Diabete di tipo 2 e malattia renale cronica, semaglutide riduce di un quarto il rischio di esiti renali

Nelle persone con diabete di tipo 2 e malattia renale cronica, semaglutide iniettabile 1,0 mg in aggiunta allo standard di cura ha ridotto del 24% il rischio di eventi correlati alle malattie renali, come emerso dai risultati principali dello studio FLOW comunicati da Novo Nordisk.

L’annuncio fa seguito alla decisione di interrompere anticipatamente lo studio a causa dell’efficacia, annunciata il 10 ottobre 2023, sulla base di una raccomandazione di un comitato indipendente di monitoraggio dei dati.

La malattia renale cronica (CKD) è associata a un aumento della morbilità e della mortalità, compreso un aumento del rischio sia di insufficienza renale che di eventi cardiovascolari. La CKD è una complicanza comune del diabete di tipo 2 che colpisce circa il 40% di questi soggetti e il cui rischio aumenta con la durata della malattia metabolica.

Semaglutide per prevenire la progressione dell’insufficienza renale
FLOW era un trial di superiorità randomizzato, in doppio cieco, a gruppi paralleli, controllato con placebo, che ha confrontato semaglutide iniettabile 1,0 mg con placebo in aggiunta allo standard di cura sugli esiti renali per la prevenzione della progressione dell’insufficienza renale e del rischio di mortalità renale e cardiovascolare in persone con diabete di tipo 2 e insufficienza renale cronica (definita come eGFR compreso tra 50 e 75 ml/min/1,73 m2 e UACR compreso tra 300 e 5.000 mg/g oppure eGFR compreso tra 25 e 50 ml/min/1,73 m2 e UACR compreso tra 100 e 5.000 mg/g).

Lo studio multinazionale di fase IIIb, avviato nel 2019, è stato condotto in 28 paesi presso circa 400 centri di ricerca ed ha arruolato un totale di 3.533 persone. L’obiettivo chiave era dimostrare il ritardo nella progressione della malattia renale cronica e ridurre il rischio di mortalità per cause renali e cardiovascolari attraverso l’endpoint primario composito, costituito da cinque componenti che misuravano la progressione della malattia renale cronica e il rischio di mortalità renale e cardiovascolare:

  • insorgenza di una riduzione persistente ≥50% dell’eGFR secondo l’equazione CKD-EPI (Chronic Kidney Disease Epidemiology Collaboration) rispetto al basale
  • insorgenza di eGFR persistente (CKD-EPI) < 15 ml/min/1,73 m2
  • inizio di una terapia sostitutiva renale cronica (dialisi o trapianto renale)
  • decesso per malattia renale
  • decesso per malattia cardiovascolare

Gli endpoint secondari di conferma comprendevano il tasso di variazione annuale dell’eGFR (CKD-EPI), MACE (infarto miocardico non fatale, ictus non fatale, decesso per causa cardiovascolare) e decesso per tutte le cause.

Riduzione significativa del rischio di eventi correlati alla malattia renale 
Lo studio FLOW ha raggiunto il suo endpoint primario dimostrando una riduzione statisticamente significativa vs placebo del 24% della progressione della malattia renale, degli eventi avversi cardiovascolari maggiori (MACE) e del decesso per i soggetti trattati con semaglutide 1,0 mg.

Sia la componente CKD che quella cardiovascolare dell’endpoint primario hanno contribuito alla riduzione del rischio. Inoltre, la superiorità di semaglutide 1 mg rispetto al placebo è stata confermata per gli endpoint secondari di conferma.

Il farmaco ha mostrato un buon profilo di sicurezza e tollerabilità, in linea con i precedenti studi condotti con questo dosaggio.

«Siamo entusiasti di questi risultati, che dimostrano che semaglutide 1,0 mg riduce il rischio di progressione della malattia renale» ha affermato Martin Holst Lange, vicepresidente esecutivo per lo sviluppo presso Novo Nordisk. «Circa il 40% delle persone con diabete di tipo 2 soffre di malattia renale cronica, quindi gli esiti positivi dello studio FLOW dimostrano il potenziale di semaglutide per diventare la prima opzione di trattamento GLP-1 per questi pazienti».

L’azienda prevede di richiedere le approvazioni normative per l’estensione delle indicazioni di semaglutide 1,0 mg negli Stati Uniti e nell’UE nel 2024. I risultati dettagliati dello studio saranno presentati in occasione di un prossimo congresso scientifico.

 

 

da Pharmastar

 

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