Trapianto di cellule contro il diabete

La terapia genica, la farmacogenetica (farmaci mirati), la trapiantologia, l’immunoterapia, sono tra le aree più innovative della medicina. La ricerca avanza e si stanno compiendo progressi superiori alle aspettative. Tra pochi anni nuove cure saranno disponibili. Un tempo il diabete di tipo 1, cioè insulino-dipendente, rappresentava una autentica condanna a morte, oggi sappiamo che presto molti diabetici potranno fare a meno della stessa iniezione quotidiana di insulina che consente di diminuire il glucosio, cioè gli zuccheri, nel sangue e di vivere normalmente. In Italia vi è un Centro di eccellenza diretto dal professor Antonio Secchi presso l’ospedale San Raffaele di Milano, che si occupa del trapianto di cellule. Sta sviluppando queste ricerche grazie alla collaborazione ed ai finanziamenti per cinque anni del National Institute of Health (NIH) il più importante organismo sanitario degli Stati Uniti.

“Il nostro programma Immuno Tolleranza Network (ITN) – afferma il professor Secchi – intende raggiungere vari obbiettivi: tolleranza nei trapianti, tolleranza nelle malattie autoimmuni (diabete, artrite reumatoide, psoriasi), asma bronchiale, indicatori di tolleranza nel sangue. Le nostre ricerche fanno parte di un progetto allargato che viene sviluppato da altri due Centri europei: l’Ospedale universitario di Ginevra ed il Centro universitario di Giessen in Germania. Anche questi Istituti vengono finanziati dall’NIH americano. A Milano abbiamo già effettuato ricerche cliniche per due anni e continueremo nei prossimi tre”.

Il professor Secchi, allievo del professor Pozza, uno dei più affermati diabetologi italiani, ha iniziato ad occuparsi di trapianti di pancreas nel 1981 a Lione, dove, per la prima volta al mondo, in contemporanea con Minneapolis e Stoccolma, venne applicata una metodologia di avanguardia. Oggi vi sono decine di Centri nel mondo che complessivamente in questi anni hanno effettuato 15 mila interventi. I trapianti di isole di Langerhans sono molto più rari: negli ultimi due anni il professor Secchi ne ha compiuti 25, su un totale di 65 dall’inizio dell’attività. Nel mondo ne sono stati compiuti di 400.

“Il trapianto di cellule delle isole di Langerhans ci ha permesso in 60 casi su cento di superare l’insulino-dipendenza. Questo risultato – afferma Secchi – lo abbiamo ottenuto grazie ad una terapia immunosoppressiva efficace con conseguenti effetti collaterali. Ora si vuole ottenere lo stesso risultato con l’impiego di farmaci con un profilo di tossicità più basso o perfino con la soppressione della terapia anti-rigetto. In Italia queste ultime ricerche vengono sviluppate solo dal nostro Centro del San Raffaele e sono finanziate dal Juvanile Diabetics Foundation (JDF), dal ministero della salute, dal ministero della ricerca. Il trapianto di Pancreas e quello delle isole di Langerhans non solo consentono di superare l’insulino-dipendenza, ma anche di prevenire o far regredire le complicanze degenerative del diabete: dalle cardiopatie (infarto, ictus, scompenso) alla cecità (retinopatia diabetica) , alla dialisi (nefropatie), alle vasculopatie periferiche che possono evolversi in gangrene (in Italia si hanno 15 mila amputazioni l’anno degli arti inferiori per questa causa).

I risultati raggiunti al San Raffaele di Milano sono stati ottenuti grazie alla stretta collaborazione ed alla sinergia con l’équipe chirurgica, diretta dal professor Valerio Di Carlo (decisivo l’apporto del dottor Carlo Socci).

Non tutti i diabetici di tipo 1 (600-700 mila in Italia) possono e potranno utilizzare queste procedure.

“Le attuali indicazioni per beneficiare di questa terapia – precisa il professor Secchi – sono condizionate da alcuni elementi: almeno cinque anni di malattia, grave scompenso metabolico nonostante una cura insulinica adeguata, presenza di complicanze degenerative aggressive. Vi sono inoltre numerose condizioni (cattiva funzionalità di fegato e reni, presenza di una malattia virale, preesistenti tumori) che rendono inapplicabile il trapianto. Il Centro San Raffaele è disponibile a fornire ulteriori informazioni su questi temi (telefono 02 -26.43.25.75 – Sito internet www.hsr.it).

Il primo trapianto di cellule pancreatiche è avvenuto a Londra nel lontano 1891: il chirurgo WiIliarns trapiantò estratti di pancreas di pecora in un giovane diabetico. Nel 1922 Banting e Best a Toronto in Canada scoprirono l’insulina che ha salvato la vita a milioni di malati. Per queste ricerche ottennero il Nobel. Una nuova pagina anch’essa importante nella terapia del diabete sta per essere scritta dal trapianto di cellule di Langerhans. I ricercatori italiani sono in prima linea.

 

 

 

Di Luigi Cucchi

da: “Il Giornale” del 03.01.04