L’alimentazione può influenzare comparsa ed evoluzione del diabete 2 e di altre malattie croniche?

Il rapporto fra alimentazione e malattia è trattato molto, a proposito e a sproposito, sui mezzi di comunicazione. Un’ampia e approfondita revisione della letteratura scientifica sull’argomento è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista British Medical Journal (in italiano Giornale Medico Britannico). I risultati indicano che, a dispetto delle diete di esclusione oggi tanto di moda, l’alimentazione più sana è fondata sempre sulle stesse regole di base.

Schulze e colleghi hanno aperto il loro articolo con il semplice quesito: “può uno specifico alimento fornire benefici per la salute?” e in seguito hanno aggiunto domande più dettagliate: “adottando una certa alimentazione si prevengono le più frequenti malattie croniche come diabete, malattie cardiovascolari e cancro?” E ancora: “diete di esclusione come quelle vegetariane e vegane o come quelle che escludono lattosio, fruttosio e glutine, hanno un ruolo chiave nei confronti della salute?” Un’approfondita e ampia revisione della letteratura è stata eseguita per rispondere a questi quesiti. A proposito dell’effetto dei diversi tipi di cibo, le evidenze raccolte hanno confermato gli effetti positivi di cereali integrali, frutta e verdura e quelli negativi di elevate quantità di carni rosse e insaccati. I dati relativi a latte e latticini si sono rivelati contrastanti, evidenziando possibili effetti positivi in particolare per quelli fermentati. Considerando non i singoli alimenti, ma gli schemi dietetici nel loro insieme, si è confermato il valore della dieta mediterranea, intesa come assunzione prevalente di pesce, legumi, frutta, noci, semi, verdura e cereali e introito ridotto di carne e latticini. L’impiego dell’olio d’oliva come fonte principale di grasso e l’assunzione di moderate quantità di alcol completano questo tipo di dieta. La revisione ha preso in considerazione altre due diete che hanno obiettivi curativi e che hanno dimostrato un qualche beneficio. D’altra parte solo la dieta mediterranea ha dimostrato di ridurre il rischio di malattia, sia in studi osservazionali che in ricerche randomizzate. Schulze e colleghi hanno sottolineato, a proposito di questi schemi di alimentazione, che presentano alcuni punti in comune e altri divergenti. Hanno aggiunto che la difficoltà di comprendere i reali benefici dei singoli alimenti e delle diete deriva dai problemi relativi ai metodi impiegati per eseguire le ricerche in questo campo.

In conclusione, questa accurata revisione delle evidenze disponibili ha finito per confermare che i cibi più sani sono quelli da tempo conosciuti: frutta, verdura, cereali integrali e pesce. Di carni rosse, insaccati e bevande zuccherate, se ne devono consumare meno (ma non è detto che si debbano abolire). Riguardo a noci, legumi, oli vegetali, latticini fermentati e caffè si dice che probabilmente possono dare benefici. I limiti metodologici che hanno le ricerche eseguite finora in questo campo fanno sì che si debbano pianificare nuovi studi con metodi più appropriati.

 

 

di Tommaso Sacco

da Fondazione Serono

 

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