Diabete tipo 1, rischio non aumentato se la madre ha fatto terapie per la fertilità

Una notizia tranquillizzante per le donne che per avere figli devono ricorrere alla fecondazioni assistita. Uno studio danese pubblicato sulla rivista Acta Obstetricia et Gynecologica Scandinavica, infatti,  evidenzia che i bambini nati da donne che si sono sottoposte a un trattamento per la fertilità non sono a rischio aumentato di sviluppare il diabete di tipo 1.

“In questo primo ampio studio di popolazione sul rischio di diabete di tipo 1 nei bambini nati da donne con problemi di fertilità, i nostri risultati indicano che lo stato della fertilità materna non è correlato al diabete di tipo 1 nei bambini, indipendentemente dalla data di nascita, dall’età alla diagnosi, dal sesso, dall’età della mamma al momento della nascita, dall’ordine di nascita o dalla storia parentale di diabete di tipo 1” scrivono gli autori, coordinati da Allan Jensen, del Danish Cancer Society Research Center di Copenhagen, in Danimarca.

Lo studio è il primo a valutare se i bambini nati da donne che si sono sottoposte a un trattamento per la fertilità siano a rischio aumentato di sviluppare il diabete di tipo 1. I risultati degli studi precedenti hanno fornito risultati contraddittori su questioni correlate, anche se alcuni hanno suggerito che i bambini nati dopo che le madri si erano sottoposte a terapie per la fertilità possono avere valori elevati di glicemia e un aumento del rischio di resistenza all’insulina.

Jensen e i colleghi hanno quindi ipotizzato che la stimolazione ormonale, la preparazione del seme, il congelamento degli embrioni e dei gameti, e fattori legati ai terreni di coltura possano influire sullo stato di salute della prole, sulla quale potrebbero avere un impatto anche problemi di fertilità di fondo come la sindrome dell’ovaio policistico e fattori genetici.

Nello studio, i ricercatori hanno incrociato i dati di diversi registri nazionali e della Danish Infertility Cohort al fine di ottenere dati sulle donne che avevano problemi di infertilità tra il 1963 e il 2011 e la presenza di diabete di tipo 1 nella loro prole. L’analisi ha riguardato i dati relativi a tutti i bambini nati in Danimarca tra il 1987 e il 2010 ( 1.550.519), di cui il 7% (110.393) nati in seguito ai trattamenti per la fertilità ai quali si era sottoposta la madre.

Incrociando i dati dei vari registri è emerso che, fra i bambini ai quali è stato diagnosticato il diabete di tipo 1, 313 (lo 0,36%) erano nati da donne con problemi di fertilità e 5176 (0,28%) da donne che non avevano problemi di questo tipo.

Dopo aver aggiustato i risultati in base all’anno di nascita, al sesso, alla storia di diabete parentale, all’età dei genitori e all’età al momento della diagnosi, lo stato della fertilità materna non è risultato associato al rischio della prole di sviluppare il diabete di tipo 1 (HR 1,01; IC al 95% 0,90-1,13).

Nella discussione, gli autori osservano che alcune donne potrebbero avere avuto problemi di fertilità non diagnosticati o non essere state inserite nella Danish Infertility Cohort. Se è così, il risultato sarebbe una sottostima del rischio di diabete tipo 1 nei bambini nati da mamme che avevano fatto un trattamento per la fertilità. Inoltre, poiché nello studio non si sono potute valutare informazioni specifiche sui trattamenti per la fertilità seguiti dalle donne, non si sono potuti distinguere gli effetti del trattamento dai problemi di fertilità sottostanti.

Sulla base dei loro dati, Jensen e i colleghi concludono che “servono ulteriori studi per confermare questi primi dati. Inoltre, servono studi che contengano informazioni sia sui problemi di fertilità materni sia sui trattamenti per la fertilità a cui si sono sottoposte le donne, per indagare ulteriormente gli effetti di questi trattamenti sul rischio di diabete di tipo 1 nei bambini, tenendo conto del possibile effetto della sterilità di fondo”.

M Hargreave, et al. Type 1 diabetes risk in children born to women with fertility problems: a cohort study in 1.5 million Danish children. Acta Obstet Gynecol Scand. 2016;95(12):1441-46;doi: 10.1111/aogs.13028.

 

da PHARMASTAR