta può portare a un “impoverimento nutrizionale” con serie conseguenze per la salute, come spiega Antonio Caretto, presidente Adi.

Più bella e in salute. Parola di influencer. Che il business delle diete sia redditizio l’hanno capito da qualche anno anche decine di giovani che si sono improvvisate esperte di diete sui social network. “Dimagrire con il sorriso”, “Dimagrire mangiando sano”, “Dimagrire in salute” sono solo alcuni dei profili che propongono programmi (a pagamento) in cui la certezza di perdere peso va sempre a braccetto con la possibilità di riacquisire stima in se stesse.

Si tratta però – come ha denunciato lo stesso Caretto – di “giovani ragazze senza evidenti titoli di studio che si autopromuovono, attraverso immagini di dimagrimento miracolosi e testimonianze non verificabili”. A loro si affiancano poi le influencer che prestano la propria immagine (in cambio di denaro) a quelli che il presidente di Adi definisce “falsi programmi di dimagrimento dietro cui si nasconde un business fatto di integratori, pillole e ricette ‘detox’ prive di alcuna validità”. Secondo l’esperto infatti nessuno “ha bisogno di pillole, tisane e integratori se mangia in maniera regolare e sana. Gli integratori servono per sopperire carenze del nostro corpo e devono essere prescritti da un medico dopo accurate analisi. Assumere pillole, ma anche tè e tisane non serve a niente se non a esporci a conseguenze dannose qualora le sostanze contenute in questi prodotti abbiano dei risvolti biochimici non adatti al nostro corpo”.

Eppure i “superfood” (termine che non esiste in letteratura medica) e le sostanze con effetto detox (altro effetto mai dimostrato, secondo Caretto) alimentano un business enorme grazie a confezioni di tè che costano dai 20 ai 30 euro (per 100 grammi), cereali da 20 euro al pacco e kit di prodotti che arrivano a costare anche 200 euro.

Verso un’Autorità di vigilanza? Per queste ragioni, Adi e altre associazioni si sono rivolte al ministero della Salute chiedendogli di istituire un’Autorità di vigilanza che regoli e sanzioni il mercato delle diete pubblicizzato da vari media – soprattutto televisivi – e dai social network. “Chiediamo pertanto al Ministero un organo di vigilanza che tenga monitorato questo genere di trasmissioni e che agisca con pesanti sanzioni su chi millanta metodi privi di alcun fondamento scientifico e non conformi alle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità. L’Autorità di vigilanza sul mercato delle diete potrebbe, inoltre, – conclude Caretto – aiutare a smascherare falsi profili e pagine social che promettono dimagrimenti rapidi e efficaci e che catturano l’attenzione di giovani adolescenti con disturbi alimentari importanti, mettendo così a rischio il diritto alla salute dei cittadini sancito dalla Costituzione”.

 

di Silvia Pasqualotto

 

da Repubblica.it