Un mondo senza glutine. La rivincita dei dietetici Garantiti e autorizzati dal Ministero della Salute

GOLOSI CANNOLI siciliani, gelati e tutti i possibili prodotti da forno compaiono in quel lungo elenco di alimenti gluten free che è il “Registro Nazionale dei prodotti dietetici senza glutine”. Assente nel latte, nella carne, nel pesce, nelle verdure, nei legumi, nei funghi, nel riso, nel mais, nel grano saraceno e nel miglio, il glutine è un complesso proteico contenuto nel grano tenero e in quello duro, nel farro, nella segale, nel kamut, nell’orzo, nell’avena e in altri cereali minori. 
Seguire una dieta priva di glutine significa perciò cambiare stile di vita ed eliminare quasi tutti gli alimenti confezionati. 
Innocua presenza nei farmaci, dove a volte c’è, ma in tracce, il glutine può essere però ‘nascosto’ nei cibi, come additivo, conservante o aroma. Oggi molti ristoranti specificano nei menù le portate gluten free, e dal 2005 la legge prevede che nelle mense di scuole, ospedali e strutture pubbliche vengano somministrati pasti senza glutine su richiesta degli interessati. Anche se il celiaco non è un allergico e non corre il rischio di shock anafilattico per quantitativi non identificabili di glutine assunto involontariamente, è comunque sempre utile richiedere informazioni dettagliate su ogni singolo prodotto che si desidera utilizzare. 
Ben vengano quindi gli alimenti speciali, con il logo Spiga Barrata, prodotti dai circa 160 stabilimenti autorizzati dal Ministero della Salute, facilmente riconoscibili sugli scaffali perché garantiti dal Ministero stesso con l’indicazione “dietetico senza glutine” in etichetta, ed erogati gratuitamente dal Sistema Sanitario Nazionale, in quanto rappresentano l’unico trattamento possibile per la celiachia.

UNA DIETA appropriata, assolutamente priva di glutine, permette infatti di eliminare i sintomi di questa intolleranza, come la diarrea, il gonfiore intestinale e i dolori addominali, fino a ricostituire i tessuti intestinali danneggiati. 
Intolleranti al glutine in modo permanente, i celiaci possono però riammalarsi se entrano nuovamente in contatto con questa sostanza, mentre la loro capacità di ripresa e il recupero dei tessuti danneggiati dipende anche da altri fattori, come ad esempio l’età in cui la malattia viene diagnosticata, o il grado di danneggiamento, o l’assunzione da parte dell’individuo di farmaci che possono interferire. 
La celiachia è una condizione con una forte componente genetica in cui il 5-10% dei parenti di primo grado (genitori, figli, fratelli) dei celiaci eredita la malattia. A volte però si manifesta con sintomi atipici e, se non è precocemente riconosciuta, può causare importanti e qualche volta irreversibili danni all’organismo. 
La diagnosi di celiachia è semplice: si effettua mediante l’analisi del sangue. Per ottenere l’esenzione dal pagamento dei prodotti senza glutine è necessaria la conferma definitiva tramite una biopsia dell’intestino tenue. Italia ogni anno vengono effettuate 20.000 nuove diagnosi e i celiaci stimati sono 1 su 100, sarebbero quindi 600.000 gli italiani ammalati, ma ad oggi ne sono stati diagnosticati solamente poco più di 100.000. L’Associazione Italiana Celiachia, che rappresenta in Italia gli oltre 110.000 celiaci ad oggi diagnosticati, promuove l’assistenza ai celiaci, informa la classe medica sulle possibilità diagnostiche e terapeutiche, stimola la ricerca scientifica, sensibilizza le strutture politiche, amministrative e sanitarie. È presente su tutto il territorio nazionale, con le sue 19 Associazioni Regionali. Fornisce indicazioni ai celiaci non solo sulla dieta da seguire, ma anche sui prodotti in vendita e sui ristoranti dove si trovano i prodotti gluten free. 

di Mariasandra Aicardi

 

 

da quotidianonet.it