Trapianto di cellule di pancreas avvolte in alghe: iniziata sperimentazione in Australia

È cominciata in Australia la prima sperimentazione di un nuovo trattamento del diabete di tipo 1 nel quale le cellule del pancreas produttrici di insulina prelevate da cadavere sono state trapiantate in pazienti dopo essere state avvolte in capsule di alghe per evitare il rigetto.

Durante la prima sperimentazione clinica, conclusa ieri, i medici dell’ospedale Principe di Galles di Sydney, guidati dal ricercatore Bernie Tuch dell’università del Nuovo Galles del Sud, hanno iniettato in una paziente di 51 anni cellule produttrici di insulina. Le circa 200 mila cellule pancreatiche, prelevate da un donatore deceduto, erano rinchiuse in minuscole capsule perforate, del diametro di 0,3 millimetri, confezionate da un estratto di alghe detto alginato.

Se il successo della terapia sarà confermato, per molti diabetici saranno sufficienti una o due iniezioni nella vita, invece di diverse iniezioni al giorno.

Le cellule produttrici di insulina restano nell’addome del paziente, liberando insulina, protette dal sistema immunitario dell’organismo grazie alle capsule di alghe. Le microscopiche perforazioni consentono all’insulina di entrare nel flusso sanguigno, e di fare penetrare elementi nutritivi per alimentare le cellule, mentre sono sufficientemente piccole da trattenere all’esterno gli anticorpi.

A sottoporsi alla sperimentazione è stata l’infermiera dello stesso ospedale, Janice Stewart, che aveva bisogno di quattro iniezioni al giorno da quando, circa 40 anni fa, le era stato diagnosticato il diabete tipo 1. Ora la donna potrà tornare al lavoro, a 24 ore appena dal trattamento.
Nei trapianti tradizionali su diabetici del tipo 1, spiega Tuch, i pazienti necessitano di farmaci immunosoppressori su base continuata, per impedire che l’organismo rigetti le cellule.

La signora Stewart è stata la prima di sei pazienti nella sperimentazione australiana della procedura, che si prevede richiederà alcuni anni per essere completata.
Tuch sostiene che i pazienti richiederanno due o tre di tali trapianti, che potranno consentire di fare completamente a meno delle iniezioni di insulina.

Il maggior fattore limitante, tuttavia, è che le cellule produttrici di insulina debbono essere prelevate dal pancreas di un donatore non diabetico, che sia morto molto di recente. Ma, riconosce lo studioso, allo stato attuale della ricerca esistono gravi problemi nella disponibilità di organi.

21 febbraio 2006

 

da http://www.swissinfo.org/