Il tesoretto segreto di Letta? I diabetici. Ecco come far cassa

Tutti si chiedono dove Letta troverà i soldi per abolire l’Imu sulla prima casa, non aumentare l’Iva, finanziare la Cassa integrazione eccetera. Una risposta c’è, risolutiva. Con un esempio eloquente di come potrebbe funzionare.

I 2,9 milioni di italiani che soffrono di diabete costano complessivamente 10 miliardi di euro all’anno al servizio sanitario nazionale. Di questi 10 miliardi, 600 milioni sono assorbiti dal costo delle striscioline di carta reagenti che servono per la misurazione istantanea della glicemia. Ebbene, i risultati di una recentissima gara on-line svolta dalla Consip per due lotti di forniture che corrispondono al 20 per cento del fabbisogno totale sono stati strepitosi: applicando su scala nazionale i prezzi offerti dalle aziende vincitrici lo Stato risparmierebbe 300 milioni di euro solo sulle striscioline. E le imprese vincitrici non sono pericolose aziendine corsare ma due colossi mondiali del “big pharma”: Roche e Sanofi.

E’ questa l’immensa riserva di risparmio sulla spesa pubblica inefficiente, sprecona e truffona alla quale il nuovo premier potrebbe attingere per ricavare le risorse necessarie a sostenere la crescita e i redditi. E’ questa l’area da bonificare, nella pubblica amministrazione: gli sperperi più o meno fraudolenti. Firmati quasi sempre dalle Regioni, nella loro dissennata autonomia di spesa. E lo strumento per fare tutto ciò esiste ed è già attivo: la Consip, la società informatica controllata dal ministero dell’Economia e guidata da Domenico Casalino che ha gestito per il governo Monti e con il commissario Bondi la “spening review” ma potrebbe essere utilizzata a tappeto su tutte le grandi partite della spesa pubblica nazionale. L’aveva detto chiaramente, peraltro, la Corte dei conti, nella sua ultima relazione annuale. Il governo dei cosiddetti tecnici ha applicato il consiglio con una prudenza che ha rasentato la timidezza. E’ l’ora di cambiare atteggiamento.

“L’esito della gara per i glucometri dimostra che anche da parte delle migliori aziende produttrici il sistema può ottenere grandi vantaggi economici”, si limita a commentare Domenico Casalino: “E questo, naturalmente, fermo restando il diritto dei medici di base di prescrivere, su specifica esigenza sanitaria, presidi diversi e più costosi da quelli di base, acquistati sulle offerte delle nostre gare”.

Attualmente, le 260 Aziende sanitarie locali adottano tre sistemi amministrativi paralleli e distinti: quello della contabilità generale, quello dell’amministrazione delle prestazioni e quello dell’anagrafica dei pazienti. E ciascuna Asl lo adiotta per conto proprio. E’ come se quindi in Italia esistessero 780 contabilità diverse per calcolare le stese spese. Un disastro. La Regione Piemonte, che per prima ha avviato la realizzazione di un sistema informatico sanitario integrato per tutte le sue Asl sta rilevando che, in sua mancanza, il 30 per cento dei volumi è superfluo.

Se si calcola che la spesa sanitaria nazionale totale ammonta a circa 110 miliardi, pari al 13,7 per cento del totale (800 miliardi), si capisce come senza tagliare un solo posto di lavoro da medico o paramedico ma soltanto regolando i prezzi dell’acquisto dei servizi, dei farmaci e dei presidi sanitari si potrebbero risparmiare almeno 20 miliardi di euro. Ma questo significherebbe contrastare gli interessi delle potentissime lobby del privilegio. Arroccate su posizioni insostenibili ma determinate a vendere cara la pelle, più cara ancora di quanto vendano le loro mercanzie.

E sì che l’evidenza delle malversazioni è solare. Per tornare al caso del diabete e dei suoi indispensabili presidi farmaceutico-chimici, il quadro preesistente alle gare Consip presentava delle discrasie clamorose. A fronte degli 0,34 euro a striscia reattiva pagati dalla Regione Abruzzo, la più virtuosa, si arriva alla cifra vertiginosa di 1,04 euro a striscia della Provincia autonoma di Bolzano, con una differenza del 300 per cento! Senza dire che il prezzo-base del tipo di striscia “ordinario” richiesto dalla Roche alla gara Consip è stato di 0,153, quindi pari alla metà del miglior prezzo attuale, quello abbruzzese. E, secondo i calcoli dell’Associazione medici diabetologi, risparmiando anche risorse sui ricoveri per diabeti e sui giorni di digenza media per ricovero, due risultati conseguibili attraverso una migliore organizzazione del lavoro nele Asl e senza minimamente compromettere la qualità assistenziale, si potrebbe risparmiare un altro miliardo di spesa.

 

di Sergio Luciano

da affaritaliani.it