Diabete: ipotesi virus per il tipo 1, ma gli esperti sono divisi

Se non e’ ancora la ‘pistola fumante’ che inchioda gli enterovirus alle loro responsabilita’ nel diabete di tipo 1 poco ci manca: lo studio portato avanti dall’universita’ australiana del South Wales e pubblicato dal British Medical Journal ha trovato infatti che nei malati della forma giovanile della patologia le infezioni sono dieci volte piu’ alte.
Gli stessi autori della ricerca, che ha esaminato 24 ricerche precedenti per un totale di 4448 partecipanti, mettono pero’ le mani avanti, e parlano di semplice ‘correlazione’, mentre servirebbero studi piu’ approfonditi per capire se e’ il virus che provoca la malattia o viceversa.
“La prudenza e’ giustificata – afferma Francesco Dotta, immunologo dell’Università di Siena – perche’ ancora non ci sono prove definitive, anche se il messaggio e’ abbastanza univoco. Se dovessi azzardare una ipotesi il virus potrebbe essere una concausa del diabete in soggetti predisposti e che abbiano gia’ problemi del sistema immunitario. Se si dimostrasse che gli enterovirus sono la causa si potrebbero somministrare terapie antivirali a chi si sottopone a trapianto di pancreas, o vaccinare le persone a rischio”.
Per il diabete sono gia’ state trovate cause genetiche, che spiegano ad esempio perche’ e’ piu’ frequente in zone isolate, come la Sardegna, ma gli esperti sono alla ricerca di un agente scatenante ambientale: “In realta’ che gli enterovirus siano dei fattori precipitanti per il diabete ormai e’ risaputo, non e’ piu’ una novita’ – conferma Paolo Pozzilli, del Campus Biomedico di Roma – questi studi hanno poche applicazioni pratiche, perche’ gli enterovirus sono molto comuni, ed e’ impossibile non venirvi a contatto e anche un vaccino e’ di difficile realizzazione. I dati sono interessanti ma non per le terapie”. Piu’ ottimista invece Lucia Fiore dell’Istituto Superiore di Sanita’, che in passato si e’ occupata di una classe particolare di enterovirus, i Coxsackie: “Ormai e’ accertato che questi virus scatenano nelle persone predisposte geneticamente degli autoanticorpi che distruggono le isole di Langherans – spiega l’esperta – queste informazioni potrebbero essere usate ad esempio sui bambini a rischio, monitorando gli autoanticorpi per fare una diagnosi precoce. Piu’ difficile e’ ottenere un vaccino per gli enterovirus, perche’ sono moltissimi e non si puo’ usare un virus attenuato o ucciso perche’ scatenerebbe la reazione. Una via puo’ essere concentrarsi su una porzione limitata di virus, oppure usare un particolare tipo di linfociti che riescono a modulare la risposta degli autoanticorpi”. Gia’ dissipare definitivamente i dubbi sulle cause scatenanti della malattia sarebbe comunque un passo in avanti: “Circolano ancora le teorie piu’ diverse su cosa provochi il diabete di tipo 1, c’e’ ancora chi dice che sia dovuto all’allattamento al seno – spiega Raffaele Scalpone, presidente dell’Associazione Italiana Diabetici – se poi si dovesse confermare che la causa e’ il virus si potrebbe puntare decisamente al vaccino”.

(ANSA).