Metformina disponibile in nuova formulazione slow release

C‘è una novità per gli italiani che soffrono di diabete di tipo 2. Infatti, è ora disponibile nel nostro Paese una nuova formulazione a rilascio prolungato (XR) dell’antidiabetico orale metformina. Rispetto alla formulazione convenzionale a rilascio immediato, quella XR offre alcuni vantaggi, primo tra tutti la possibilità di assumere il farmaco una sola volta al giorno, ma anche una migliore tollerabilità a livello gastrointestinale, a parità di efficacia.

La metformina è una biguanide utilizzata ormai da più di 50 anni come antidiabetico ed è tuttora raccomandata come terapia standard di prima linea per il trattamento dei pazienti con diabete di tipo 2 (DT2) in virtù delle sue capacità di controllo della glicemia, del suo effetto neutro sul peso corporeo, del basso rischio di ipoglicemie e, non ultimo, del basso costo.

Non solo. Grazie al suo favorevole profilo farmacologico e al meccanismo d’azione complementare a quello di altri antidiabetici orali di uso comune, la metformina è il farmaco di scelta da usare in associazione con questi agenti nei pazienti con DT2 in fase più avanzata.

E ancora, è usata off-label nella policistosi ovarica, disturbo frequente nelle donne obese e in sovrappeso, nel quale, grazie alle sue proprietà insulino-sensibilizzanti, aiuta a ridurre il peso e l’insulinemia, oltre ad abbassare i livelli periferici circolanti di androgeni e, quindi, a migliorare il microambiente ovarico.

Il farmaco agisce principalmente riducendo il rilascio di glucosio da parte del fegato e aumentando l’uptake dello zucchero mediato dall’insulina a livello periferico (specialmente nei muscoli scheletrici e negli adipociti). A livello epatico, la metformina riduce la produzione di glucosio inibendo sia la gluconeogenesi sia la glicogenolisi. In più, migliora la sensibilità all’insulina riducendo l’ossidazione degli acidi grassi liberi, le cui concentrazioni sono elevate nei pazienti con DT2 e obesi, e che contribuiscono allo sviluppo dell’insulino-resistenza.

Per questo, la metformina è usata anche nel diabete di tipo 1 in associazione all’insulina ed è fondamentale nell’obeso per il suo effetto antagonista sul glucagone e, quindi, per  il suo effetto anoressizzante.

A tal proposito di recente nuove ricerche hanno contribuito a chiarire meglio il meccanismo tramite il quale la metformina antagonizza l’azione del glucagone e il farmaco ha fatto parecchio parlare di sé perché vari studi ne hanno messo in luce un’azione antiaging e antitumorale, con dati particolarmente promettenti nel cancro del colon-retto.

Tuttavia, l’uso della metformina può essere limitato da problemi di tollerabilità gastrointestinale. In particolare, è stato calcolato che fino al 25% dei pazienti trattati con la metformina tradizionale a rilascio immediato manifesta effetti collaterali gastrointestinali, che nel 5-10% dei casi sono così gravi e fastidiosi da costringere il paziente ad abbandonare la terapia.

È proprio la necessità di superare questa problematica il primum movens che ha spinto lo sviluppo di una formulazione a lento rilascio, progettata per consentire un rilascio più graduale del farmaco nella sede principale di assorbimento, cioè nel tratto gastrointestinale superiore, migliorando così la tollerabilità e, non ultimo, consentendo una riduzione della frequenza delle somministrazioni.

La metformina tradizionale viene assorbita quasi esclusivamente nella porzione superiore del tratto gastrointestinale, per lo più in modo passivo e con un transito molto veloce, che è alla base dell’effetto collaterale più noto del farmaco, cioè appunto la diarrea. Inoltre, le caratteristiche farmacocinetiche di questa formulazione richiedono un’assunzione ripetuta due o tre volte al giorno.

La formulazione a lento rilascio utilizza una tecnologia, denominata GelShield Diffusion System, che ha permesso di produrre una compressa costituita da un sistema bifasico formato da una fase interna solida particolata, contenente i granuli di metformina dispersi in un polimero a lento rilascio, e una fase solida continua esterna, formata da un altro polimero a lento rilascio, diverso da quello della fase interna e non contenente il farmaco .

Cosa succede quando il prodotto viene ingerito? Dopo l’assunzione, l’idratazione dello strato esterno fa sì che la compressa si gonfi e formi uno strato gelatinoso che aderisce alla mucosa gastrica e non riesce ad attraversare il piloro, prolungando il tempo di permanenza nello stomaco. La metformina viene quindi rilasciata dallo strato interno e diffonde lentamente attraverso il gel esterno, diventando così disponibile per l’assorbimento.

Inizialmente, non è stato facile arrivare alla formulazione desiderata, perché le compresse risultavano troppo grosse per essere ingerite. La nuova formulazione XR risolve il problema grazie a  compresse di dimensioni adeguate che hanno una velocità di rilascio di metformina che è significativamente più lenta rispetto a quella di metformina IR. Prove in vitro dimostrano che,  indipendentemente dal pH e dalle condizioni di agitazione, il 90% del farmaco è rilasciato entro 30 minuti da metformina IR contro le circa 10 ore,di metformina XR

A conferma di ciò, uno studio su 16 volontari sani ha dimostrato che anche l’assorbimento della metformina dalla formulazione a lento rilascio avviene più lentamente rispetto a quello dalla formulazione tradizionale, tanto che la concentrazione massima del farmaco nel plasma si raggiunge nel primo caso in 7 ore contro le 2-3 del secondo.

Questa caratteristica, unita al fatto che le compresse di metformina XR vanno assunte di sera, dopo il pasto, e che di notte si ha un fisiologico rallentamento dello svuotamento gastrointestinale, permette la monosomministrazione giornaliera del farmaco.

Una sola assunzione al giorno, dunque, ma senza perdere in efficacia. Infatti, coerentemente col fatto che le due formulazioni, a parità di dose, sono in grado di assicurare un’esposizione simile al farmaco, diversi studi hanno dimostrato che la nuova versione a lento rilascio è efficace come quella tradizionale sia nei pazienti che iniziano per la prima volta la terapia con metformina sia in quelli che passano dalla formulazione tradizionale a quella a rilascio prolungato, mantenendo lo stesso effetto neutro sul peso corporeo.

La tollerabilità delle due formulazioni è risultata in genere comparabile, ma i pazienti passati dalla versione a rilascio immediato a quella a rilascio prolungato – anche quelli che hanno cambiato farmaco per problemi di intolleranza gastrointestinale – hanno dimostrato di tollerare meglio la seconda.

Metformina a rilascio prolungato risulta quindi particolarmente indicata nei pazienti intolleranti alla metformina tradizionale, oltre che in quelli che devono assumere anche altri farmaci per tenere sotto controllo la glicemia o perché affetti da altre patologie.

Attualmente la versione XR è stata classificata dall’Aifa in fascia C. Il costo del prodotto, tuttavia, è contenuto e, del resto, alcuni studi dimostrano che questa formulazione, in virtù del regime posologico semplificato e della maggiore tollerabilità, ha le potenzialità di migliorare l’aderenza alla terapia. Ed è assodato che una migliore aderenza può tradursi in un migliore controllo glicemico e, di conseguenza, in un miglioramento generale degli outcome.

 

 

da PHARMASTAR