Diabete e celiachia assieme, che cosa mettere in tavola

L’identikit del paziente-tipo è una donna, giovane, con il diabete di tipo I, che dopo qualche tempo scopre di essere anche celiaca: l’associazione fra le due malattie è sempre più frequente, stando ai dati diffusi di recente a Bologna durante un convegno sul tema. Tanto che gli esperti consigliano ai diabetici di tipo I di fare il test per l’intolleranza al glutine una volta all’anno, così da scoprire tempestivamente se si è sviluppata anche la celiachia. Restano poi, però, le difficoltà in tavola: un’alimentazione senza zuccheri e senza glutine diventa per molti un vero percorso a ostacoli.

ASSOCIAZIONE – L’accoppiata diabete e celiachia dipende dal fatto che entrambe le malattie hanno una componente autoimmunitaria: nel diabete gli anticorpi del paziente attaccano le cellule che producono insulina nel pancreas, nella celiachia frammenti di glutine non digerito passano in circolo e scatenano la risposta immunitaria contro i tessuti. Secondo le stime più recenti soffrono di celiachia dal 2 al 16 per cento dei pazienti con diabete di tipo uno: in sei casi su dieci la celiachia è asintomatica e solo col tempo emerge qualche sintomo lieve, nel 40 per cento dei pazienti invece i segnali della celiachia sono quelli tipici come dolori addominali, diarrea o stitichezza, perdita di peso. «L’associazione tra celiachia e diabete di tipo uno è frequente e può manifestarsi anche a distanza di anni dall’insorgenza del diabete – spiega Carlo Catassi, docente di pediatria all’Università di Ancona -. Per questo lo screening degli anticorpi della celiachia nel sangue non va eseguito solo al momento della diagnosi di diabete, ma va ripetuto una volta all’anno per almeno dieci anni. Anche perché nei diabetici i sintomi riferibili alla celiachia sono spesso lievi e possono passare inosservati».

DIETA – Una volta scoperto che si soffre di entrambe le patologie, però, arrivano i guai: come conciliare le esigenze della dieta anti-diabete, povera di zuccheri, con la necessità di evitare anche il glutine? Vien da pensare che il rischio sia dover rinunciare a tutto o quasi, in realtà gli esperti riuniti a Bologna indicano nella dieta mediterranea in versione senza glutine la soluzione ai problemi di alimentazione dei diabetici celiaci. «La dieta mediterranea infatti coniuga le due esigenze – interviene Letizia Saturni, della Scuola di specializzazione in Scienze dell’alimentazione dell’Università Politecnica delle Marche -. È ricca di alimenti di origine vegetale (frutta, verdura, ortaggi, erbe aromatiche e legumi), utilizza l’olio di oliva come unico condimento, prevede una buona quantità di pesce, pollame, latticini e un ridotto apporto di carne rossa, a cui si aggiunge il vino consumato di solito durante i pasti. Il risultato è una dieta che garantisce pochi zuccheri semplici e una buona quota di zuccheri complessi: per non aver problemi in caso di celiachia basta scegliere cereali senza glutine e con un più alto contenuto di fibra. Non sono pochi: vanno bene infatti riso, mais, sorgo, miglio, cereali minori quali grano saraceno, amranto, quinoa e gli pseudo-cereali come il panico».

SUPPORTO PSICOLOGICO – Gli esperti hanno anche sottolineato un altro aspetto della faccenda, da non trascurare: questi pazienti sono spesso giovani, già provati da una diagnosi «pesante» come quella di diabete. La celiachia può sembrar loro la condanna definitiva a una vita di difficoltà, per cui è importante prevedere un aiuto psicologico per aiutare i pazienti a superare rabbie, paure, ansie. «Alla diagnosi di diabete e celiachia ci si trova a dover elaborare un lutto e a sentirsi inevitabilmente diversi dagli altri – dice Irene Cimma, psicoterapeuta della Asl 3 di Torino -. Il processo che conduce all’accettazione e alla convivenza positiva è inevitabilmente un cammino lungo e talvolta critico, in cui il team di cura e i familiari rivestono un ruolo fondamentale. Oggi per fortuna la qualità della vita dei pazienti è migliorata, grazie ai passi avanti compiuti in questi ultimi anni per facilitare la somministrazione di insulina e per ampliare l’offerta alimentare adatta ai celiaci. Ma non dobbiamo mai dimenticare o sottovalutare “il mondo interno” del paziente cronico, con tutte le sue complesse sfumature emotive e relazionali».

 

di Elena Meli

da Corriere.it Salute/Nutrizione