Possibile legame tra deficit di vitamina D e retinopatia diabetica

La retinopatia diabetica potrebbe essere un altro degli effetti deleteri associati alla carenza di vitamina D. A suggerirlo è una metanalisi presentata di recente a Orlando, al congresso dell’American Association of Clinical Endocrinologists, nella quale pazienti con retinopatia diabetica hanno mostrato maggiori probabilità di avere livelli di 25-idrossivitamina D inferiori rispetto ai controlli sani.

“La vitamina D potrebbe avere un ruolo nella fisiopatologia della retinopatia diabetica” ha detto il primo firmatario dello studio, Anawin Sanguankeo, del Bassett Medical Center di Cooperstown, in conferenza stampa. “In futuro, si dovrebbero fare studi in cui si valuti se somministrare la vitamina D ai pazienti diabetici possa prevenire lo sviluppo della retinopatia diabetica o rallentarne progressione in coloro che già ce l’hanno rispetto ai pazienti che non hanno livelli di vitamina D ottimali” ha aggiunto il ricercatore

Possibile effetto duplice
La carenza di vitamina D, ha spiegato Sanguankeo, è risultata associata a diverse complicanze cardiometaboliche, tra cui la secrezione di insulina, la sindrome metabolica e la progressione sistemica del diabete. Il ruolo della vitamina D nella patogenesi della retinopatia diabetica negli esseri umani rimane un’area di dibattito, anche se gli studi su modelli hanno evidenziato la presenza di recettori della vitamina D nella retina e una riduzione della vascolarizzazione negli animali a cui è stata somministrata vitamina D.

Il meccanismo alla base dell’associazione potrebbe essere duplice, ha spiegato il ricercatore. Alcuni studi suggeriscono che la vitamina D potrebbe migliorare la sensibilità all’insulina nel diabete di tipo 2 e potrebbe anche ridurre direttamente I fattori di crescita endoteliale vascolare. Il deficit della vitamina avrebbe, quindi , effetti opposti.

“Tuttavia, nell’uomo sono stati fatti ben pochi studi in cui si è valutato come la supplementazione con vitamina D influisce sulla retinopatia diabetica” ha detto il ricercatore. Da qui la necessità di ulteriori ricerche prima di poter raccomandare tale supplementazione per prevenire la retinopatia diabetica. Sanguankeo ha anticipato che il suo stesso gruppo ha in programma di iniziare a breve uno studio di questo tipo.

Associazione significativa anche nei sottogruppi
Per lo studio presentato ora a Orlando, Sanguankeo e gli altri ricercatori colleghi effettuato una revisione sistematica della letteratura pubblicata fino al luglio 2015 ed eseguito una metanalisi di 13 studi osservazionali (caso-controllo o di coorte) che hanno coinvolto 9350 pazienti diabetici nei quali si è valutata l’associazione tra carenza di vitamina D (definita come un valore sierico di 25-idrossivitamina D non superiore a 20 ng/ml) e retinopatia diabetica. 

I ricercatori hanno calcolato l’effetto stimato combinato della retinopatia diabetica, confrontando i pazienti con livelli di vitamina D ottimali e pazienti con deficit di vitamina D e hanno calcolato la differenza media combinata dei livelli di 25(OH)D tra i pazienti con retinopatia diabetica e i controlli sani.

Le analisi hanno trovato un’associazione significativa tra retinopatia diabetica e deficit di vitamina D (OR 1,27; P < 0,001). Nel sottogruppo di pazienti con retinopatia diabetica non proliferativa l’OR è risultato pari a 1,209 (P = 0,001) e in quello con retinopatia proliferativa pari a 1,315.

Inoltre, i pazienti con retinopatia diabetica sono risultati avere livelli sierici di 25-(OH) D inferiori rispetto ai controlli, con una differenza media di -2,22 ng/ml (P <  0,001).

Necessari studi randomizzati per raccomandare la supplementazione
“Penso che l’evidenza sia abbastanza forte da giustificare altri studi in questo campo” ha detto Sanguankeo. Tuttavia, ha aggiunto il ricercatore, “prima di poter raccomandare la supplementazione con la vitamina D, c’è bisogno di evidenze ancora più forti, fornite da studi randomizzati e controllati o studi prospettici di coorte. Questo è solo l’inizio degli studi che si dovrebbero fare”.

Sulla stessa linea si è detto Rayaz A Malik, dell’Università di Manchester. “Sono piacevolmente sorpreso da quest’analisi, in quanto fornisce supporto a una grande quantità di dati sperimentali di base e altri dati clinici. Abbiamo davvero bisogno di uno studio di potenza adeguata per vedere se la correzione della carenza di vitamina D sia in grado di migliorare gli outcome” ha commentato lo specialista.

Malik è peraltro il primo autore di uno studio trasversale troppo recente – è stato pubblicato nel gennaio di quest’anno – poter essere incluso nella metanalisi di Sanguankeo e collaboratori, nel quale non si è trovata alcuna associazione tra carenza di vitamina D e retinopatia diabetica. 

“In verità, sono rimasto sorpreso dal non aver trovato un’associazione tra le due condizioni, ma penso che la ragione principale sia che la carenza di vitamina D era molto diffusa nel nostro campione: tutti avevano livelli bassi di vitamina, dato che la popolazione viveva a Manchester, e la maggior parte dei pazienti non facevano alcun trattamento per la carenza di vitamina D …. nel complesso, anche se il nostro studio fosse stato incluso nella metanalisi, non penso che avrebbe cambiato i risultati” ha commentato l’autore.

Da segnalare anche che uno studio presentato lo scorso anno al congresso dell’American Diabetes Association ha evidenziato un legame tra un’altra complicanza microvascolare del diabete, la neuropatia periferica dolorosa, e livelli di vitamina D ridotti in modo significativo. Inoltre, un recente lavoro pubblicato nel gennaio scorso su BMJ Open Diabetes Research Care, di cui Malik è l’autore senior, ha mostrato che la somministrazione di una singola dose intramuscolare di 600.000 UI di vitamina D si è associata a una diminuzione significativa dei sintomi della neuropatia diabetica dolorosa in più di 100 pazienti.

S. Upala, et al. The relationship between vitamin d deficiency and diabetic retinopathy: a systematic review and meta-analysis. AACE; abstract 309.
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da PHARMASTAR