Strategie di prevenzione della chetoacidosi diabetica

La chetoacidosi diabetica è una condizione clinica che purtroppo molti pazienti con diabete e le loro famiglie conoscono bene. Si tratta infatti di una complicanza del diabete con cui si presentano circa il 20 – 40% dei soggetti alla diagnosi di malattia. Tale condizione si verifica poiché se l’organismo ha una grave mancanza di insulina ed elevati livelli di glucosio nel sangue per un lungo periodo, utilizza energia fornita dalla degradazione dei grassi, con accumulo nel sangue di sostanze chimiche chiamate chetoni. Tutti questi fattori provocano una profonda alterazione dell’equilibrio dell’organismo e, se non si interviene con un trattamento adeguato, le conseguenze per la vita del paziente possono essere estremamente gravi. Spesso quando un bambino ha livelli elevati di glucosio nel sangue, ma non sa ancora di avere il diabete, comincia a bere di più e a fare più pipì. Tuttavia è difficile riconoscere subito questi sintomi. 

Più facile è invece, anche per i genitori, riconoscere uno dei sintomi più precoci del diabete, cioè l’enuresi notturna (fare la pipì a letto), soprattutto in un bambino in cui ciò non era mai avvenuto prima o non succedeva più da tempo.
Se tutti questi sintomi vengono riconosciuti e il bambino viene indirizzato prontamente ad un Centro specializzato, la diagnosi di diabete può essere fatta rapidamente e la terapia intrapresa prima che si sviluppi la chetoacidosi, con minori sofferenze per il bambino ed evitando i rischi connessi alla chetoacidosi e al suo trattamento.
Ipotizzando che fosse possibile prevenire la chetoacidosi diabetica riducendo il periodo che va dalla comparsa dei primi sintomi alla diagnosi, nel 1991 il gruppo di Diabetologia Pediatrica dell’Università di Parma ha ideato una campagna di informazione nelle scuole e negli ambulatori dei Pediatri della Provincia di Parma, con l’obiettivo di richiamare l’attenzione sul riconoscimento precoce dei sintomi del diabete, in particolare proprio l’enuresi notturna.

La campagna è stata attuata attraverso la distribuzione di un poster che rappresentava un bambino che dorme su cui erano riportati 5 messaggi pratici:
• Il tuo bambino beve e urina più del solito?
• Ha ripreso a fare la pipì a letto?
• Accertati che non abbia lo zucchero alto nel sangue.
• Consulta oggi stesso il tuo pediatra.
• Anche i bambini possono avere il diabete.

Il poster è stato distribuito nelle scuole elementari e medie, dove medici e infermieri esperti nella diagnosi e nel trattamento del diabete hanno spiegato agli insegnanti gli obiettivi della campagna e hanno suggerito di mostrare il poster durante gli incontri con i genitori. Il poster è stato inoltre distribuito ai pediatri di base della provincia di Parma, insieme a una cartolina con le linee guida per la diagnosi del diabete, che sottolineava in particolare i sintomi precoci (sete, nicturia ed enuresi notturna) e tardivi (sete e diuresi eccessiva, perdita di peso, eccessiva stanchezza), oltre a un reflettometro per la misurazione della glicemia e stick urine per misurare il livello di glucosio e di chetoni nelle urine. È stato inoltre suggerito a pediatri, insegnanti e famiglie di indirizzare prontamente tutti i bambini con i sintomi sopra citati al Centro Regionale di Diabetologia Pediatrica dell’Università di Parma, attraverso un numero verde attivo 24 ore su 24 fornito dall’Associazione dei genitori dei bambini con Diabete di Parma.
I risultati della campagna nei primi otto anni sono stati eccezionali: dal 1991 al 1992 solo 3 bambini dai 6 ai 14 anni provenienti dalla  provincia di Parma sono arrivati alla diagnosi di diabete in condizione di chetoacidosi, e nessun bambino nei 5 anni successivi.
Il contribuito della campagna informativa alla riduzione dei casi di chetoacidosi è stato sostanziale, poiché è stato osservato che il numero di casi di chetoacidosi in bambini provenienti da province vicine, dove la campagna non era stata attuata, era significativamente maggiore. Inoltre, molti dei genitori dei bambini di Parma e provincia a cui è stato diagnosticato il diabete senza che si sviluppasse la chetoacidosi hanno riconosciuto che il messaggio contenuto nel poster li aveva spinti a consultare rapidamente il pediatra. Sono passati 10 anni dalla conclusione di questa campagna e il gruppo di Diabetologia Pediatrica di Parma ha deciso di verificarne gli effetti a lungo termine, valutando l’incidenza di chetoacidosi nei nuovi casi di diabete dal 1999 al 2006.
È stato osservato che i casi di chetoacidosi sono stati inferiori a quelli verificatisi in bambini provenienti da province limitrofe, a conferma dell’efficacia della campagna anche molti anni dopo la sua promozione. Si sono tuttavia verificati negli ultimi anni  3 casi di chetoacidosi grave in bambini provenienti da Parma.
Il gruppo di Parma ha rilevato che l’89% dei poster che erano stati distribuiti nelle scuole non è più esposto e alcuni dei pediatri coinvolti nella campagna sono andati in pensione. Ciò ha suggerito l’opportunità di rinnovare la campagna d’informazione, estendendola anche ad altri luoghi quali farmacie e reparti di pediatria e superando i confini della provincia di Parma. È stato infatti creato un nuovo poster distribuito a 15.000 pediatri in tutta Italia, insieme a 2 cartoline informative destinate a pediatri e genitori, in occasione della Giornata Mondiale per il Diabete il 14 novembre.

 

 

Chiara Scarabello, Maurizio Vanelli
Centro Regionale di Diabetologia Clinica Pediatrica, Università di Parma

 

 

da Diabete Giovani