Trovato marker per la perdita di cellule beta dopo il trapianto di isole

I livelli plasmatici della proteina GDA65 possono essere utilizzati come marker per rilevare la perdita di cellule beta subito dopo il trapianto intraportale di isole pancreatiche nei pazienti affetti da diabete di tipo 1. È questa la conclusione di un lavoro da poco pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism.

“Questo studio fornisce una prova di principio clinica della validità di utilizzo del test GAD65 per rilevare e quantificare la perdita di cellule beta nei pazienti sottoposti al trapianto” ha detto in un’intervista il primo firmatario dello studio, Daniel Pipeleers, dell’Università di Bruxelles.

“La sua utilità clinica, tuttavia, è ancora limitata a una condizione di perdita acuta e importante, finora dimostrata solo dopo il trapianto di cellule insulari. Stiamo lavorando per rendere il test più sensibile in modo che possa essere utilizzato per monitorare l’andamento degli impianti di cellule beta anche al di là dei primi giorni post-trapianto ” ha aggiunto il ricercatore.

GAD65 (l’isoforma da 65 kDa del’enzima glutammato decarbossilasi) è espressa nelle cellule beta umane. Studi precedenti, spiegano gli autori nell’introduzione, hanno dimostrato che la proteina fuoriesce dalle cellule beta di ratto danneggiate chimicamente.

Nel loro studio, Pipeleers e i colleghi hanno quindi provato a valutare l’utilità del test della GAD65 per rilevare e quantificare la distruzione acuta delle cellule beta umane in vitro e in vivo.

Per lo studio in vitro, i ricercatori hanno esposto preparazioni di cellule beta umane al perossido di idrogeno, osservando che nelle colture esposte alla tossina i livelli di GAD65 nel mezzo di coltura hanno continuato ad aumentare nel lasso di tempo compreso tra le 4 e le 24 ore successive all’esposizione, in modo proporzionale al numero di cellule morenti; le colture di controllo, invece, hanno mostrato soltanto un piccolo aumento nelle prime 4 ore dopo la messa in coltura.

Per lo studio in vivo, invece, Pipeleers e gli altri ricercatroi hanno misurato i livelli plasmatici di GAD65 in 26 pazienti con diabete di tipo 1 sottoposti al trapianto di isole  intraportale, prima e dopo l’iniezione. Prima del trapianto la proteina non risultava rilevabile, mentre è risultata misurabile già un’ora dopo l’iniezione dopo 37 delle 56 iniezioni ricevute da questi pazienti. Inoltre, è emersa una correlazione significativa tra livelli di GAD65 e numero di cellule beta iniettate.

La proteina ha raggiunto i livelli massimi dopo 15-30 minuti, un dato che, secondo i ricercatori, “indica come non si sia originata solo dal materiale iniettato, ma sia stata rilasciata anche dalle cellule del fegato”.

I ricercatori hanno osservato anche una correlazione tra outcome funzionali favorevoli degli impianti di cellule insulari e bassi livelli plasmatici di GAD65.

“Al momento stiamo utilizzando il test nel nostro programma di trapianto delle cellule beta per misurare la perdita di cellule durante l’impianto e l’inizio dell’attecchimento” ha spiegato Pipeleers, aggiungendo che “per ora è l’unico indicatore clinico che permette di valutare la perdita minima di cellule beta durante questa fase, a seguito del trapianto intraportale”.

“L’entità della perdita viene confrontata con la capacità dell’impianto di correggere diabete ed è anche un parametro per valutare variazioni nella procedura, dalla preparazione dell’impianto alle condizioni del impianto al trattamento del ricevente”.

“Per estendere l’utilità di questo test anche al di là dei protocolli di trapianto delle cellule insulari, ovvero per il monitoraggio delle variazioni della massa delle cellule beta durante la storia naturale del diabete di tipo 1 e degli interventi successivi, è necessario svilupparlo ulteriormente” ha concluso Pipeleers, senza escludere che in futuro frammenti di GAD65 o altre proteine possano sostituire GAD65 come marker.

Z. Ling, et al. Plasma GAD65, Marker for Early Beta Cell Loss following Intraportal Islet Cell Transplantation in Diabetic Patients. J Ckin  Endocrinol Metab. 2015; http://dx.doi.org/10.1210/jc.2015-1216
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da PHARMASTAR