Isolare betacellule ancora attive?

D: Gentile dott. Bertuzzi,
mi presento: mi chiamo C. ho 46 anni e 31 di DM1.
Temo che la mia domanda la farà sorridere e forse sghignazzare addirittura, sono fiducioso al contempo che perdonerà la curiosità di un paziente diabetico.

Se ho capito bene, alla diagnosi di DM1 è frequente nei pazienti una residua funzionalità betacellulare, destinata ad esaurirsi in tempi variabili e comunque brevi insieme alla morte delle betacellule ed al proseguire inesorabile del processo autoimmune.

Cosa impedisce allora, di isolare le betacellule ancora attive, di coltivarle in vitro e quando raggiunto il giusto numero di reimpiantarle  nel paziente.
Questo non risolverebbe l’autoimmunità di fondo, per tanto il reimpianto sarebbe da ripetersi nel tempo, ma fornirebbe un compenso glicemico ottimale. 

Scusandomi per la puerilità della mia domanda, la ringrazio sinceramente della sua pazienza 

c. b.

 

R: Gli ostacoli alla fattibilità della sua ipotesi sono:
-per estrarre le isole bisogna togliere il pancreas, intervento molto complesso (il pancreas inoltre produce anche gli enzimi per la digestione…..che verrebbero a mancare)
-l’estrazione delle isole non è perfetta e quindi con l’isolamento si perderebbe una quota di isole (che ci si aspetta siano già poche)
-non è possibile replicare in coltura le isole, che ad oggi anzi tendono in coltura a morire.
-l’autoimmunità ridistrugge le proprie isole in tempi rapidi e quindi il vantaggio di questa procedura sarebbe minimo.

Ci sono altri progetti più fattibili (stimolare la rigenerazione delle isole residue all’interno del pancreas senza rimuoverlo, il trapianto di cellule beta da altri organismi o dopo differenziazione da cellule staminali proprie….) 
un caro saluto

dott. Federico Bertuzzi
S.S.D. Diabetologia 
Ospedale Niguarda Cà Granda
piazza Ospedale Maggiore, 3
20162 Milano