Pesce in scatola al naturale

D:

Gentile Dott.ssa Capezzali,
Le chiesi già lumi sui dolcificanti due anni fa e gentilmente mi rispose. La ringrazio.
Il mio diabete 2 è molto ben controllato perchè , pur essendo in peso normale (indice massa 21) e con glicemia nella norma, continuo (e so bene che sarà per sempre!) la mia bella dieta, e ringrazio già che non ho bisogno di alcun farmaco!
Adesso gradirei un suo parere su questo:
Il pesce in scatola SENZA OLIO, ma solo con “acqua e sale” (così scrivono sulla scatola!!), tipo SARDINE, SGOMBRO e SALMONE, tutti al NATURALE, può essere inserito al posto del solito pesce al cartoccio che spesso mangio? So bene di NON poter usare pesce sott’olio, ma quello al NATURALE ha altre controindicazioni? Ho sentito che ha troppi LIPIDi, ma perchè? Per il solo fatto di stare in scatola in acqua e sale ne avrebbe più di quello fresco? E’ vero questo? Vale anche per le ACCIUGHE sotto SALE allora??
Mi scusi la lunghezza, immagino quanti le scriveranno!
Grazie infinite se avrà la pazienza di rispondere, e, ovviamente, autorizzo ad usare il mio quesito per il vostro sito, così da essere utile per altri.
Grazie e cordiali saluti.

G. B.

 
R:
Caro G.B.,
l’inscatolamento del pesce, prevede l’aggiunta di una soluzione salina o olio, dopo che questo è stato lavato, cotto e asciugato, e  si usa per tonno, sardine, alici, sgombro e salmone.
I nutrienti (proteine, lipidi) che il pesce fresco contiene, comunque vengono mantenuti, se conservato al naturale, mentre è chiaro che saranno maggiori i lipidi in quello conservato sott’olio, poiché l’olio di conservazione compenetra anche nelle carni.
Quindi consumato al naturale apporta poche calorie, ma ha un elevato apporto di sale, mentre quello sott’olio (d’oliva o extravergine d’oliva), può, per essere consumato con attenzione, essere ben sgocciolato, (tenendolo per esempio in un colino 30 minuti prima del consumo).
Anche tenendo in considerazione che i prodotti di acquacoltura, sono un po’ più grassi delle specie selvatiche, sono pur sempre ricchi di acidi grassi omega 3, grassi che rivestono grande importanza per la protezione delle cellule dai danni ossidativi.
Pertanto fresco, conservato o perché no, surgelato, il pesce andrebbe consumato in  2 o 3 porzioni a settimana, in qualunque forma per il suo effetto cardioprotettivo.
Le invio cordiali saluti
Daniela Capezzali
Coordinatore C.L. Dietistica
Dipartimento di Medicina Interna
Università degli Studi di Perugia