Lombardia, l’influenza A si è fermata?

Prosegue l’appuntamento settimanale con il dott. Michele Lagioia, specialista in Igiene e Medicina Preventiva e vice-direttore sanitario di Humanitas. Obiettivo, fare il punto su alcuni temi trattati dai media per capire meglio qual è, allo stato attuale, la situazione dell’influenza A/H1N1.

L’Influenza in Lombardia
“La newsletter ‘InfluNews’ pubblicata dalla Regione Lombardia a fine della scorsa settimana evidenzia che il tasso di incidenza di tutte le forme influenzali nella 45esima settimana è stato pari a 13,55 casi ogni 1000 abitanti, con una sostanziale stabilizzazione rispetto alla settimana precedente. Non succedeva da 5 settimane, ed è un dato importante. I motivi sono principalmente due:
l’innalzamento delle temperature: il freddo dell’ultimo mese ha abbassato infatti le nostre difese immunitarie, favorendo la trasmissione dell’influenza A. L’aumento di temperature nell’ultima settimana ha generato l’effetto contrario
l’influenza A ha già coinvolto un’alta percentuale di bambini, e un bimbo che ha già contratto il virus H1N1 non può più trasmetterlo.

Grazie al sistema di sorveglianza adottato da tutti i Paesi secondo le indicazioni OMS, che pone sotto osservazione un campione rappresentativo della popolazione e che rivela i casi dai sintomi influenzali più comuni (febbre sopra i 38°C, tosse, raffreddore, dolori articolari, debolezza), si evidenzia un aumento dell’incidenza tra i bimbi da 0 a 4 anni, e una riduzione di casi tra i 5 e i 14 anni.

La popolazione tra i 14 e i 65 anni è stata appena intaccata. E’ difficile prevedere se in futuro una nuova ondata di freddo (tra le cause principali di Influenza A) possa aumentarne l’incidenza. Certo è che in Lombardia, i casi in questa fascia di età rappresentano il 2,43% di malati su residenti. In Italia, si contano invece 1,5 milioni di casi complessivamente censiti, dato ampiamente inferiore rispetto alle previsioni iniziali dell’Istituto Superiore di Sanità (15 milioni).

Il vaccino: a chi e come
“Finora risultano vaccinati più di 2.800 donne incinte, circa 27.000 soggetti con patologie croniche e 28.000 operatori sanitari.
Da lunedì 16 novembre sono iniziate le vaccinazioni per operatori di pubblico servizio e le forze armate.

Ecco come vaccinarsi:

Chi

Come

Persone con malattie croniche da 6 mesi a 65 anni, familiari che assistono malati non vaccinabili, madri di bimbi di età inferiore ai 6 mesi, donne incinte al 2° e al 3° trimestre

Rivolgersi all’ASL di appartenenza per informazioni e prenotazioni (numeri unici e sito web)

Dipendenti e operatori di Ospedali, Ambulatori, Case di Riposo-RSA, Comunità per disabili, Istituti di Riabilitazione Volontari delle Croci/Ambulanze e servizi di supporto

Rivolgersi al proprio datore di lavoro o responsabile dell’associazione che ha ricevuto le dosi di vaccino e le istruzioni operative

Dipendenti e operatori di servizi di trasporto pubblico, raccolta rifiuti, distribuzione acqua-gas, telefonia, vigili del fuoco 

Rivolgersi al proprio datore di lavoro che ha ricevuto le istruzioni operative

Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Personale Istituti penitenziari

Rivolgersi al proprio comando, o responsabile che ha ricevuto le istruzioni operative

I dubbi sul vaccino
Il vaccino rimane un’arma di prevenzione fondamentale
per le persone delle categorie considerate ‘a rischio’ ma anche per tutti gli altri, come barriera contro la trasmissione del virus. Garantisce infatti l’80-90% di immunizzazione e i suoi effetti collaterali testati sono molto bassi.

Il vaccino è sicuro, in quanto è stato approvato prima dalla FDA e quindi dalla EMEA (agenzia europea valutazione medicinali), dopo gli stessi trial clinici di approvazione dei vaccini anti influenzali stagionali. Non è quindi un farmaco sperimentale.

Le voci che circolano su mercurio e adiuvanti pericolosi (in grado di provocare malattie neurologiche) contenuti nel vaccino sono false: l’adiuvante MF59 inserito nel vaccino e contenente squalene è stato definito dall’EMEA ragionevolmente sicuro anche in bambini e giovani adulti, mentre il mercurio (presente in quantità pari a 0.05 mg per ogni dose) viene impiegato come stabilizzante, da decine di anni, in centinaia di milioni di dosi di vaccino influenzale stagionale. In letteratura medica non esistono evidenze legate a patologie indotte da questo dosaggio.

da Humanitas Salute