Come faccio a perdere peso?

Domanda: Ho bisogno di un’indicazione dai diabetici di tipo 1: tutti coloro che si sono messi a dieta per perdere peso si sono rivolti a dietologo/nutrizionista?Vi è mai capitato di non riuscire a perdere peso nonostante un introito calorico contenuto?

Risponde Giulia Remondina: il processo di dimagrimento VERO, cioè la perdita di massa grassa e non necessariamente del peso (si può perdere massa grassa e aumentare di peso se in contemporanea cresce la massa magra) è lungo. Se così non fosse si avrebbe quasi esclusivamente una diminuzione di liquidi e massa magra, quindi non di vero dimagrimento.
Questo processo diventa ancora più lungo se, la glicata è troppo alta.
Quindi, perdere peso non significa nulla in fase di dimagrimento. È un processo in cui bisogna controllare, essenzialmente, massa magra, massa grassa e fluidi corporei.
Seguendo il ragionamento, quindi, si arriva alla conclusione che serve necessariamente un professionista perché la valutazione della composizione corporea ha bisogno di strumenti che vanno ben oltre la bilancia.
Qui poi meglio fare una precisazione: nutrizionista è un termine di uso comune, ma non ha nessun valore nel campo delle professioni abilitate a rilasciare piani dietetici.
Per questo motivo molti si definiscono tali sapendo di non “andare contro la legge”, per dirla in poche parole.
Solitamente sono persone che rivendono prodotti dimagranti o sostituti dei pasti e si proclamano nutrizionisti dall’oggi al domani. Sono abilitati a scrivere diete di ogni tipo dietologi, dietisti (dopo prescrizione medica) e biologi nutrizionisti (per questi basta cercare tra gli iscritti all’albo, onb).
Il mio consiglio è di chiedere al diabetologo che sicuramente conoscerà un professionista più esperto in materia di diabete tipo 1, perché l’alimentazione e la nutrizione umana è un ambiente di studio e lavoro talmente vasto che praticamente tutti si “specializzano” su alcune aree e patologie. 
Tornando alla domanda, l’introito contenuto di per sé non ha significato. Perché io posso mangiare meno di prima ma essere comunque in eccesso per il mio fabbisogno, posso mangiare troppo poco per il mio fabbisogno e il corpo, quindi, “corre ai ripari” immagazzinando ancora più riserve nel tentativo di non andare in carenza nutrizionale.
Esempio: un grande obeso può essere in carenza nutrizionale perché introduce tantissimo cibo ma non frutta e verdura, quindi ha deficienze in micronutrienti (vitamine e sali minerali).
Poi, quasi sempre si riducono i carboidrati pensando siano il male maggiore ma questi, pur non essendo essenziali per l’organismo, hanno ruoli fondamentali e bisogna introdurne una quantità giornaliera minima.
Idem gli altri due micronutrienti: proteine e grassi. Quindi si torna sempre alla necessità di una figura di riferimento specifica.
A volte non serve nemmeno una dieta ipocalorica restrittiva, ma basta imparare una buona educazione alimentare e, nel caso di diabete 1, la conta dei carboidrati.
A tutto ciò poi si aggiunge una sana attività fisica, perché si può anche mangiare meno o meglio, ma il carburante ha bisogno di essere bruciato.
Se no sarebbe come mettere sempre benzina in un’auto e non usarla: aumenta la riserva che si accumula, non sparisce magicamente. 
Qui, però, entrano in gioco altre persone come Cristina.

Completa la risposta Cristina Cucchiarelli: La cosa fondamentale da capire è che il grasso dipende dallo stile di vita e non dalla genetica!
Ognuno di noi ha un così detto “fat point” (soglia adiposa) in cui il corpo riconosce il proprio livello di grasso (mantenuto alto forse qualche anno) e lo difende rigorosamente. 
Ci sono diverse regole da seguire sia per i sedentari che per gli atleti:

1 la scelta dei macronutrienti ( carbo/proteine e lipidi) nell’alimentazione, perchè ad esempio, in una dieta di 1600 kcal è diverso raggiungerle con una percentuale che verte più sui grassi che sui carbo, pur raggiungendo le stesse kcal totali. La spesa energetica nell’assimilazione dei grassi è molto più bassa rispetto ai carbo che invece sono la fonte primaria di energia per il corpo soprattutto durante l’allenamento.

2 non abbassare il metabolismo con le diete ipocaloriche perchè aumentano le riserve di grasso, aumenta l’appetito e quindi il fat point. Andiamo in catabolismo proteico, diminuzione della massa magra conseguente infiammazione extracellulare con perdita dei micronutrienti.
Il grasso viene bruciato all’interno del muscolo nei mitocondri!!!

3 controllare il più possibile i picchi glicemici sia per le ipo che per le iper. Mantenendo stabile l’introito d’insulina diminuiremo la necessità di ingerire continuamente zuccheri semplici prediligendo quelli complessi che vengono assorbiti più lentamente. 

3 il timing alimentare. Il cibo è programmato in base alla curva fisiologica ormonale quindi evitare di mangiare la sera tardi, evitare il digiuno sopratutto a colazione!!!

4 la stanchezza, lo stress il digiuno innalzano la curva del cortisolo il quale ha un suo andamento fisiologico ben preciso durante il giorno..alto al risveglio basso verso la sera, se questo viene tenuto semote alto…crea grasso e mangia il muscolo CHE È LA FORNACE DEI GRASSI

5 l’allenamento e l’alimentazione vanno programmati dopo un’attenta valutazione di Composizione Corporea eseguita da un professionista. Abbiamo un peso totale ma la cosa fondamentale è CAPIRE DA COSA È COMPOSTO QUESTO PESO. QUANTA ACQUA? GRASSO? MUSCOLO? 2 persone posso avere lo stesso peso ma il primo fatto solo di grasso l’altro bello e tonico fatto di muscolo. 

6 alleniamoci con i pesi, aumentiamo il muscolo e perderemo di grasso!!! 

7 il diabetologo può consigliarvi uno specialista ma difficilmente può far lui il lavoro!

8 LO RIPETO… INIZIATE AD ALLENARVI ANCHE CON I PESI E NON SOLO CON ESERCIZI AEROBICI