Microinfusori meglio delle iniezioni di insulina per ridurre la glicata

I pazienti con diabete di tipo 2 sottoposti a terapia con microinfusore possono ottenere una riduzione maggiore dell’emoglobina glicata (HbA1c) rispetto a quelli che fanno diverse iniezioni quotidiane di insulina. Lo evidenziano i risultati dello studio randomizzato OpT2mise, pubblicati di recente sulla rivista Diabetes Technology and Therapeutics.

In questo studio, i ricercatori hanno valutato pazienti con diabete di tipo 2 di età compresa tra i 35 e i 70 anni che facevano iniezioni giornaliere con dosaggi elevati di insulina, compresi tra 90,5-1,8 U/kg/die. I regimi sono stati titolati durante una fase run-in durata 2 mesi. Inoltre, sono stati sospesi tutti gli antidiabetici orali, tranne la metformina.

All’inizio e alla fine dello studio, durato 6 mesi, gli autori hanno misurato i livelli plasmatici di peptide C e di anticorpi anti-acido glutammico decarbossilasi, stratificando i pazienti in base alle concentrazioni di anticorpi anti-acido glutammico decarbossilasi e peptide C. I ricercatori hanno quindi valutato le possibili associazioni tra questi marcatori e i livelli basali di HbA1c, le variazioni dell’HbA1c e le variazioni dell’HbA1c in relazione al trattamento assegnato.

Lo studio ha coinvolto complessivamente 331 pazienti con valori di HbA1c compresi tra l’8% e il 12%, di cui 168 assegnati alla terapia insulinica mediante microinfusore e 163 alla continuazione della terapia insulinica iniettiva.

Allo scadere dei 6 mesi, i pazienti assegnati al trattamento mediante microinfusore hanno raggiunto un migliore controllo glicemico (diminuzione dell’HbA1c compresa tra il 9% e il 7,9%), con una differenza tra i due gruppi nella concentrazione dell’HbA1c pari allo 0,7% a favore della terapia con microinfusore (P < 0,001). Inoltre, nel gruppo trattato con il device si è registrata una riduzione della dose giornaliera totale di insulina del 20% rispetto alla terapia iniettiva, a suggerire che l’infusione continua attraverso la pompa aumenta la sensibilità all’insulina.

Invece, non è emersa alcuna associazione tra i valori basali di HbA1c e concentrazioni di peptide C o anticorpi anti-decarbossilasi dell’acido glutammico. I ricercatori hanno osservato una differenza tra il gruppo trattato con il microinfusore e quello sottoposto alla terapia insulinica iniettiva nei pazienti con una concentrazione di peptide C <156 pmol/l, mentre non si è osservata nessuna differenza significativa tra i due gruppi in termini di riduzione dell’HbA1c in base alla presenza o assenza di anticorpi anti-acido glutammico decarbossilasi.

Secondo i ricercatori, questi risultati suggeriscono che le concentrazioni di peptide C e di anticorpi anti-acido glutammico decarbossilasi non dovrebbero essere utilizzate per orientare le decisioni terapeutiche relative alla terapia con microinfusore.

“I benefici della terapia con microinfusore non sono risultati dipendenti né dai livelli basali di peptide C né dalla presenza di anticorpi anti-decarbossilasi dell’acido glutammico” scrivono i ricercatori. “Pertanto, la presenza o assenza di questi biomarker non dovrebbero essere utilizzate come criterio per decidere se adottare o meno la terapia con microinfusore nei pazienti con diabete di tipo 2 non in grado di raggiungere il controllo glicemico con la terapia insulinica iniettiva” concludono gli autori.

Y. Reznick, et al. Reductions in A1C with Pump Therapy in Type 2 Diabetes Are Independent of C-Peptide and Anti-Glutamic Acid Decarboxylase Antibody Concentrations. Diabetes Technol Ther. 2014:doi:10.1089/dia.2014.0261.
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da PHARMASTAR