Il micro aiuta a migliorare la glicemia

Secondo i risultati di uno studio compiuto dalla D.ssa Katie Weinger della Harvard Medical School di Boston (USA) e dai suoi colleghi e pubblicato nel numero di marzo di Diabetes Care, i pazienti adulti affetti da diabete di tipo 1, che fanno uso del microinfusore riescono a controllare meglio i livelli glicemici se partecipano attivamente all’autocontrollo, se nutrono aspettative realistiche sull’utilità del micro e conservano un ricordo preciso delle sensazioni provate quando la malattia è stata loro diagnosticata.

I microinfusori sono dispositivi della misura di un telefono cellulare che rilasciano insulina continuamente tramite un tubicino posizionato sottopelle.
Iil dispositivo può essere regolato in modo da liberare varie quantità di insulina, evitando le iniezioni quotidiane plurime.

I ricercatori hanno inserito 30 adulti malati da tempo di diabete 1, che utilizzano il microinfusore, in gruppi di osservazione costituiti sulla base del livello livello glicemico dei soggetti.

Sono stati costituiti cinque gruppi di osservazione:
– due gruppi con livelli glicemici mediamente bassi,
– uno con innalzamenti di glucosio moderati
– e due con livelli elevati.

Dai colloqui con i pazienti sono emersi tre temi principali: l’impatto del micro sull’autocontrollo del diabete, le reazioni emotive nei confronti dell’utilizzo del dispositivo, l’immagine elaborata del proprio corpo e l’accettazione sociale.

I soggetti appartenenti al gruppo con livelli di glicemia bassi hanno descritto il micro come uno strumento che consente di raggiungere i livelli glicemici desiderati. Questi pazienti hanno dimostrato un approccio più attivo rispetto al diabete.

I pazienti nei gruppi con livelli glicemici bassi hanno riferito che quando hanno iniziato a utilizzare il microinfusore hanno rivissuto le sensazioni provate al momento dell’esordio, quando il diabete era stato loro diagnosticato.
I soggetti appartenenti ai gruppi con livelli di glucosio elevati, al contrario, non hanno riferito di aver provato le stesse sensazioni.

Nell’articolo la D.ssa Weinger e i suoi colleghi riferiscono che i soggetti con livelli glicemici bassi sostenevano che il micro li aiutava ad accettare la malattia e ad essere meno imbarazzati e più disposti a parlare con gli altri della propria patologia.

I ricercatori fanno notare, al contrario, che gli individui con uno scarso controllo metabolico riferivano di essere “stanchi” del micro.
Sostenevano di essere scoraggiati e frustrati in quanto il microinfusore non risolveva tutti i problemi e in ogni caso era molto impegnativa.

I ricercatori hanno riscontrato che le donne sono più preoccupate degli uomini della propria immagine e dell’accettazione sociale.

 

Diabetes Care 28: 1346-1352

28 marzo 2007