14 anni di diabete

Qualche tempo fa, avevo dato la mia definizione di diabete in un post in cui si chiedeva cosa fosse il diabete per ciascuno di noi. Bene. Oggi, il mio caro diabete compie 14 anni. Insomma, diventa adolescente! Ho deciso di regalargli questa “intervista”, fatta da me, per me. Ho ripreso in parte il mio commento di allora, aggiungendoci qualcosina. Premessa: non uso mezzi termini, nè tanto meno * # @ vari.

Cos’è il diabete? Una rottura di coglioni perenne con qualche (raro) momento di tregua. Un dispenser di insulti quando fa quel cazzo che vuole! Un “pensiero” costante nella testa che svolge il ruolo di Sergente Hartman che ti fa stare sempre sull’attenti, della serie: «cazzi tuoi se sgarri!». Una sorta di “grande fratello” (quello di Orwell, ovviamente!): sa tutti i tuoi movimenti, sa quante volte al minuto respiri, sa perfino prevedere il futuro ed è capace di metterti il bastone tra le ruote. Ergo, ‘no stronzo.

Come ti senti? Mi sento un po’ come gli Stati Uniti e la Russia durante la guerra fredda (l’unica differenza è che la mia guerra fredda…è eterna!)

Se dovessi paragonarlo a qualcosa? Lo paragonerei alla palla che hanno al piede i carcerati con tanto di manette e catene (non in Italia, chiaramente!). Prova a fare quel cazzo che vuoi…provaci. Fai quello che ti pare, tanto c’hai l’ergastolo da scontare (appunto, non in Italia!)

Se fosse un oggetto? Vorrei poter avere una bambolina voo-doo per prendermi gioco di lui, come lui ogni tanto fa con me. E ridere. Tanto. Mentre torturo la bambolina (sia chiaro: non è violenza, restituisco solo i favori!)

Il mio sogno nel cassetto? Poterlo avere sotto forma di sacco da boxe da riempire di calci e pugni quando ti fa sbroccare…o anche solo per tirare qualche cazzotto, così, giusto per sfogarmi! (senza andare in ipo, magari. O in iper.)

Cosa mi da fastidio? Sentirmi dire “c’è di peggio”. Lo so. O forse no. So solo che senza insulina, schiatti. Non fare l’insulina è un po’ come andare sugli autoscontri in bicicletta e pretendere di non farsi male. Non puoi. Come buttarti da un aereo senza paracadute e pretendere di atterrare in piedi, leggero come una piuma. Non puoi. Battisti diceva: «..e guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere se poi è tanto difficile morire» ..sì bè, tu chiamale, se vuoi, emozioni!

Cosa mi fa incazzare? Mi fa letteralmente partire l’embolo quando sento qualcuno che lo definisce “amico”, “compagno”, o peggio che peggio, CONDIZIONE! ‘sto cazzo che lo considero un “amico” o un “compagno”! ‘sto cazzo che lo considero una “condizione”! É una fottutissima, cazzutissima, odiosissima, malattia cronica! Gli amici, sono altro!! Le condizioni, sono altro! NON IL DIABETE!

Va bè oh, ma lati positivi ce ne sono? Certo! Ho un pancreas che funziona a ricariche di un liquido che puzza da far schifo e con batterie AAA, visto che il mio pancreas è (e sarà!) l’unica parte di me che è riuscito ad andare in pensione (anticipata oltretutto!)…

 

Martina Piganzoli