Obesita’:con bisturi 1 su 10 via diabete ma operati solo 1%

L’intervento chirurgico ‘anti-obesita’ ‘ non risolve solo il problema dell’eccessivo sovrappeso ma in 9 casi su 10 chi affronta l’intervento guarisce anche dal diabete mellito di tipo 2, e, secondo una ricerca italiana, nel 34% dei casi grazie al bisturi si elimina anche l’ipertensione arteriosa. Sono i dati illustrati dalla Societa’ italana di chirurgia dell’obesita’ e delle malattie metaboliche (Sicob) nel corso di una conferenza stampa all’interno del primo congresso unitario dei chirurghi. Ma, nonostante ogni anno in Italia gli interventi siano circa 7mila, ha spiegato il presidente, Marcello Lucchese, ”riusciamo ad operare solo l’1% dei soggetti per cui l’intervento di chirurgia batriatica e metabolica sarebbe indicato”. La causa dei ‘pochi’ interventi, a fronte di circa 700mila persone in Italia obese gravi, va ricercata da un lato nel fatto che ”ancora non si percepisce l’obesita’ come una malattia grave”, come ”una vera e propria emergenza”, visto che gli italiani ‘extra-large’ sono gia’ circa 6 milioni (aumentati del 25% dal ’94 ad oggi). Ma anche nella ”mancanza di centri specializzati, visto che si tratta di pazienti ad alto rischio, difficile da trattare” che portano a liste di attesa ”di circa un anno” e che sono in piu’ distribuiti a ‘macchia di leopardo’. Dei 7.214 interventi effettuati nel 2011, ha riferito Luigi Angrisani, presidente dell’International Federation for the surgery of obesity and metabolic disorderers (Ifso), 4.093 sono stati fatti al Nord, 1.983 al Centro e ”solo un migliaio nel Mezzogiorno e nelle Isole”, rispettivamente 880 e 258, nonostante ”i dati epidemiologici nazionali attestino invece come siano proprio gli abitanti del Sud quelli piu’ gravemente in sovrappeso”, con picchi del 36% in Campania e Puglia. ”In una macroregione che conta oltre 20 milioni di abitanti – sottolinea – si trovano solo 4-5 centri attivi a Napoli, piu’ qualche struttura operante in Sicilia, in particolare a Catania”. Per gli esperti serve prima di tutto un ”cambio di mentalita’ ” che porti a comprendere che l’intervento chirurgico ”non e’ estetico – chiarisce Lucchese – ma salvavita”.

ANSA