FAQ sul FreeStyle Libre

Niente pungidito, ma un sensore da indossare e un lettore che dà il suo responso in meno di un secondo, anche attraverso i vestiti. Arriva in Italia il primo sistema di monitoraggio ‘flash’ dei livelli di zucchero nel sangue, che promette di fornire alle persone con diabete un quadro completo del profilo glicemico. Il dispositivo si chiama FreeStyle Libre ed è stato presentato da Abbott oggi a Milano.

 

 

 

 

Per Salvatore Caputo, presidente di Diabete Italia, “soddisfa un bisogno importante, ancora insoddisfatto, delle persone con diabete. Basti pensare che in Italia per un diabetico su 2 la puntura del dito è un buon motivo per non testarsi, e che la maggioranza non misura regolarmente la glicemia, con il risultato che va incontro a crisi ipoglicemiche 3 volte di più di chi si controlla regolarmente e viene ospedalizzato il doppio delle volte, con un costo a carico del Servizio sanitario nazionale del 66% superiore”.

FreeStyle Libre apre una nuova era nel monitoraggio della glicemia – afferma Emanuele Bosi, professore associato Dipartimento di endocrinologia e diabetologia, Università Vita-Salute San Raffaele di Milano – poiché consente di controllare facilmente i livelli di glucosio sfruttando una tecnologia avanzata con sensori da indossare, senza usare lancette e senza pungere il dito. Elimina il peso del controllo della glicemia e permette alle persone con diabete e ai medici di comprendere meglio il profilo glicemico, e attuare le migliori strategie terapeutiche per un’ottimale gestione del diabete”.

“I valori rilevati dal sensore vengono elaborati grazie all’Ambulatory Glucose Profile (Agp), un software avanzato che riassume statisticamente i dati standardizzati della glicemia e li visualizza graficamente, con un’interfaccia chiara e intuitiva, in pattern glicemici giornalieri di immediata comprensione – evidenzia Stefano Genovese, responsabile Unità operativa diabetologia e malattie metaboliche, Irccs Multimedica di Sesto San Giovanni (Milano) – Il software FreeStyle Libre può aiutare il medico a prendere decisioni ottimali sulla terapia ed il paziente ad avere maggiore consapevolezza della propria condizione. L’accesso a questo tipo di informazioni rende più produttivo il dialogo medico-paziente e può consentire ai diabetologi clinici una reale personalizzazione della terapia”.

 

da ADNKronos Salute

 

Domande e risposte: Daniela D’Onofrio, Portale Diabete