Battere sul tempo la comparsa del diabete. La ricetta dell’ADA

Negli Usa, come in tutto il mondo, accanto alla popolazione di diabetici ‘noti’, ce n’è una sommersa e difficilmente quantificabile; molto più numerosa e ‘invisibile’ è la schiera dei pre-diabetici. Viste le statistiche americane, l’American Diabetes Association (ADA)suggerisce di sottoporre a screening tutti i cittadini americani dopo i 45 anni, anche se del tutto asintomatici; uno scollamento rispetto a quanto consigliato dallo US Preventive Services Task Force (USPSTF), che suggerisce lo screening solo per gli ipertesi.

Uno studio presentato al congresso dell’ADA, dimostra che l’approccio dell’associazione dei diabetologi americani aiuterebbe a risparmiare molto di più, contribuendo a migliorare la salute della popolazione in un arco temporale di 10 anni, rispetto all’adozione delle linee guida USPSTF, perché consentirebbe di individuare un maggior numero di persone con pre-diabete, sulle quali effettuare degli interventi preventivi sullo stile di vita, che nel tempo farebbero la differenza. Modellando degli scenari, sulla base dei risultati di follow up a 10 anni del braccio ‘interventi sullo stile di vita’ e controllo del Diabetes Prevention Program (DPP), i ricercatori hanno stabilito che raggiungere i risultati del DPP, consentirebbe nell’arco di 10 anni di ridurre  59% i nuovi casi di diabete, del 34% i casi di scompenso cardiaco e del 22% quelli di cardiopatia ischemica; anche la mortalità risulterebbe ridotta del 22%. I benefici per persona nello stesso periodo temporale ammonterebbero a oltre 6 mila dollari risparmiati di cure mediche e oltre 17 mila di benefici economici generali.
Secondo gli ultimi risultati del Diabetes Prevention Program Outcomes Study (DPPOS), presentati al congresso dell’ADA, i trattamenti utilizzati per ridurre lo sviluppo di diabete di tipo 2 mantengono tutta la loro validità anche a distanza di 15 anni. Il DPPOS è un’estensione del DPP, realizzata per effettuare un follow up dei due interventi previsti dal DPP, cioè un programma di stile di vita disegnato per ottenere un calo ponderale, anche attraverso l’attività fisica, e l’impiego della metformina. A distanza di 15 anni, i partecipanti del DPP inizialmente assegnati al gruppo di intervento su dieta, attività fisica e metformina, continuavano ad avere tassi di diabete inferiori, rispetto al gruppo di controllo (le riduzioni sono state rispettivamente del 27% e del 17%). “Questi risultati – commenta David Nathan, professore di medicina presso la Harvard Medical School – dimostrano che possiamo ritardare l’insorgenza del diabete di tipo 2 , attraverso interventi sullo stile di vita e l’assunzione di metformina, e che questi interventi continuano a funzionare anche a distanza di molti anni”.

Il Diabetes Prevention Program (DPP) è uno studio multicentrico, pubblicato nel 2002 sul New England Journal od Medicine, e realizzato per verificare se un modesto calo ponderale ottenuto attraverso modificazioni della dieta e un’aumentata attività fisica o sul trattamento con metformina, potesse consentire di prevenire o ritardare la comparsa di diabete di tipo 2 nei partecipanti allo studio, che all’ingresso presentavano dei valori di glicemia più alti della norma ma non ancora nel range diabetico (erano cioè nella condizione di ‘prediabete’) ed erano sovrappeso. Lo studio ha dimostrato che anche una modesta perdita di peso, attraverso la dieta e l’attività fisica, era sufficiente per ridurre sensibilmente il rischio di sviluppare diabete. A questa riduzione di rischio contribuiva anche la metformina, sebbene non in maniera determinante. Il gruppo di ricerca del DPP sta continuando a studiare il ruolo dello stile di vita, della metformina e altri farmaci anti-diabetici nel prevenire il diabete di tipo 2. Continuano inoltre a monitorare i partecipanti allo studio DPP, per valutare gli effetti a lungo termine di questi interventi e in particolare il loro impatto sulla comparsa delle complicanze, nel Diabetes Prevention Program Outcomes Study (DPPOS), uno studio di follow up del DPP, finanziato dai National Institutes of Health (NIH). Al congresso dell’ADA sono stati presentati i risultati di follow up a 15 anni, ma c’è in programma di continuare a seguire i partecipanti allo studio per altri 10 anni.

L’American Diabetes Association raccomanda di sottoporre ad esami, per individuare un’eventuale condizione di prediabete o diabete, tutti gli adulti sovrappeso o obesi o che abbiano uno o più fattori di rischio aggiuntivi per diabete. Le persone senza fattori di rischio, dovrebbero essere sottoposte a screeningper diabete dall’età di 45 anni.

 

di Maria Rita Montebelli

 

da quotidianosanità.it