Il “Diabete in Pillole” del Dr Andrea Scaramuzza – Iperglicemia

Dopo aver parlato di ipoglicemia un paio di giorni fa, la complicanza acuta più frequente del diabete tipo 1, parliamo oggi di iperglicemia, altrettanto subdola, anche se per fortuna meno frequente nella sua manifestazione estrema, la chetoacidosi.

1. Si parla di iperglicemia per valori superiori a 180 mg/dl. Questo valore non è stato scelto a caso, ma rappresenta la cosiddetta soglia renale, valore al di sopra del quale il glucosio dal sangue passa nelle urine. Negli ultimi tempi si raccomanda di non superare i 140 mg/dl a digiuno e 160-180 mg/dl dopo i pasti.
2. Un’iperglicemia occasionale non è particolarmente pericolosa, ma se protratta nel tempo può causare danni a diversi organi, e rappresenta sicuramente la causa principale delle complicanze a lungo termine.
3. Un’iperglicemia a distanza di almeno 2 ore dall’ultimo bolo andrebbe corretta.
I sistemi automatici di infusione dell’insulina sono più o meno in grado di fare correzioni in autonomia. Coloro che utilizzano le iniezioni devono fare un bolo correttivo. Per calcolare quanta insulina è necessaria per effettuare la correzione si utilizza il fattore di sensibilità insulinica, o più correttamente fattore di correzione. Chiedete al vostro diabetologo come calcolarlo, oppure aspetta la prossima Pillola.
4. Se in prossimità di un pasto la glicemia è elevata, il mio consiglio è di effettuare due boli a distanza di 15 min, il primo di correzione, il secondo per il pasto, a sua volta 10-15 min prima di mangiare. Così facendo la glicemia torna nella norma più velocemente che se il bolo prandiale e di correzione vengono somministrati insieme in un’unica soluzione.
5. L’iperglicemia è in grado di dare un ‘imprinting’ negativo al decorso futuro della malattia. In altre parole, se all’esordio si mantiene un buon controllo glicemico, è molto probabile che non compariranno le complicanze, anche se col passare del tempo il controllo dovesse un po’ peggiorare. Al contrario, un inizio disastroso con frequenti iper potrebbe determinare la comparsa di complicanze anche se poi si ‘mette la testa a posto’.
Come dicevano i nostri nonni, “chi ben comincia è a metà dell’opera“.
Dr Andrea Scaramuzza
Responsabile Endocrinologia, Diabetologia & Nutrizione Pediatrica presso ASST di Cremona