Diabete in Pillole – Ma il diabete tipo 1 è veramente solo uno? E tu di che tipo sei?

Facciamo chiarezza. Il cartello riporta alcuni, la maggior parte, dei tanti tipi di diabete che conosciamo, che in comune hanno giusto il nome e in realtà sono patologie ben diverse l’una dall’altra. Il più diffuso è il diabete tipo 2, oltre il 90% dei pazienti, caratterizzato da insulino-resistenza, indi per cui, l’insulina continua ad essere prodotta, ma per svariate ragioni su cui non mi dilungo è meno efficace e ha, quindi, bisogno di un aiutino, gli ipoglicemizzanti orali o le nuove molecole di più o meno recente introduzione, e che solo al suo stadio più avanzato necessita di terapia insulinica. Anche in questi casi resta un tipo 2, ma insulino-dipendente.
Vi è poi il diabete in gravidanza, tutt’altra parrocchia, il diabete monogenico, questo sí su base genetica e possibilmente ereditario, e le svariate forme secondarie a … (svariate cause!).
E, infine, veniamo al diabete tipo 1.
Costituisce circa il 5% delle forme di diabete. Si stima che nel mondo circa un milione e mezzo di bambini e adolescenti abbia il diabete tipo 1, numero che sale a circa 20-30 milioni includendo anche i pazienti adulti.

Dicevamo, la maggior parte delle forme di diabete tipo 1 è definita autoimmunitaria, o autoimmune, perché l’origine della malattia è dovuta alla distruzione delle cellule che producono insulina da parte del sistema immunitario che attacca le ‘sue’ cellule. La caratteristica principale di questa forma è la presenza dei cosiddetti autoanticorpi. Ad oggi ne sono stati identificati con sicurezza 5, ma pare ce ne siano anche altri.
Anticorpi anti insulina, anti insula pancreatica, anti GAD, anti IA2 e anti trasportatore ottavo dello zinco (ZnT8).
Questo diabete è ad insorgenza prevalentemente in età pediatrica, ma molti sono ormai gli adulti a cui viene diagnosticato un diabete tipo 1. Siccome la prevalenza di ciascun tipo di anticorpo può variare in base all’età del soggetto, negli adulti la classe più rappresentata è quella degli anticorpi anti GAD.
Per questa ragione, esordio in età adulta e anticorpi GAD, si è coniato il termine LADA, late autoimmune diabetes in adults (diabete autoimmune dell’adulto ad insorgenza tardiva).
In realtà, anche se in misura minore, anche fra gli adulti si possono riscontrare altri auto anticorpi. Spesso, almeno all’inizio, la riserva beta-cellulare non è del tutto scomparsa, per cui non sempre, nelle fasi iniziali, l’insulina è l’unica terapia.
Esiste, infine, un piccolo gruppo di pazienti, prevalentemente ad esordio in età pediatrica, nei quali gli anticorpi sono del tutto negativi, che prende il nome di diabete tipo 1 idiopatico.
Per arrivare però a definire questo tipo di diabete vanno escluse altre forme che ormai sappiamo poter esordire anche in età pediatrica come il diabete tipo 2 e soprattutto le svariate forme di diabete monogenico.
E tu che tipo sei?
Dopo aver parlato dei vari tipi di diabete, vediamo se ci sono caratteristiche che li differianziano e che ci possano aiutare a fare maggiore chiarezza.
Iniziamo, però, dando uno sguardo a quelli che erano dogmi del passato e che oggi sappiamo non essere più veri.
L’età, per esempio, non è più discriminante: il tipo 1 esordisce prevalentemente in età pediatrica, ma molti adulti possono avere un tipo 1; il tipo 2 è appannaggio degli over 40, ma non pochi sono gli adolescenti che sviluppano un tipo 2 fin dalla più tenera età.
Il peso, poi, non è così indicativo.
Il tipo 1, spesso è ‘magro’ o ‘sottopeso’, ma qualche ‘sovrappeso’ inizia a comparire, così come il tipo 2 non è solo obeso, e non pochi sono i pazienti normopeso.
L’insulina, infine, non è esclusiva dei tipi 1. Un tempo le due forme di diabete venivano identificate come insulino-dipendente (il tipo 1) e non insulino-dipendente (il tipo 2), ma è ormai assodato che il 20-30% dei tipi 2 abbiano necessità di fare insulina.

Veniamo alle differenze.

Familiarità, il tipo 1 non è ereditario, la maggior parte dei casi sono sporadici e non ci sono altre persone con diabete tipo 1 in famiglia (si, lo so, ci sono fratelli entrambi ammalati, o genitori e figli, ma sono tuttora eccezioni), il tipo 2 è familiare, spesso per generazioni.
Esordio, il tipo 1 esordisce bruscamente e nella metà dei casi in chetoacidosi, il tipo 2 ha un esordio subdolo, lento e quasi mai in chetoacidosi.

Sintomi, il tipo 1 ha la triade poliuria (fare tanta pipi), polidipsia (bere tanto), dimagrimento; il tipo 2 può non avere sintomi, tanto che le diagnosi tardive sono quasi la regola.
Autoanticorpi, il tipo 1, salvo rarissimi casi di tipo 1 idiopatico, ha gli autoanticorpi, il tipo 2 non ha autoanticorpi.
Insulina, all’esordio i tipi 1 hanno livelli di insulina assenti o comunque scarsi, i tipi 2 hanno valori normali o addirittura elevati.
C-peptide, allo stesso modo dell’insulina, livelli bassi nei tipi 1, normali o elevati nei tipi 2. Complicanze, mai all’esordio e nei primi anni di diabete nei tipo 1, spesso presenti già alla diagnosi nei tipi 2.
Dr Andrea Scaramuzza Responsabile Endocrinologia, Diabetologia & Nutrizione Pediatrica presso ASST di Cremona