Obesità e diabete di tipo 1, GLP-1 agonisti riducono significativamente il peso anche in contesti clinici reali
I pazienti con diabete di tipo 1 e obesità che hanno assunto liraglutide, semaglutide o tirzepatide, hanno ottenuto riduzioni più marcate sia del peso corporeo che dei livelli di emoglobina glicata rispetto a quanti hanno ricevuto le cure standard, indicando un potenziale per alleggerire il carico terapeutico e migliorare gli esiti metabolici. Sono i risultati di uno studio di real-world pubblicato sulla rivista Diabetes, Obesity and Metabolism.
La terapia insulinica rappresenta il trattamento standard per il diabete di tipo 1, ma i pazienti possono sviluppare anche obesità e marcatori di rischio metabolico. La condizione patologica dell’obesità costituisce una sfida crescente nella gestione del diabete di tipo 1, soprattutto in relazione all’aumento del rischio di malattie cardiovascolari, insulino-resistenza e complicanze diabetiche.
Gli agonisti del recettore del GLP-1 come liraglutide, semaglutide e tirzepatide, sono stati sviluppati per il trattamento dell’obesità poiché favoriscono la sazietà, rallentano lo svuotamento gastrico e potenziano la secrezione di insulina in modo glucosio-dipendente. Anche se questi farmaci sono ormai diventati dei pilastri nella terapia dell’obesità, il loro impiego nelle persone con obesità e diabete di tipo 1 ha attirato una crescente attenzione per i potenziali benefici sulle complicanze correlate all’eccesso di peso. Inoltre, si è manifestato un interesse specifico nel ridurre il fabbisogno insulinico e migliorare il controllo glicemico, hanno premesso i ricercatori.
«La gestione dell’obesità nei pazienti con diabete di tipo 1 è spesso subottimale, perché i medici non sapevano quanto fossero efficaci questi farmaci e temevano possibili rischi legati alla condizione diabetica» hanno spiegato Ebaa Al Ozairi, direttore medico e responsabile della ricerca clinica al Dasman Institute e colleghi. «Abbiamo dimostrato che i farmaci per l’obesità sono sicuri ed efficaci anche in pazienti con diabete di tipo 1».
Lo studio, condotto presso il Dasman Diabetes Institute in Kuwait, ha coinvolto 250 adulti con età media di 34 anni, di cui il 55% di sesso femminile. Tra questi, 97 hanno assunto liraglutide, 36 semaglutide, 35 tirzepatide, mentre 82 hanno ricevuto le cure standard senza GLP-1 agonisti. L’obiettivo era confrontare gli effetti nella pratica clinica reale di tirzepatide, semaglutide e liraglutide nel corso di 12 mesi in soggetti con diabete di tipo 1 e un indice di massa corporea (BMI) superiore a 27 kg/m², valutandone l’impatto su peso corporeo, marcatori di rischio metabolico e controllo glicemico.
Nel diabete di tipo 1 i GLP-1 agonisti possono alleggerire il carico terapeutico e migliorare gli esiti metabolici
Dopo 12 mesi, i pazienti trattati con tirzepatide hanno perso in media il 10,9% del peso corporeo, quelli con semaglutide il 9,9% e quelli con liraglutide il 7,1%, mentre il gruppo di controllo ha registrato un lieve aumento del peso (0,3%). Il calo ponderale è risultato dose-dipendente: dosi più elevate hanno portato a riduzioni maggiori.
Sul fronte glicemico e lipidico, negli adulti trattati con tirzepatide si è osservata una riduzione della HbA1c dello 0,65% rispetto al basale dopo un anno di trattamento (P=0,004). Nel gruppo semaglutide, la diminuzione della HbA1c è stata dello 0,33% (P=0,034), accompagnata da una riduzione del colesterolo totale di 0,37 mmol/L (P=0,04) e da un calo del colesterolo LDL di 0,29 mmol/L (P=0,05), sempre rispetto ai valori iniziali.
Liraglutide è stato associato a una riduzione della HbA1c dello 0,23% (P=0,017), a un abbassamento del rapporto albumina/creatinina urinario di 52,6 mg/g (P=0,007) e a una diminuzione del colesterolo LDL di 0,25 mmol/L (P=0,02). Nel gruppo sottoposto alle cure standard si è registrato un aumento della fosfatasi alcalina di 6,41 U/L (P=0,04) e una riduzione dell’aspartato aminotransferasi di 2,14 U/L (P=0,019) dopo un anno. Tutti gli altri parametri cardiometabolici nel gruppo di controllo non hanno mostrato variazioni significative.
Anche il fabbisogno insulinico giornaliero è diminuito, pari a 11,4 unità in meno con tirzepatide, 9 unità con liraglutide e 8,3 unità con semaglutide.
Questi risultati sono in linea con quelli di studi precedenti condotti su persone con obesità, con o senza diabete di tipo 2, nei quali tirzepatide ha mostrato esiti superiori nella perdita di peso rispetto a semaglutide. Le riduzioni ponderali dose-dipendenti sono coerenti con quanto osservato in studi precedenti, inclusi il programma SURPASS e i trial STEP. Questo suggerisce che una titolazione personalizzata del dosaggio può migliorare gli esiti terapeutici e ridurre gli effetti collaterali, in modo analogo a quanto rilevato in altri studi sul diabete di tipo 1.
Non sono stati segnalati eventi avversi significativi con nessuno dei tre farmaci e nessuno dei pazienti trattati ha sviluppato ipoglicemia grave o chetoacidosi diabetica. Gli autori hanno sottolineato che, pur essendo sicuri, i GLP-1 agonisti richiedono un’attenta gestione clinica: è fondamentale educare il paziente, monitorare i chetoni e regolare le dosi di insulina.
«Il diabete di tipo 1 non dovrebbe rappresentare un ostacolo al trattamento efficace dell’obesità» hanno dichiarato. «La riduzione del fabbisogno insulinico e i miglioramenti, seppur modesti, dei livelli di HbA1c, indicano un potenziale per alleggerire il carico terapeutico e migliorare gli esiti metabolici. Tuttavia, la terapia va personalizzata e monitorata con attenzione, soprattutto per il rischio di chetosi e per gli effetti gastrointestinali».
Referenze
Al Ozairi E et al. Weight loss in people with type 1 diabetes over 12 months: Real-world data comparing tirzepatide, semaglutide and liraglutide. Diabetes Obes Metab. 2025 Oct 6.
da Pharmastar

